Sintesi Esecutiva
Al 4 agosto 2025, l’economia ungherese presenta un quadro complesso e sfaccettato, caratterizzato da una cauta ripresa bilanciata da persistenti pressioni inflazionistiche e da significative iniziative governative. I dati preliminari sul PIL del secondo trimestre 2025 indicano una modesta crescita trimestrale, che segue una contrazione nel primo trimestre. Tuttavia, le previsioni di crescita annuale per il 2025 sono state riviste al ribasso sia dal governo che da istituzioni internazionali, riflettendo le continue sfide derivanti dal rallentamento industriale e dalle tensioni commerciali globali.
Il mercato immobiliare sta vivendo un notevole aumento della domanda, stimolato in gran parte dai nuovi programmi abitativi governativi, sebbene ciò contrasti con un calo delle abitazioni completate nella prima metà dell’anno, suggerendo un potenziale squilibrio tra domanda e offerta futura. Sul fronte energetico, sono in corso sforzi per diversificare le fonti di approvvigionamento, e il governo sta formulando attivamente risposte alle implicazioni economiche delle nuove tariffe internazionali. La stabilità fiscale rimane una preoccupazione critica, con deficit di bilancio elevati e il Fiorino ungherese identificato come una delle valute più deboli d’Europa, evidenziando il delicato equilibrio che i responsabili politici devono mantenere tra il sostegno all’attività economica e il mantenimento della disciplina fiscale.
PODCAST IN ITALIANO
I. Performance e Prospettive Macroeconomiche
Crescita del PIL: Performance Recente e Proiezioni Riviste
L’economia ungherese ha evitato per poco di scivolare in recessione nel secondo trimestre del 2025. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) è cresciuto di un modesto 0,4% su base trimestrale (destagionalizzato e corretto per il calendario) e dello 0,1% su base annua, secondo una prima lettura dei dati rilasciati dall’Ufficio Centrale di Statistica (KSH) il 30 luglio 2025.1 Questo dato segue una contrazione rivista dello 0,1% nel primo trimestre del 2025.1 Il settore dei servizi, in particolare il settore ICT, ha avuto un impatto positivo sul PIL, mentre le performance dei settori industriale e agricolo hanno frenato la crescita.2
Nonostante il rimbalzo del secondo trimestre, il governo ungherese ha drasticamente ridotto le sue previsioni di crescita economica per il 2025, portandole a solo l’1%, un significativo downgrade rispetto alla proiezione iniziale del 3,4% e alla precedente revisione del 2,5%.3 La Commissione Europea (CE) prevede una crescita del PIL leggermente più conservativa dello 0,8% per il 2025, con un’accelerazione prevista al 2,5% nel 2026, sostenuta principalmente dai consumi e da una graduale ripresa degli investimenti e delle esportazioni.5 Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) proietta una crescita modesta simile dello 0,7% per il 2025, che aumenterà al 2% nel 2026.6
La divergenza tra il rimbalzo trimestrale e le previsioni annuali più pessimistiche indica che la crescita del secondo trimestre è probabilmente considerata insufficiente a compensare la debole performance del primo trimestre e i venti contrari economici previsti per la seconda metà dell’anno. Ciò suggerisce che la “partenza a razzo” promessa dal Primo Ministro Orbán non si è concretizzata.3 Le diverse previsioni da parte di varie istituzioni evidenziano una notevole incertezza nelle prospettive economiche e potenzialmente diverse valutazioni sull’efficacia delle politiche governative o sull’impatto dei fattori esterni. Questo implica che l’economia ungherese rimane su un percorso di ripresa fragile, suscettibile sia a pressioni interne che internazionali, rendendo difficile per i responsabili politici raggiungere i loro obiettivi di crescita dichiarati.
Dinamiche Inflazionistiche: Tassi Attuali e Pressioni Persistenti
L’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) dell’Ungheria ha registrato un aumento del 4,6% su base annua a giugno 2025, con un modesto aumento mensile dello 0,1% rispetto a maggio, secondo i dati pubblicati l’8 luglio 2025.7 I prezzi dei generi alimentari sono stati un motore significativo dell’inflazione, mostrando un’impennata del 6,2% su base annua.7 L’inflazione dell’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (HICP) ha registrato una media del 3,7% nel 2024, ma ha visto un aumento nel primo trimestre del 2025 a causa degli aumenti delle accise, un rimbalzo dell’inflazione alimentare e un persistente slancio nell’inflazione dei servizi.5
La Commissione Europea prevede che l’inflazione HICP aumenterà al 4,1% nel 2025 prima di diminuire al 3,3% nel 2026.5 Il FMI prevede un’inflazione del 4,5% nel quarto trimestre 2025, con una graduale decelerazione verso l’obiettivo del 3% della Banca Nazionale Ungherese (MNB) entro il 2027.6 Le regolamentazioni dei prezzi e i negoziati tra il governo e i principali fornitori di servizi dovrebbero moderare temporaneamente l’inflazione, ma i prezzi probabilmente si adegueranno una volta che queste misure termineranno nel 2025 e nel 2026.5
L’inflazione, con l’IPC al 4,6% a giugno e l’HICP previsto al 4,1% per il 2025, rimane al di sopra dell’intervallo obiettivo della MNB (2,0-4,0%) ed è rimasta tale per sette mesi consecutivi.5 Nonostante gli interventi governativi, come le regolamentazioni dei prezzi, le pressioni sottostanti derivanti dalla domanda interna, dall’aumento dei prezzi dei generi alimentari e dagli aumenti salariali continuano a spingere l’inflazione.5 La MNB avverte esplicitamente che i prezzi probabilmente si aggiusteranno al rialzo una volta che le misure temporanee saranno revocate.5 Questo suggerisce che l’attuale moderazione dell’inflazione potrebbe essere artificiale o insostenibile, mascherando forze inflazionistiche strutturali più profonde. L’uso dei tetti ai prezzi da parte del governo, sebbene inteso a proteggere le famiglie, potrebbe distorcere i segnali di mercato e ritardare un processo di disinflazione più fondamentale, portando potenzialmente a un rimbalzo dei prezzi una volta che queste misure saranno revocate.
Mercato del Lavoro: Tasso di Disoccupazione e Tendenze di Crescita Salariale
Il tasso di disoccupazione in Ungheria è aumentato al 4,5% a giugno 2025 8, rispetto al 4,5% nel 2024.5 Si prevede che una graduale ripresa economica ridurrà leggermente il tasso di disoccupazione a circa il 4,3% entro il 2026.5
La crescita dei salari nominali è prevista rimanere elevata sia nel 2025 che nel 2026. Questa tendenza è principalmente guidata da un ulteriore aumento del salario minimo del 9% implementato nel 2025, unito a un mercato del lavoro teso e a previsti aumenti salariali nel settore pubblico.5 L’elevata crescita dei salari nominali contribuisce direttamente alla domanda interna e all’aumento dei costi di produzione, che sono identificati come motori dell’inflazione persistente, in particolare nel settore dei servizi.5 Questo crea una dinamica di spirale salari-prezzi. L’impegno del governo a mantenere “aumenti del salario minimo a due cifre l’anno prossimo” 3 rafforza ulteriormente questo rischio. Ciò evidenzia una tensione tra gli obiettivi di politica sociale (migliorare il tenore di vita attraverso salari più alti) e la stabilità macroeconomica (controllare l’inflazione). Gli sforzi della MNB per contenere l’inflazione sono quindi complicati da queste dinamiche salariali.
Situazione Fiscale e del Debito Pubblico
Il deficit di bilancio in Ungheria è diminuito nel 2024, ma si prevede che rimarrà elevato. La Commissione Europea prevede un deficit del governo generale del 4,6% del PIL nel 2025 e del 4,1% nel 2026.5 Lo scenario di base del FMI, che include solo misure legislative o ufficialmente approvate, prevede un deficit leggermente superiore del 4,8% del PIL nel 2025 e del 4,6% nel 2026.6 L’obiettivo ufficiale del governo ungherese per il deficit del 2025, adottato a dicembre 2024, è del 3,7% del PIL.10
Il rapporto debito pubblico/PIL è aumentato al 73,6% nel 2024 7 e si prevede che raggiungerà il 74,1% nel 2025 5, con i costi del servizio del debito che rimangono significativi.10 Il FMI stima che un aggiustamento fiscale cumulativo di circa il 2% del PIL nel periodo 2025-2028 sia necessario per portare il deficit al di sotto del 3% entro il 2027 e ridurre il debito pubblico al di sotto del 70% entro il 2029.6
Esiste un divario significativo tra l’obiettivo di deficit del governo per il 2025 (3,7%) e le previsioni più pessimistiche della CE (4,6%) e del FMI (4,8%).5 Questa discrepanza è in parte attribuita a recenti annunci politici che riducono le entrate, come il raddoppio delle agevolazioni fiscali per le famiglie e l’ampliamento delle esenzioni dall’imposta sul reddito personale per le madri.3 Queste sono misure popolari, soprattutto in vista delle elezioni dell’aprile 2026.3 Il FMI afferma esplicitamente che le politiche attuali sono insufficienti per raggiungere gli obiettivi di bilancio e che “sono necessari sforzi fiscali aggiuntivi significativi”.6 Ciò implica che il governo sta dando priorità alla spesa sociale e alle misure di stimolo, potenzialmente a scapito del consolidamento fiscale. Questo atto di equilibrio crea una situazione fiscale precaria. Il mancato raggiungimento degli obiettivi di deficit potrebbe portare a un declassamento del rating creditizio, poiché l’Ungheria è già al più basso grado di investimento con una prospettiva negativa.3 Il desiderio del governo di evitare un declassamento 3 esercita pressione sulle future decisioni fiscali, suggerendo un potenziale conflitto tra imperativi politici e realtà economiche.
Performance Valutaria: Stato del Fiorino
Al 4 agosto 2025, il Fiorino ungherese (HUF) è identificato come la valuta più debole d’Europa, con un tasso di cambio USD/HUF di 344,9.11 Questa svalutazione è attribuita a una combinazione di inflazione persistente, continue sfide fiscali e più ampie pressioni del mercato esterno.11 Il fiorino si è indebolito dello 0,4% rispetto all’euro in seguito alla revisione al ribasso delle previsioni di crescita del governo.3
La performance del Fiorino funge da indicatore in tempo reale della fiducia degli investitori e della salute generale dell’economia ungherese. Un fiorino più debole incide direttamente sui costi delle importazioni, potenzialmente esacerbando le pressioni inflazionistiche, anche se offre un certo vantaggio competitivo per le esportazioni.11 Riflette anche la valutazione del mercato della traiettoria fiscale del governo e della capacità della MNB di controllare l’inflazione.
Tabella 1: Indicatori Macroeconomici Ungheresi Chiave (2024-2026)
Indicatore | 2024 (Stima) | 2025 (Prev. EC) | 2025 (Prev. FMI) | 2025 (Prev. Gov.) | 2026 (Prev. EC) | 2026 (Prev. FMI) |
Crescita del PIL (% a/a) | 0,5 5 | 0,8 5 | 0,7 6 | 1,0 3 | 2,5 5 | 2,0 6 |
Inflazione (% a/a) | 3,7 5 | 4,1 5 | 4,5 (Q4) 6 | 4,5-5,2 12 | 3,3 5 | 3,0 (target) 6 |
Disoccupazione (%) | 4,5 5 | 4,4 5 | N/D | N/D | 4,3 5 | N/D |
Saldo del Bilancio Generale (% del PIL) | -4,9 5 | -4,6 5 | -4,8 6 | -3,7 10 | -4,7 5 | -4,6 6 |
Debito Pubblico Lordo (% del PIL) | 73,5 5 | 74,5 5 | N/D | N/D | 74,3 5 | <70 (2029) 6 |
Nota: I valori possono variare leggermente tra le fonti a causa di metodologie di calcolo o date di pubblicazione diverse.
Questa tabella fornisce un confronto diretto e immediato delle previsioni macroeconomiche chiave da parte di diverse autorità. Ciò consente di identificare rapidamente le aree di consenso e, soprattutto, di divergenza, che è fondamentale per un pubblico sofisticato come gli analisti finanziari. La presentazione dei dati per più anni (2024-2026) permette di visualizzare rapidamente le tendenze previste per ciascun indicatore, come l’accelerazione della crescita del PIL, la decelerazione dell’inflazione o la stabilizzazione del debito. I dati sul saldo del bilancio generale e sul debito pubblico offrono un’istantanea concisa e critica della salute fiscale del paese e della sua traiettoria prevista, un punto di preoccupazione significativo evidenziato in tutte le informazioni disponibili. Questi indicatori consolidati servono da contesto quantitativo fondamentale per comprendere la logica alla base delle decisioni di politica monetaria e fiscale discusse in altre sezioni del rapporto. Permettono al lettore di valutare se le politiche si allineano con gli obiettivi desiderati o se esistono lacune significative.
II. Politica Monetaria e Stabilità del Settore Finanziario
Posizione della Politica della Banca Centrale (MNB)
La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto il suo tasso di base stabile al 6,5% a luglio 2025, una decisione ampiamente in linea con le aspettative del mercato.9 Questo tasso posiziona l’Ungheria come uno stato membro dell’UE con uno dei tassi di interesse più alti.9
La MNB continua a mantenere una politica monetaria restrittiva, sottolineando che tali condizioni sono “garantite” per assicurare che l’inflazione ritorni stabilmente al suo intervallo obiettivo.6 La banca centrale ha rilevato che l’inflazione è rimasta al di sopra del suo intervallo obiettivo del 2,0-4,0% per il settimo mese consecutivo a giugno.9 Le aspettative di inflazione delle famiglie sono rimaste elevate a giugno, in contrasto con un calo delle aspettative di prezzo delle imprese da ottobre 2024.9 La MNB ha anche citato rischi al rialzo per l’inflazione, inclusi elevate pressioni sui prezzi nel settore dei servizi, potenziali aumenti dei prezzi alimentari globali e l’impatto degli attriti commerciali globali sulle aspettative di inflazione.9
La MNB sta mantenendo il suo tasso di base stabile al 6,5%, nonostante le indicazioni di mercato per possibili tagli entro la fine dell’anno.9 Questo posiziona i tassi ungheresi tra i più alti dell’UE.9 La logica della MNB è radicata nell’inflazione persistente (al di sopra dell’obiettivo per sette mesi) e, in modo critico, nelle aspettative di inflazione non ancorate delle famiglie.9 Ciò suggerisce che la banca centrale privilegia il controllo dell’inflazione rispetto a un potenziale stimolo alla crescita derivante da tassi più bassi. L’ambiente di tassi di interesse elevati, sebbene necessario per l’inflazione, frena l’attività economica, in particolare gli investimenti. La posizione cauta della MNB implica che essa percepisce rischi inflazionistici significativi e duraturi, il che limita la sua flessibilità nell’allentare le condizioni monetarie. Ciò evidenzia un difficile dilemma politico in cui la banca centrale deve bilanciare la necessità immediata di contenere l’inflazione con obiettivi di crescita economica più ampi, con scarso margine di errore.
Iniziative della MNB
Il 1° agosto 2025, la MNB ha annunciato un nuovo prodotto di prestito per le imprese, noto come “Prestiti Aziendali Certificati”.14 La MNB sta anche integrando attivamente “aspetti verdi” nelle sue pratiche di supervisione. Questa iniziativa mira a salvaguardare la stabilità finanziaria e, al contempo, a reindirizzare il capitale verso settori a basse emissioni di carbonio, influenzando così la traiettoria più ampia della trasformazione industriale.17 Inoltre, la MNB si sta posizionando come un hub strategico per la cooperazione finanziaria, con un imminente Forum del Vertice Finanziario dell’Associazione di Cooperazione Finanziaria Asiatica previsto a Budapest ad agosto.17
La MNB sta mantenendo una politica monetaria restrittiva (tassi di interesse elevati) 9, ma sta contemporaneamente introducendo nuovi prodotti di prestito per le imprese 14 e promuovendo la finanza verde.17 Questo rappresenta un approccio politico a doppio binario. La politica macro-monetaria restrittiva affronta i rischi inflazionistici sistemici, mentre i prodotti di prestito mirati e le iniziative verdi sono interventi microeconomici progettati per sostenere settori specifici o obiettivi strategici (come investimenti e sostenibilità). Ciò suggerisce che la MNB sta cercando di mitigare gli impatti negativi dei tassi di interesse elevati sugli investimenti produttivi fornendo liquidità mirata o incentivi. Indica anche una visione strategica per l’economia oltre il controllo immediato dell’inflazione, mirando a canalizzare il capitale in aree considerate cruciali per la crescita e la competitività future, come la trasformazione verde. Questa complessa interazione di politiche riflette le sfide multiformi che l’economia ungherese deve affrontare.
Salute del Settore Finanziario
OTP Bank, il più grande istituto di credito commerciale ungherese, ha riconosciuto i risultati di uno stress test del 2025 condotto dall’Autorità Bancaria Europea (EBA) in tutta l’UE.18 Nel complesso, il settore finanziario è segnalato come caratterizzato da ampi cuscinetti di capitale e liquidità e da un solido portafoglio crediti, indicando un sistema bancario resiliente.10 Passi positivi includono la prevista introduzione di un buffer di capitale anticiclico (CCyB) neutro positivo dell’uno percento a luglio 2025 e la riattivazione del buffer di rischio sistemico (SyRB) per le esposizioni delle banche al settore immobiliare commerciale (CRE) nel 2024.6
Tuttavia, il FMI ha sollevato preoccupazioni riguardo alla reintroduzione dei tetti volontari sul Tasso Annuo Effettivo Globale (TAEG) per i mutui immobiliari, affermando che tali misure distorcono la determinazione dei prezzi del rischio e dovrebbero essere revocate. Il FMI consiglia inoltre che la riduzione degli incentivi fiscali legati all’edilizia abitativa contribuirebbe a contenere le future pressioni sui prezzi e a salvaguardare la stabilità finanziaria.6 Questo evidenzia una tensione tra gli sforzi della banca centrale per mantenere la stabilità finanziaria attraverso una sana regolamentazione e gli interventi del governo, che, sebbene forse mirati a stimoli sociali o economici (ad esempio, accessibilità abitativa), possono inavvertitamente distorcere i meccanismi di mercato e introdurre nuovi rischi. Tali interventi governativi possono indebolire il meccanismo di trasmissione della politica monetaria e potenzialmente creare azzardo morale o bolle speculative sugli asset, specialmente in un mercato immobiliare in forte espansione. Ciò suggerisce che, sebbene i cuscinetti del settore finanziario siano solidi, il mix di politiche comporta rischi intrinseci se le misure governative minano i quadri prudenziali, richiedendo una vigilanza continua da parte dei regolatori.
III. Punti Salienti Settoriali e Microeconomici
A. Mercato Immobiliare e delle Costruzioni
Impennata della Domanda di Abitazioni e Attività di Costruzione
La domanda nel mercato immobiliare ungherese ha raggiunto un massimo di tre anni a luglio 2025, trainata principalmente dall’attesa per il prossimo “Programma Home Start”.19 Ingatlan.com, una delle principali piattaforme immobiliari, ha registrato oltre 284.000 richieste telefoniche a luglio, superando i dati dello stesso mese tra il 2022 e il 2024.19 La domanda mensile è cresciuta dal 14% al 39% in varie contee, con gli aumenti più forti a Szabolcs-Szatmár-Bereg (39%), Győr-Moson-Sopron (37%) e nelle contee di Pest e Vas (36% ciascuna).19 Anche l’offerta è aumentata a luglio, con oltre 30.250 proprietà residenziali elencate sul sito, riflettendo un aumento mensile e annuale del 2-3%.19
Nonostante l’impennata della domanda, la prima metà del 2025 ha visto un forte calo delle nuove abitazioni completate. Circa 5.129 nuove abitazioni sono state messe in uso a livello nazionale, rappresentando un calo del 15% rispetto allo stesso periodo del 2024.20 Questo calo ha interessato la maggior parte delle regioni, con le abitazioni completate in calo del 14% a Budapest, del 34% nelle città a livello di contea e del 17% nei villaggi.20 Al contrario, i permessi e le dichiarazioni di costruzione sono aumentati del 43% a livello nazionale, raggiungendo 12.830, segnalando un potenziale rimbalzo dell’attività di costruzione.20 Budapest ha guidato questo aumento, con permessi rilasciati per 5.992 abitazioni, un aumento di 3,8 volte su base annua.20 La quota di costruzioni a cura di imprese è aumentata dal 60% al 67% delle abitazioni completate, indicando uno spostamento verso lo sviluppo guidato dal mercato.20
L’effetto immediato del Programma Home Start è un boom della domanda, ma l’offerta attuale (abitazioni completate) si sta contraendo. Sebbene i permessi indichino l’offerta futura, esiste un significativo ritardo temporale tra i permessi rilasciati e le abitazioni completate. Ciò crea uno squilibrio tra domanda e offerta a breve-medio termine, che probabilmente eserciterà una continua pressione al rialzo sui prezzi delle abitazioni (il primo trimestre 2025 ha già visto una crescita nazionale del 15% 22). Gli incentivi governativi, pur raggiungendo l’obiettivo di stimolare la domanda, non sono immediatamente bilanciati da nuove unità abitative, portando potenzialmente a problemi di accessibilità economica nonostante i programmi. Il cambiamento nel mercato degli affitti (l’acquisto preferito all’affitto a Budapest, la domanda di affitti in aumento nelle città universitarie) illustra ulteriormente come la politica possa riconfigurare le dinamiche di mercato, creando pressioni localizzate. La preoccupazione del FMI riguardo agli incentivi fiscali legati all’edilizia abitativa che distorcono la determinazione dei prezzi del rischio 6 è particolarmente rilevante qui, suggerendo che, sebbene il programma sia popolare, comporta rischi per la stabilità finanziaria.
Tendenze del Mercato degli Affitti
L’annuncio del Programma Home Start ha anche stimolato l’interesse per l’acquisto di proprietà attraverso il suo impatto sul mercato degli affitti. Nelle città universitarie regionali come Szeged, Pécs e Debrecen, la domanda di unità in affitto è aumentata del 25-30% in seguito agli annunci di ammissione all’università.19 Al contrario, Budapest non ha registrato un tipico picco stagionale nella domanda di affitti, poiché molti genitori stanno ora considerando l’acquisto anziché l’affitto, grazie ai benefici finanziari del programma.19 In alcune città, i pagamenti dei mutui potrebbero persino essere inferiori agli affitti mensili.19
Tabella 2: Attività del Mercato Immobiliare Ungherese (H1 2025 / Luglio 2025)
Metrica | Periodo | Dato Nazionale | % Variazione (a/a o m/m) | Dettagli Aggiuntivi | Fonte |
Abitazioni Completate | H1 2025 | 5.129 | -15% (a/a) 20 | Budapest: -14% (1.821 unità); Città di contea: -34% (736 unità); Villaggi: -17% (1.069 unità) 20 | BBJ, XpatLoop.com |
Permessi di Costruzione | H1 2025 | 12.830 | +43% (a/a) 20 | Budapest: 5.992 unità (+3.8x a/a); Città di contea: +3.3% (2.411 unità) 20 | BBJ, XpatLoop.com |
Richieste di Domanda Abitativa | Luglio 2025 | >284.000 | +14-39% (m/m per contee) 19 | Szabolcs-Szatmár-Bereg: +39%; Győr-Moson-Sopron: +37%; Pest & Vas: +36% 19 | Ingatlan.com |
Proprietà Elencate (Offerta) | Luglio 2025 | >30.250 | +2-3% (m/m e a/a) 19 | N/D | Ingatlan.com |
Previsione Crescita Prezzi Nazionali | 2025 | 10% 22 | N/D | N/D | Portfolio.hu |
Questa tabella offre una visione completa del mercato immobiliare, riunendo offerta completata, offerta futura (permessi) e domanda attuale. Ciò consente una rapida comprensione delle dinamiche di mercato e visualizza la contraddizione cruciale tra il calo delle abitazioni completate e l’impennata dei permessi e della domanda. L’inclusione di dettagli regionali e specifici per le contee per la domanda permette un’analisi più granulare, rivelando le forze o le debolezze del mercato localizzate e l’impatto disomogeneo di politiche come “Home Start”. Presentando queste cifre, la tabella supporta direttamente l’analisi dell’efficacia del Programma Home Start e delle sue conseguenze non intenzionali, come le potenziali pressioni sui prezzi o i cambiamenti nelle dinamiche del mercato degli affitti. Fornisce la base quantitativa per comprendere gli effetti reali della politica.
B. Sviluppi del Settore Energetico e Industriale
Diversificazione dell’Offerta Energetica
Al 4 agosto 2025, l’Ungheria sta attivamente perseguendo la diversificazione dell’approvvigionamento energetico. La prima partita di petrolio kazako, pari a 85.000 tonnellate, è stata consegnata al porto croato di Omisalj. Questo petrolio è destinato alla consegna in Ungheria tramite l’oleodotto Adriatico da parte di JANAF, nell’ambito di un’espansione strategica della cooperazione tra KazMunayGas (KMG) e il gruppo ungherese MOL. Questo accordo è reciprocamente vantaggioso, consentendo al Kazakistan di espandere le sue esportazioni di petrolio verso i mercati dell’UE e a MOL di diversificare le importazioni di petrolio dell’Ungheria e della Slovacchia.23
Investimenti Industriali
GE Vernova, con sede negli Stati Uniti, sta realizzando un significativo investimento di 22,5 milioni di euro nel suo stabilimento ungherese di Veresegyház. Questo progetto mira ad espandere la capacità produttiva, migliorare la tecnologia e l’efficienza del consumo energetico, con lo stato ungherese che sostiene l’investimento con 7 milioni di euro.1 Inoltre, l’Ungheria ha avviato i lavori preliminari per i reattori modulari di piccole dimensioni (SMR) americani, indicando un cambiamento strategico a lungo termine nella produzione di energia.23
Performance Manifatturiera
Il settore industriale ha registrato un calo della produzione nel primo trimestre del 2025.5 Il rallentamento industriale dell’Ungheria, in particolare nella produzione di batterie, un settore che il Primo Ministro Orbán aveva sperato potesse trainare l’espansione economica, ha pesato significativamente sulle prospettive economiche complessive.3 Sebbene i prezzi alla produzione industriale siano diminuiti leggermente a giugno, sono rimasti al di sopra dei livelli dell’anno precedente.18
I recenti accordi sul petrolio kazako 23 e l’avvio dei lavori per gli SMR 23 indicano chiaramente l’attenzione strategica dell’Ungheria al rafforzamento della sicurezza energetica e alla diversificazione del proprio mix energetico, probabilmente in risposta alle incertezze geopolitiche. L’investimento di GE Vernova 23 è un segnale positivo di investimento diretto estero. Tuttavia, questi progressi strategici nelle infrastrutture energetiche contrastano nettamente con il rallentamento industriale segnalato, in particolare nel settore della produzione di batterie 3, che era un motore chiave della crescita. La produzione industriale è diminuita nel primo trimestre del 2025.5 Ciò suggerisce che i benefici dei nuovi investimenti diretti esteri, in particolare in settori emergenti come la produzione di batterie, richiedono tempo per concretizzarsi e non stanno ancora compensando le debolezze più ampie della produzione industriale, probabilmente a causa della domanda esterna contenuta e di un ambiente commerciale incerto.5 Il sussidio governativo per GE Vernova (quasi il 30%) evidenzia anche la necessità di un sostegno statale per attrarre e mantenere investimenti industriali significativi, indicando un contesto competitivo difficile.
C. Altre Notizie Economiche Locali
Settore Assicurativo
Le compagnie assicurative ungheresi stanno accelerando l’adozione di strumenti digitali, come la segnalazione dei danni basata su foto, la selezione dei sinistri tramite intelligenza artificiale e i portali self-service.25 Questa trasformazione digitale è guidata da un’impennata dei sinistri legati al clima e da una crescente domanda dei consumatori di servizi più rapidi e trasparenti.25 Tuttavia, persistono le sfide, tra cui il superamento delle infrastrutture obsolete, la resistenza culturale all’automazione tra alcuni esperti del settore e questioni irrisolte relative alla responsabilità, alla privacy e alla conformità normativa per le decisioni assistite dall’intelligenza artificiale.25
Settore Agricolo
Gli agricoltori nelle principali aree agricole dell’Ungheria meridionale stanno affrontando condizioni di siccità sempre più gravi, una diretta conseguenza del cambiamento climatico.26 Questa sfida ambientale sta avendo un impatto significativo sui rendimenti delle colture e sta riducendo i livelli delle acque sotterranee, portando alcuni agricoltori a considerare il trasferimento o la ricerca di un’occupazione alternativa.26
Il settore assicurativo è costretto ad accelerare la trasformazione digitale a causa dell’aumento dei sinistri legati al clima.25 Contemporaneamente, gli agricoltori nell’Ungheria meridionale stanno affrontando una grave siccità dovuta al cambiamento climatico, che influisce sui rendimenti delle colture e sui mezzi di sussistenza.26 Queste due informazioni, apparentemente disparate, sono direttamente collegate dal tema generale del cambiamento climatico. Eventi meteorologici estremi (siccità, ecc.) portano a maggiori danni, che si traducono in più richieste di risarcimento assicurativo, costringendo il settore ad adattarsi. Allo stesso tempo, questi eventi climatici influenzano direttamente settori primari come l’agricoltura, minacciando la produzione e le economie rurali. Ciò indica che il cambiamento climatico non è solo una preoccupazione ambientale, ma un rischio economico crescente e tangibile per l’Ungheria. Impone costi diretti alle imprese (assicuratori) e minaccia la redditività delle attività economiche tradizionali (agricoltura), rendendo necessarie strategie di adattamento e potenzialmente investimenti significativi nella resilienza climatica in vari settori.
IV. Politiche Governative e Relazioni Economiche Internazionali
Politiche Economiche Nazionali
In risposta al nuovo accordo commerciale USA-UE, il governo ungherese sta sviluppando due piani d’azione: uno per la protezione dell’occupazione, per garantire che le aziende straniere che operano in Ungheria non licenzino personale, e un altro per la protezione industriale, per prevenire la chiusura di impianti di produzione.4 Il Primo Ministro Orbán ha sottolineato che le esportazioni ungheresi verso gli Stati Uniti ammontano a circa 11 miliardi di dollari all’anno, con la nuova tariffa del 15% che potrebbe aggiungere 1,5 miliardi di dollari in costi.4
Il governo ha continuato a implementare misure di stimolo mirate e incentivi fiscali ampliati. Sono emersi nuovi dettagli sul “Programma Home Start”, che ha significativamente aumentato la domanda di alloggi.14 Dal 1° gennaio 2025, il 50% dell’assegno SZÉP Card (un popolare beneficio accessorio) può essere utilizzato per la ristrutturazione abitativa.7 I benefici fiscali per le famiglie sono stati raddoppiati dal 1° luglio 2025, con un ulteriore raddoppio previsto per il 1° gennaio 2026.7 Inoltre, le esenzioni dall’imposta sul reddito a vita per le madri sono state ampliate.3 Il governo ungherese prevede anche di estendere nuovamente lo “stato di crisi/pericolo”.15
I “piani d’azione” immediati del governo in risposta alle tariffe USA-UE 4 dimostrano un approccio reattivo agli shock economici esterni. Contemporaneamente, vi è una costante espansione dei benefici sociali e familiari (Home Start, SZÉP Card, agevolazioni fiscali per le famiglie, esenzioni fiscali per le madri).3 Queste misure sono spesso popolari, soprattutto in vista delle elezioni dell’aprile 2026.3 Sebbene queste politiche sociali mirino a sostenere le famiglie e stimolare i consumi, esse riducono significativamente le entrate governative.6 Ciò crea un conflitto diretto con l’obiettivo di consolidamento fiscale e aumenta il rischio di mancare gli obiettivi di deficit di bilancio.3 Questo suggerisce un imperativo politico che guida una parte sostanziale della politica fiscale, potenzialmente a scapito della sostenibilità fiscale a lungo termine e della stabilità macroeconomica. Il governo sta cercando di mitigare il disagio economico immediato e di rafforzare il sostegno politico attraverso la spesa, anche se ciò aggrava le vulnerabilità fiscali sottostanti e attira critiche dalle istituzioni finanziarie internazionali.
Relazioni Commerciali: Impatto delle Tariffe USA-UE
Il recente accordo commerciale tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, che impone una tariffa del 15% sulle esportazioni dell’UE verso gli Stati Uniti (incluse le automobili), rappresenta una sfida significativa per l’Ungheria.4 Le automobili sono un pilastro delle esportazioni dell’Europa centrale, e le esportazioni totali dell’Ungheria verso gli Stati Uniti sono valutate a circa 11 miliardi di dollari all’anno.4 Ciò implica un potenziale costo tariffario di circa 1,5 miliardi di dollari per le merci ungheresi.4
A seguito di questo annuncio, il Ministero dell’Economia ungherese ha tagliato le sue previsioni di crescita economica per il 2025 all’1%.4 Anche i paesi vicini come Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia prevedono impatti negativi sui rispettivi PIL, con l’economia slovacca, altamente dipendente dalle esportazioni, che si trova ad affrontare un impatto stimato dello 0,87% sul PIL.4 Questo evidenzia l’elevata esposizione commerciale dell’Ungheria e la sua profonda integrazione nelle catene di approvvigionamento globali, rendendo la sua ripresa economica altamente suscettibile alle tensioni commerciali internazionali e alle misure protezionistiche. L’effetto di ricaduta regionale suggerisce che tali shock esterni possono propagarsi rapidamente attraverso economie interconnesse, sottolineando la necessità di cooperazione regionale o strategie commerciali diversificate per mitigare i rischi.
Fondi UE e Governance
Persistono le preoccupazioni riguardo allo stato di diritto in Ungheria, portando a un congelamento parziale dei fondi UE.7 I progressi limitati nell’assorbimento di questi fondi, uniti ai recenti annunci politici che aumentano il deficit, stanno contribuendo a una maggiore incertezza e probabilmente influenzeranno negativamente la fiducia in futuro.10 L’Ungheria ha ottenuto un’esenzione temporanea dalle rigide regole fiscali e ha attivato una clausola di salvaguardia nazionale, indicando una certa flessibilità nella sua gestione fiscale all’interno del quadro UE.7
I fondi UE rimangono parzialmente congelati a causa delle preoccupazioni sullo stato di diritto 7, e si nota un assorbimento limitato di questi fondi.10 La mancata erogazione di questi fondi incide direttamente sulla capacità di investimento dell’Ungheria e sullo sviluppo economico complessivo, poiché i fondi UE sono una fonte significativa di finanziamento. La menzione di “annunci che aumentano il deficit” 10 evidenzia ulteriormente un potenziale conflitto tra le priorità di spesa interna e le condizioni per l’accesso ai fondi UE. Questa situazione rappresenta un significativo punto di leva economico e politico per l’UE. La disputa in corso sullo stato di diritto non solo priva l’Ungheria di risorse finanziarie cruciali, ma influisce negativamente anche sulla fiducia degli investitori e sul sentimento economico generale.10 Sebbene le esenzioni fiscali temporanee offrano un certo respiro, le questioni di governance sottostanti rappresentano un rischio persistente per la stabilità economica a lungo termine dell’Ungheria e le sue relazioni con l’Unione Europea, suggerendo che i fattori politici sono un determinante critico del successo economico.
V. Conclusione: Navigare tra Venti Contrari e Opportunità Economiche
Al 4 agosto 2025, l’economia ungherese si trova a un bivio critico, bilanciando una fragile ripresa con significative pressioni interne ed esterne. Sebbene il secondo trimestre del 2025 abbia mostrato un modesto rimbalzo del PIL, la traiettoria di crescita complessiva per l’anno rimane contenuta, con le previsioni del governo e internazionali che indicano un periodo difficile. Ciò è in gran parte attribuito a un rallentamento industriale, in particolare in settori chiave come la produzione di batterie, e all’impatto negativo delle nuove tariffe commerciali internazionali.
L’inflazione rimane una preoccupazione persistente, trainata da una robusta domanda interna, da un’elevata crescita salariale e dagli effetti persistenti degli aumenti delle accise. La Banca Nazionale Ungherese sta mantenendo una politica monetaria restrittiva per combattere queste pressioni, ma affronta il compito complesso di ancorare le aspettative di inflazione senza soffocare indebitamente l’attività economica. Il settore finanziario, sebbene generalmente robusto con ampi cuscinetti, sta navigando le complessità degli interventi governativi in aree come i mutui immobiliari, che, sebbene intesi a sostenere le famiglie, possono distorcere la determinazione dei prezzi del mercato e potenzialmente introdurre rischi futuri.
Il mercato immobiliare è un’area notevole di cambiamento dinamico, che sta vivendo un massimo di tre anni nella domanda alimentato dal “Programma Home Start”. Tuttavia, questa impennata della domanda non è attualmente soddisfatta dalle nuove abitazioni completate, suggerendo un potenziale per una continua apprezzamento dei prezzi e uno squilibrio tra domanda e offerta nel breve termine, nonostante un significativo aumento dei permessi di costruzione che segnalano future costruzioni.
Dal punto di vista politico, il governo sta rispondendo attivamente alle sfide del commercio globale sviluppando piani di protezione dell’occupazione e dell’industria. Contemporaneamente, continua a implementare ampi benefici sociali e familiari, che, sebbene popolari, contribuiscono a elevati deficit di bilancio e complicano gli sforzi di consolidamento fiscale. Lo status del Fiorino come valuta più debole d’Europa sottolinea queste sfide fiscali e la più ampia fragilità economica.
Prospettive e Sfide Chiave Future
Le prospettive immediate per l’economia ungherese sono caratterizzate da una continua incertezza e dalla necessità di una navigazione attenta. Le sfide chiave includono:
- Bilanciamento degli Imperativi Fiscali e di Crescita: Il governo si trova di fronte a un delicato atto di stimolare l’attività economica e sostenere le famiglie attraverso vari programmi, dovendo contemporaneamente contenere l’inflazione persistente e affrontare i deficit di bilancio elevati. La divergenza tra le previsioni del governo e quelle internazionali per il deficit evidenzia la difficoltà nel raggiungere gli obiettivi fiscali, con un potenziale rischio di declassamenti del rating creditizio se non vengono intrapresi sforzi fiscali aggiuntivi significativi.
- Mitigazione degli Shock Esterni: L’elevata esposizione commerciale dell’Ungheria la rende particolarmente vulnerabile alle tensioni commerciali globali, come evidenziato dall’impatto delle tariffe USA-UE. L’efficace attuazione dei piani di protezione dell’occupazione e dell’industria sarà cruciale, insieme agli sforzi per diversificare ulteriormente i mercati di esportazione.
- Riforme Strutturali e Distorsioni di Mercato: Sebbene il settore finanziario sia stabile, l’uso continuato di interventi governativi, come i tetti sui mutui immobiliari e le regolamentazioni dei prezzi, potrebbe distorcere i meccanismi di mercato e ostacolare l’efficienza a lungo termine. Affrontare queste questioni strutturali, come raccomandato dagli organismi internazionali, sarà vitale per una crescita sostenibile e un clima di investimento più favorevole alle imprese.
- Resilienza Climatica: Gli impatti economici crescenti e tangibili del cambiamento climatico, in particolare sui settori agricolo e assicurativo, richiederanno investimenti strategici in misure di adattamento e resilienza per salvaguardare i mezzi di sussistenza e la stabilità economica.
- Relazioni con l’UE e Assorbimento dei Fondi: Risolvere le continue preoccupazioni sullo stato di diritto e garantire il pieno assorbimento dei fondi UE disponibili rimane di primaria importanza. Questi fondi sono fondamentali per gli investimenti e il loro continuo congelamento parziale influisce negativamente sulla fiducia e sulle prospettive di crescita.
Le opportunità per l’Ungheria risiedono nel valorizzare la sua posizione geografica strategica, attirare ulteriori investimenti diretti esteri (come visto con GE Vernova e gli impianti di produzione di batterie) e continuare i suoi sforzi nella diversificazione energetica (ad esempio, petrolio kazako, SMR). Tuttavia, la realizzazione di queste opportunità e il raggiungimento di una stabilità economica sostenuta e diffusa dipenderanno in larga misura da un quadro di politica macroeconomica coerente e disciplinato che affronti efficacemente sia le pressioni a breve termine che le sfide strutturali a lungo termine.
FONTI
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