Panoramica Economica dell’Ungheria: Notizie al 7 Luglio 2025

Al 7 luglio 2025, l’economia ungherese si presenta come un panorama complesso e variegato. Sebbene alcuni settori, in particolare il turismo e l’ICT, mostrino segni di resilienza e crescita, il quadro macroeconomico generale rimane caratterizzato da prospettive di crescita del PIL modeste, un’inflazione persistente e significative vulnerabilità fiscali. La produzione industriale continua a rappresentare un freno, mentre il settore agricolo affronta notevoli difficoltà legate al clima e alle politiche. Il mercato del lavoro mostra segnali contrastanti, con un aumento nominale dei tassi di occupazione nel primo trimestre del 2025, ma con tendenze sottostanti che suggeriscono una stagnazione e uno spostamento verso occupazioni più qualificate.

PODCAST IN ITALIANO

1. Performance Economica Complessiva e Prospettive

1.1. Sentimento Economico Attuale e Indicatori Chiave (Maggio/Giugno 2025)

Il primo trimestre del 2025 ha visto il Prodotto Interno Lordo (PIL) ungherese registrare una crescita dello 0,0% 1, indicando una sostanziale stagnazione della produzione. Questo dato segue una modesta crescita dello 0,5% nel 2024.1 L’inflazione annuale, misurata a maggio 2025, è salita al 4,4%, leggermente superiore al 4,2% di aprile e superando le aspettative del 4,3%.1 L’inflazione di base, che esclude gli elementi volatili come alimentari ed energia, è scesa a un minimo di cinque mesi del 4,8% a maggio.3 Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione si è attestato al 4,3% a maggio 2025, con un tasso di occupazione del 75,0%.1 I dati Eurostat per il primo trimestre 2025 hanno mostrato un aumento del tasso di occupazione ungherese di +0,4 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2024, raggiungendo il 76,1%.4

La produzione industriale ha continuato a mostrare debolezza, registrando un calo del 2,6% su base annua a maggio.5 I dati di aprile 2025 indicavano un calo del 5,0% su base annua 1, nonostante un aumento dell’1,5% su base mensile nello stesso mese.6 Le vendite al dettaglio, invece, hanno mostrato una certa resilienza, essendo superiori del 2,1% a maggio 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche se sono diminuite dell’1,3% rispetto al mese precedente.1 Le stime suggeriscono che il settore potrebbe crescere a un tasso annuo medio del 3-4% nel 2025.6 Infine, l’indice degli affitti a maggio 2025 ha registrato un aumento dello 0,8% a livello nazionale, ma una diminuzione dello 0,2% a Budapest rispetto al mese precedente.1

Questi dati recenti rivelano tendenze divergenti che indicano una ripresa economica disomogenea. La stagnazione del PIL e il calo della produzione industriale, in contrasto con la crescita delle vendite al dettaglio, suggeriscono che il consumo sta fornendo un certo sostegno all’economia. Le previsioni della Commissione Europea e della Banca Nazionale Ungherese (MNB) indicano il consumo come motore principale della crescita, probabilmente sostenuto dall’aumento dei salari reali man mano che l’inflazione si modera.2 Tuttavia, la debolezza della produzione industriale, attribuibile alla mancanza di domanda e a pratiche di “licenziamento nascosto” 5, implica che il lato dell’offerta dell’economia sta affrontando difficoltà. Questa divergenza crea una situazione economica fragile: la domanda è presente, ma la produzione interna fatica a soddisfarla o è ostacolata da problemi di domanda esterna. Ciò limita la creazione di posti di lavoro nei settori chiave e potrebbe esacerbare gli squilibri esterni se le importazioni aumentassero per soddisfare il consumo. La crescita attuale sembra essere principalmente trainata dalla domanda, piuttosto che dagli investimenti o dalle esportazioni, rendendola meno sostenibile a lungo termine.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, emergono delle sfumature. Mentre i dati ufficiali sull’occupazione mostrano un leggero aumento nel primo trimestre del 2025 e un tasso stabile a maggio 1, altri rapporti segnalano una debolezza sottostante, in particolare nel settore industriale. La Banca Nazionale Ungherese (ING) ha osservato che le metriche del mercato del lavoro hanno raggiunto i minimi di due anni e ha riportato un aumento dei “licenziamenti nascosti” nel settore industriale, come la mancata copertura di posti vacanti dopo i pensionamenti.5 Questa apparente contraddizione probabilmente deriva da diverse metriche e tempistiche. I tassi ufficiali di occupazione possono rimanere stabili o aumentare leggermente grazie alla crescita in altri settori (ad esempio, i servizi, implicata dalla crescita dei consumi) o a un aumento dei tassi di partecipazione.11 Tuttavia, le osservazioni nel settore industriale indicano un deterioramento qualitativo del mercato del lavoro, con le aziende che si adattano alla stagnazione riducendo l’accaparramento di manodopera.5 Questo suggerisce una mancanza di ottimismo aziendale e un potenziale aumento futuro della disoccupazione se le condizioni non migliorano, il che potrebbe a sua volta ridurre la fiducia delle famiglie e i consumi, nonostante l’attuale crescita dei salari reali.

La tabella seguente riassume i principali indicatori economici ungheresi per maggio/giugno 2025:

Indicatore EconomicoValore (Maggio/Giugno 2025)Fonte
Tasso di Inflazione (YoY)4,4% (Maggio)1
Crescita del PIL (QoQ)0,0% (Q1 2025)1
Tasso di Disoccupazione4,3% (Maggio)1
Tasso di Occupazione75,0% (Maggio)1
Produzione Industriale (YoY)-2,6% (Maggio)5
Vendite al Dettaglio (YoY)+2,1% (Maggio)1
Indice Affitti Nazionale (MoM)+0,8% (Maggio)1

1.2. Crescita del PIL: Performance Recente e Previsioni (Prospettive MNB, CE, FMI per il 2025-2026)

La performance del PIL ungherese nel primo trimestre del 2025 è stata pari allo 0,0% 1, un dato che ha confermato i timori di un rallentamento della crescita dei consumi.10 Le diverse istituzioni economiche hanno fornito previsioni divergenti per la crescita futura. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha drasticamente rivisto al ribasso la sua previsione di crescita del PIL per il 2025, portandola allo 0,8% rispetto al precedente 2,4%, con un modesto aumento atteso al 2,8% nel 2026.7 La Commissione Europea (CE), invece, prevede un’accelerazione della crescita del PIL all’1,8% nel 2025 e al 3,1% nel 2026.2 Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), nel suo rapporto di giugno 2025, proietta una crescita modesta trainata dai consumi dello 0,7% nel 2025, che dovrebbe aumentare al 2% nel 2026 e convergere verso il suo potenziale a lungo termine di circa il 2,5% entro il 2030.9

Il consumo è costantemente indicato come il principale motore della crescita in tutte le previsioni, sostenuto dall’aumento dei salari reali e dai tagli fiscali governativi.2 Si prevede inoltre che importanti sviluppi industriali, come l’apertura di nuove fabbriche (CATL, BMW, BYD) nella seconda metà del 2025, aggiungeranno 0,8 punti percentuali alla crescita del PIL nel 2026.7

Tuttavia, le prospettive economiche rimangono sensibili a fattori quali i prezzi dell’energia, le incertezze nel settore automobilistico, il sentimento degli investitori globali e i rischi geopolitici.2 Il FMI sottolinea in particolare la frammentazione geoeconomica, le tensioni commerciali e i ritardi nelle riforme fiscali e di governance come rischi al ribasso.9 La divergenza nelle previsioni del PIL da parte di MNB, CE e FMI riflette diverse valutazioni del rischio e livelli di ottimismo riguardo alla ripresa economica dell’Ungheria e alla sua capacità di resistere a shock esterni e sfide politiche interne. La MNB ha giustificato il suo declassamento con un “deterioramento dell’ambiente globale” e “tensioni geopolitiche”.7 La CE, d’altra parte, basa la sua previsione più elevata su una “forte crescita del reddito reale”.2 Il FMI, pur essendo più cauto, cita “elevata incertezza interna ed esterna” e “rischi al ribasso” derivanti da tensioni commerciali, volatilità dei prezzi delle materie prime e ritardi fiscali/di governance.9 Questa differenza nelle stime sottolinea l’alto grado di incertezza e l’impatto delle ipotesi sottostanti sull’efficacia delle politiche e sulle condizioni esterne.

1.3. Dinamiche dell’Inflazione e Politica Monetaria (Prospettive MNB, CE, FMI per il 2025-2027)

L’inflazione rimane una preoccupazione centrale per l’economia ungherese. A maggio 2025, l’inflazione annuale complessiva si è attestata al 4,4%, mentre l’inflazione di base è stata del 4,8%.1 Le previsioni della Banca Nazionale Ungherese (MNB) indicano tassi di inflazione medi annui del 4,7% per il 2025 e del 3,7% per il 2026, con l’obiettivo del 3% che dovrebbe essere raggiunto solo all’inizio del 2027.7 La MNB ha anche avvertito che l’inflazione sottostante nel settore dei servizi potrebbe superare il 7% senza controlli sui prezzi.7 La Commissione Europea (CE) ha rilevato che l’inflazione armonizzata (HICP) ha raggiunto il 5,7% a febbraio 2025, con l’inflazione di base che si è mantenuta alta al 5,9% nel 2024. La CE attribuisce l’elevato livello di inflazione all’aumento della domanda, alla forte crescita dei salari e al deprezzamento della valuta.2 Anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede un’inflazione del 4,5% nel quarto trimestre del 2025, con una graduale decelerazione verso l’obiettivo del 3% della MNB entro il 2027.9

I fattori sottostanti che contribuiscono a questa persistente inflazione includono la cosiddetta “inflazione appiccicosa” (sticky inflation), l’aumento dei prezzi alimentari, l’elevata inflazione dei servizi, la graduale eliminazione delle misure temporanee di controllo dei prezzi, le aspettative sui prezzi scarsamente ancorate e le incertezze globali.2 La forte crescita dei salari nominali è anch’essa un fattore significativo.2

Di fronte a queste pressioni inflazionistiche, la MNB dovrebbe mantenere una politica monetaria restrittiva per il resto del 2025.10 Il tasso di riferimento si è attestato al 6,50% a gennaio 2025.12 Il FMI, in linea con questa posizione, vede un margine limitato per tagli dei tassi nel 2025, raccomandando un approccio basato sui dati.9

La persistenza dell’inflazione rappresenta una sfida significativa per il raggiungimento dell’obiettivo della MNB e limita la flessibilità della politica monetaria. L’inflazione rimane ostinatamente al di sopra dell’obiettivo del 3% della banca centrale 9, e la MNB prevede di raggiungerlo solo all’inizio del 2027.7 Questo è dovuto a una combinazione di fattori, tra cui l’inflazione “appiccicosa” (cioè, lenta a diminuire), l’aumento dei prezzi alimentari e dei servizi, la crescita dei salari e la prevista eliminazione dei controlli sui prezzi.2 Questa situazione costringe la MNB a mantenere una posizione restrittiva e limita la possibilità di tagli dei tassi nel 2025.9 Inoltre, le misure governative come i tetti ai prezzi e i sussidi hanno, in alcuni casi, distorto i segnali di mercato e indebolito la trasmissione della politica monetaria.2 Tutto ciò crea un difficile equilibrio per la MNB tra il sostegno alla crescita e il contenimento dell’inflazione, con il rischio di tassi di interesse elevati per un periodo prolungato.

1.4. Situazione Fiscale e Debito Pubblico (Prospettive Governo, CE, FMI per il 2025-2028)

La salute fiscale dell’Ungheria è oggetto di attenta osservazione. Il deficit di bilancio per il 2024 è stimato al 4,8% del PIL secondo i dati preliminari della MNB 2, leggermente al di sopra dell’obiettivo governativo del 4,5%.2 Per il 2025, il governo ha fissato un obiettivo di deficit del 3,7% del PIL.2 Tuttavia, le previsioni di altre istituzioni sono meno ottimistiche: la MNB prevede un deficit tra il 4,1% e il 4,4% per il 2025 e tra il 3,7% e il 4% per il 2026.7 La Commissione Europea (CE) proietta un deficit del 4,6% per il 2025 e del 4,1% per il 2026.2 Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), nel suo scenario di base, stima un deficit del 4,8% per il 2025 e del 4,6% per il 2026 9, prevedendo che il rapporto debito/PIL aumenterà a circa il 79% entro il 2030, dal 73,5% del 2024.7 Il debito pubblico lordo si attestava al 73,5% del PIL alla fine del 2024 ed è salito al 75,5% alla fine del primo trimestre del 2025.7 Le esigenze di finanziamento rimangono elevate, attestandosi intorno al 14-16% del PIL.2

Le misure politiche del governo per il 2025 includono tagli fiscali per le famiglie, in vista dell’anno elettorale 7, e un “Piano d’Azione di Politica Economica” di 21 punti che prevede misure di stimolo compensate da aumenti delle imposte, in particolare prelievi sulle transazioni finanziarie, una tassa sugli extraprofitti bancari modificata e aumenti delle accise.2

Il FMI ha sottolineato la necessità di “significativi sforzi fiscali aggiuntivi” (circa il 2% del PIL nel periodo 2025-2028) per ridurre il deficit al di sotto del 3% entro il 2027 e il rapporto debito/PIL al di sotto del 70% entro il 2029.9 Tra le raccomandazioni del FMI figurano l’introduzione di crediti d’imposta per figlio con un tetto massimo anziché ampie agevolazioni, un regime fiscale più mirato, una minore dipendenza da tasse distorsive, l’eliminazione graduale dei sussidi energetici, una revisione degli appalti pubblici e dell’occupazione statale, e la limitazione dei trasferimenti alle imprese statali.9

Lo slittamento fiscale e le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito sono evidenti. Nonostante gli impegni del governo, le proiezioni del deficit di bilancio da parte di organismi indipendenti sono costantemente più elevate, sollevando interrogativi sulla sostenibilità fiscale e sull’efficacia delle attuali misure politiche. Il divario tra gli obiettivi del governo (3,7% per il 2025) e le previsioni di MNB, CE e FMI (4,1-4,8% per il 2025) 2 suggerisce proiezioni governative ottimistiche e pressioni sulla spesa. L’elevato costo del servizio del debito e le consistenti esigenze di finanziamento 2 aggravano ulteriormente la situazione. La mancata risoluzione degli squilibri fiscali potrebbe portare a crescenti preoccupazioni di mercato, a un aumento dei premi di rischio e a ritardi nell’assorbimento dei fondi dell’UE.2 Il FMI ha esplicitamente richiesto “sforzi fiscali aggiuntivi significativi” e ha fornito raccomandazioni specifiche per riforme delle entrate e delle spese.9

2. Performance e Prospettive Settoriali

2.1. Settore Industriale: Continua Debolezza e Segnali Misti

Il settore industriale ungherese continua a mostrare una debolezza persistente. A maggio 2025, la produzione industriale è diminuita del 2,6% su base annua.5 Sebbene aprile 2025 abbia registrato un aumento dell’1,5% su base mensile, la produzione era comunque inferiore del 2,3% rispetto all’anno precedente e del 5% rispetto alla media mensile del 2021.6 Questo aumento di aprile è stato considerato un “evento isolato” piuttosto che un’inversione di tendenza.5

La maggior parte dei sottosettori industriali ha registrato una contrazione, con le sole eccezioni dell’industria dei mezzi di trasporto (il cui risultato positivo è probabilmente dovuto a una base di confronto bassa dell’anno precedente) e dell’elettronica, che potrebbe indicare una tendenza positiva.5 L’impatto sul mercato del lavoro è evidente: si segnala una diminuzione dell’accaparramento di manodopera e un aumento dei “licenziamenti nascosti” o imminenti ridondanze.5 La percentuale di aziende industriali nazionali che accaparravano lavoratori è scesa da quasi il 13% nel primo trimestre a meno del 10% in media nel secondo trimestre.5 La fiducia nel settore è in peggioramento, con oltre la metà delle aziende che nel secondo trimestre ha indicato la mancanza di domanda come il principale ostacolo alla crescita.5 Il portafoglio ordini totale era inferiore del 16,2% su base annua ad aprile.10

Fattori esterni, come la ripresa dell’industria tedesca, rappresentano un segnale positivo per il futuro, ma non si prevede che si traducano in un miglioramento per l’industria ungherese prima del 2026.5 Le incertezze legate a una potenziale “guerra tariffaria” continuano a rappresentare un rischio significativo.5 Nel complesso, il settore industriale è destinato a frenare la performance dell’economia ungherese per il terzo anno consecutivo.5

La stagnazione industriale persiste nonostante brevi riprese. Il settore industriale continua a rappresentare un freno significativo per l’economia ungherese, e i recenti dati positivi si sono rivelati anomalie temporanee piuttosto che segnali di una ripresa sostenuta. L’aumento di aprile è stato un “evento isolato” 5, e i problemi sottostanti includono la diminuzione della domanda, il calo dell’accaparramento di manodopera, i licenziamenti nascosti e il peggioramento degli indici di fiducia.5 La contrazione industriale ha avuto un impatto negativo sulla crescita del PIL.5 Anche i sottosettori che mostrano risultati positivi, come l’industria dei mezzi di trasporto, lo fanno spesso a causa di effetti di base bassi, non di una crescita reale.5 Di conseguenza, si prevede che il settore continuerà a limitare la performance economica complessiva nel 2025.5

2.2. Settore Turistico: Forte Inizio del 2025

Il settore turistico ungherese ha registrato un notevole boom all’inizio del 2025. A gennaio 2025, oltre 1 milione di visitatori hanno generato quasi 2,3 milioni di pernottamenti, un aumento significativo rispetto a gennaio 2024.13 Il principale motore di questa crescita è stato il flusso di viaggiatori internazionali, che ha visto un aumento del 29% nel numero di visitatori e del 16% nei pernottamenti.13 Circa 541.000 viaggiatori internazionali hanno trascorso circa 1,3 milioni di notti in Ungheria, optando prevalentemente per strutture ricettive commerciali, con gli hotel che hanno rappresentato l’86% di questi soggiorni, un aumento del 16% rispetto all’anno precedente.13

La crescita regionale è stata variabile: Gyula ha registrato un’impennata del 50% negli arrivi internazionali, mentre Bük-Sárvár ha visto un aumento più modesto del 16%.13 Budapest ha accolto il 31% in più di visitatori internazionali e ha registrato un aumento del 18% nei pernottamenti, sebbene i pernottamenti internazionali totali nell’area della Grande Budapest siano diminuiti del 7,1%.13 Anche il Lago Balaton ha mostrato una forte crescita, con un aumento del 32% degli arrivi internazionali.13 Il settore alberghiero ha beneficiato di questa crescente domanda, con ricavi totali delle strutture ricettive turistiche che hanno raggiunto 61,5 miliardi di HUF, con un aumento del 21% rispetto all’anno precedente.13

Nonostante la tendenza complessivamente positiva, il mercato turistico di Budapest ha mostrato risultati contrastanti. L’aumento degli arrivi internazionali non si è tradotto in un pari aumento dei pernottamenti internazionali nella città.13 Inoltre, l’introduzione imminente di nuove regole di viaggio dell’UE, come il Sistema Europeo di Informazione e Autorizzazione ai Viaggi (ETIAS), potrebbe rallentare leggermente i viaggi dell’ultimo minuto, sebbene non si preveda che influenzi in modo significativo i viaggi pianificati.13 La crescita disomogenea tra le diverse regioni rappresenta una sfida continua.13

Il boom del turismo maschera disparità regionali e potenziali ostacoli futuri. Sebbene i dati complessivi sul turismo siano solidi, in particolare per i visitatori internazionali, le variazioni regionali e i cambiamenti imminenti nelle regole di viaggio dell’UE introducono complessità e potenziali sfide future. La performance mista di Budapest, con un aumento degli arrivi ma una diminuzione dei pernottamenti internazionali 13, è un esempio. L’impatto potenziale dell’ETIAS sui viaggi dell’ultimo minuto 13 suggerisce che, sebbene la crescita attuale sia forte, queste sfumature indicano la necessità di strategie mirate per garantire una crescita equilibrata e sostenuta in tutte le regioni e per adattarsi ai nuovi contesti normativi.

2.3. Settore Agricolo: Cambiamenti Strutturali e Difficoltà di Produzione

Il settore agricolo ungherese sta affrontando diverse sfide e sta subendo significativi cambiamenti strutturali. Tra le sfide principali vi sono la siccità ricorrente e le ondate di calore estreme, che hanno ridotto significativamente i raccolti nel 2024, con un calo dell’11% nella produzione agricola.15 I danni ai campi di mais da soli sono stati stimati a 682,3 milioni di dollari.15 A causa di anni consecutivi di siccità e incertezze produttive, gli agricoltori hanno perso fiducia nel mais, portando a un calo significativo della superficie coltivata a mais.15 Altre difficoltà includono gli alti prezzi dell’energia, l’inflazione e la crisi del mercato dei cereali.15 La produzione di colza è diventata più difficile e costosa a causa del divieto dei neonicotinoidi e della maggiore sensibilità della coltura alla siccità.15 L’industria molitoria è stata colpita dalle importazioni a basso costo di farina ucraina e dalle misure governative che hanno subordinato le esportazioni di cereali a una licenza.15

A livello strutturale, il settore agricolo sta vivendo un processo di consolidamento. Sebbene la superficie agricola non sia cambiata in modo significativo dal 2020, il numero di aziende agricole è diminuito del 19% a giugno 2023 rispetto al 2020, con un calo complessivo di 101.000 aziende dal 2013.15 Di conseguenza, la dimensione media delle aziende agricole è raddoppiata dal 2010, superando i 28 ettari nel 2023.15 Si è osservato anche un aumento della percentuale di coltivatori di campo e orticoli, che rappresentano il 73% delle operazioni agricole.15

Le principali colture includono grano, mais e semi oleosi. La superficie coltivata a cereali è aumentata al 60% nel 2023, superando i 2,5 milioni di ettari.15 La superficie coltivata a grano invernale è aumentata del 9,5% su base annua, e quella a orzo invernale del 28%.15 L’Ungheria è un esportatore chiave nella regione, con 7,3 milioni di tonnellate di cereali esportate nel 2024 (grano +29%, mais +63%).15 Anche le esportazioni di semi oleosi sono aumentate.15 Il governo ungherese sta sostenendo gli investimenti in sistemi di irrigazione per mitigare le fluttuazioni dei rendimenti causate dalle condizioni meteorologiche.15 Il contributo del settore agricolo al PIL è stato del 4,6901% nel 2023.16

L’agricoltura sta attraversando una difficile trasformazione a causa delle pressioni climatiche e di mercato. Il settore agricolo ungherese è sotto una duplice pressione: da un lato, le sfide climatiche come la siccità e le ondate di calore, e dall’altro, le dinamiche di mercato come la crisi dei cereali e le importazioni ucraine.15 Questo ha portato a una significativa consolidazione, con un numero minore di aziende agricole più grandi, che ha implicazioni socio-economiche.15 Si osserva anche un cambiamento nella scelta delle colture, con un allontanamento dal mais a causa dell’incertezza e uno spostamento verso il grano invernale e l’orzo.15 Nonostante queste difficoltà, il settore ha mostrato una forte performance nelle esportazioni di cereali e semi oleosi, che fornisce un certo contrappeso.15 Sebbene il settore si stia adattando, la trasformazione è impegnativa e richiede un continuo sostegno governativo, ad esempio per l’irrigazione, e cambiamenti strategici per garantire stabilità e sicurezza alimentare a lungo termine.

2.4. Settore Tecnologico (ICT e Outsourcing IT): Robusto Potenziale di Crescita

Il settore tecnologico ungherese, che include ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) e l’outsourcing IT, mostra un promettente potenziale di crescita. Il mercato ICT ungherese, valutato a 31,59 milioni di dollari nel 2025, è previsto crescere a un tasso di crescita annuale composto (CAGR) dell’11,41% fino al 2033.17 Per quanto riguarda l’outsourcing IT, si prevede che i ricavi raggiungeranno gli 800 milioni di dollari nel 2025, per poi crescere fino a 1,16 miliardi di dollari entro il 2029 (CAGR del 9,8%).18 Il mercato globale dell’outsourcing IT è stimato a 35,19 miliardi di dollari nel 2025.18

Questa espansione è trainata da diversi fattori. L’aumento della digitalizzazione in vari settori, tra cui BFSI (Bancario, Servizi Finanziari e Assicurativi), IT e Telecomunicazioni, e il governo, stimola la domanda di soluzioni ICT avanzate.17 L’adozione crescente di cloud computing, big data analytics e intelligenza artificiale (AI), insieme all’espansione delle reti 5G e alla crescente necessità di soluzioni di cybersecurity, sono catalizzatori chiave.17 Le aziende si rivolgono sempre più all’outsourcing IT per ridurre i costi e migliorare l’efficienza, attratte dal pool di talenti IT altamente qualificati e diversificati dell’Ungheria.18 Il paese offre un ambiente commerciale favorevole, con un basso tasso di imposta sulle società e infrastrutture ben sviluppate, e la sua appartenenza all’Unione Europea garantisce l’accesso a un vasto mercato.18 Incentivi fiscali completi per la ricerca e sviluppo (R&S) rafforzano ulteriormente l’attrattiva dell’Ungheria.18

L’Ungheria vanta un pool di talenti tecnologici di 180.000 professionisti.18 Il sistema educativo ICT del paese ha mostrato una crescita significativa, con 24.237 studenti ICT nel 2021 e 4.034 laureati nello stesso anno.18 L’elevata padronanza dell’inglese e la compatibilità culturale sono ulteriori vantaggi.18 Grandi attori come IBM, TCS, Cognizant, SAP, Oracle e Microsoft stanno attivamente plasmando il mercato.17 Nonostante le prospettive positive, esistono potenziali vincoli, tra cui limitazioni infrastrutturali in alcune regioni, la necessità di professionisti IT qualificati e le continue sfide legate alla privacy e alla sicurezza dei dati.17

Il settore tecnologico si afferma come un motore di crescita chiave e un’opportunità di diversificazione. Le robuste previsioni di crescita per l’ICT e l’outsourcing IT posizionano il settore tecnologico come un motore vitale per la crescita economica e la diversificazione. Questa crescita è strettamente legata alla crescente digitalizzazione e all’adozione di tecnologie avanzate in vari settori.17 L’Ungheria beneficia di vantaggi competitivi significativi, tra cui una forza lavoro qualificata, incentivi per la ricerca e sviluppo, un ambiente commerciale favorevole e l’appartenenza all’UE.18 Sebbene esistano sfide, come le limitazioni infrastrutturali e le preoccupazioni sulla privacy dei dati, i continui progressi tecnologici e le iniziative governative sono propensi a sostenere questa traiettoria di crescita positiva.17 Questo settore rappresenta un’area cruciale per futuri investimenti e la creazione di posti di lavoro ad alto valore, contribuendo a compensare le debolezze nelle industrie tradizionali.

2.5. Dinamiche del Mercato del Lavoro: Cambiamento delle Richieste di Competenze e Stagnazione

Le previsioni per l’occupazione in Ungheria indicano una sostanziale stagnazione nel periodo 2023-2030, seguita da un leggero calo dello 0,1% annuo tra il 2030 e il 2035.11 Questo contrasta con le previsioni di crescita per l’UE-27 nel suo complesso, che si attestano tra lo 0,3% e lo 0,4% annuo per l’intero periodo di previsione.11 La forza lavoro totale in Ungheria è prevista aumentare di circa il 4,5% tra il 2020 e il 2035, un tasso inferiore rispetto all’11% registrato nei 15 anni precedenti.11 Questa dinamica è influenzata dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento dei tassi di partecipazione, in particolare per le donne (+7 punti percentuali rispetto al +3 punti percentuali per gli uomini).11

La crescita dell’occupazione per settore (2023-2030) mostra un quadro misto:

  • Servizi non di mercato: Prevista una crescita relativamente forte (1,3% annuo), trainata dalla pubblica amministrazione e dalla difesa.11
  • Servizi alle imprese e altri servizi: Prevista una crescita debole (0,1% annuo), con forti aumenti nella ricerca e sviluppo, nelle ricerche di mercato e nei servizi professionali; tuttavia, si prevede una crescita più debole nei sottosettori più ampi come i servizi legali, contabili e di consulenza, e negativa per altri servizi e servizi di programmazione informatica.11
  • Settore primario e utilities: Previsto il calo maggiore (-1,6% annuo), principalmente a causa della diminuzione dell’occupazione nel sottosettore agricolo.11
  • Manifatturiero: Previsto un calo dell’occupazione in settori come alimentari, bevande e tabacco, veicoli a motore e metalli di base; solo l’attrezzatura ottica ed elettronica mostra una crescita significativa.11
  • Distribuzione e trasporti: Previsto un calo dell’occupazione nei servizi di trasporto terrestre, magazzinaggio e postali, e nei servizi di alloggio e ristorazione.11

Per quanto riguarda la domanda occupazionale (2022-2035), i professionisti e gli operatori di impianti e macchinari sono le due categorie che dovrebbero generare il maggior numero di opportunità di lavoro (rispettivamente il 24% e il 21% del totale).11 A un livello più dettagliato, la maggior parte delle opportunità si prevede per autisti e operatori di macchinari mobili, professionisti associati all’amministrazione aziendale e professionisti scientifici e ingegneristici.11 Al contrario, si prevede una diminuzione dei lavoratori edili e dei settori correlati, dei lavoratori dei metalli e dei macchinari (probabilmente a causa dell’automazione), e del lavoro d’ufficio (ad eccezione di ruoli specifici).11

Il mercato del lavoro ungherese sta subendo una trasformazione strutturale guidata dalla digitalizzazione e dall’automazione, che porta a una domanda di occupazioni più qualificate, mentre i ruoli tradizionali e intermedi sono in declino. La previsione di un’occupazione complessivamente statica o in calo 11 è accompagnata da uno spostamento della domanda verso “occupazioni di livello superiore” come professionisti e operatori di impianti e macchinari, e lontano da ruoli di “livello inferiore” e “intermedi” influenzati dall’automazione.11 I settori in crescita, come i servizi non di mercato e la ricerca e sviluppo, contrastano con i cali nell’agricoltura, in alcuni sottosettori manifatturieri e nei servizi di trasporto e ristorazione.11 Questo sottolinea la necessità di uno sviluppo proattivo delle competenze e di riforme educative per allinearsi alle mutevoli esigenze dell’economia, in particolare in settori come la scienza e l’ingegneria, al fine di prevenire disallineamenti delle competenze e sostenere la crescita futura.

3. Conclusioni

Al 7 luglio 2025, l’economia ungherese si trova in una fase di transizione caratterizzata da un complesso mix di sfide e opportunità. La stagnazione del PIL nel primo trimestre del 2025 e la continua debolezza del settore industriale, nonostante un certo sostegno derivante dalla resilienza dei consumi, indicano una ripresa disomogenea e fragile. L’inflazione persistente, che si prevede rimarrà al di sopra dell’obiettivo della Banca Nazionale Ungherese fino all’inizio del 2027, limita la flessibilità della politica monetaria e richiede un approccio restrittivo. La situazione fiscale è altrettanto preoccupante, con le proiezioni di deficit che superano costantemente gli obiettivi governativi, sollevando interrogativi sulla sostenibilità del debito pubblico e sull’efficacia delle misure fiscali attuali.

Tuttavia, emergono aree di notevole resilienza e potenziale di crescita. Il settore turistico ha registrato un inizio d’anno eccezionalmente forte, trainato dai visitatori internazionali, sebbene con alcune disparità regionali. Il settore tecnologico, inclusi ICT e outsourcing IT, mostra un robusto potenziale di crescita, alimentato dalla digitalizzazione in espansione, dall’adozione di tecnologie avanzate e da un pool di talenti qualificati. Questi settori rappresentano opportunità cruciali per la diversificazione economica e la creazione di posti di lavoro ad alto valore.

Il mercato del lavoro ungherese sta subendo una trasformazione strutturale, con uno spostamento della domanda verso occupazioni più qualificate a causa della digitalizzazione e dell’automazione, mentre i ruoli tradizionali e intermedi affrontano un declino. Questa dinamica richiede un’attenzione particolare allo sviluppo delle competenze per evitare disallineamenti tra domanda e offerta di lavoro.

In sintesi, l’analisi indica che, per garantire una crescita sostenibile e rafforzare la resilienza in un contesto esterno incerto, l’Ungheria necessita di riforme politiche interne tempestive. Ciò include un consolidamento fiscale ben progettato, il mantenimento di una politica monetaria restrittiva per contenere l’inflazione e riforme strutturali e di governance complete volte ad aumentare la produttività e a salvaguardare la crescita dalle tensioni commerciali e dall’incertezza crescente. È fondamentale sfruttare i settori in crescita come il turismo e l’ICT, affrontando al contempo le vulnerabilità persistenti nell’industria e nel bilancio pubblico.

FONTI

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