Così com’era stata proposta la tassa su Internet, la prima al mondo in questa forma, non può essere introdotta. Lo ha detto Viktor Orbán durante il consueto intervento radiofonico del venerdì, particolarmente atteso questa settimana proprio per il cocente dibattito intorno al balzello sul web.
Questa legge non s’ha da fare, dunque? Il messaggio del primo ministro ungherese è diverso: se ne riparlerà a gennaio 2015, aprendo un tavolo di discussione “con le persone”. “Non siamo comunisti, occorre fare le leggi insieme alla gente” ha detto. Un primo passo indietro, un tetto massimo mensile di 700 fiorini per i privati e di 5mila per le aziende, era stato annunciato in seguito alle due proteste che hanno portato in tutto in strada circa 100mila persone. Adesso, con la minaccia di una nuova manifestazione (17 novembre, a meno di ritiro della proposta) e con le contestazioni degli investitori stranieri, contrari alla misura fiscale, il governo Fidesz sembra per una volta costretto a tirare i remi in barca. Per il momento.
Claudia Leporatti
Redazione Economia.hu