L’industria supera le aspettative, ma la guerra oscura le prospettive.

Sebbene la performance dell’industria ungherese abbia superato le aspettative più audaci a Gennaio, il ritmo della crescita difficilmente può essere mantenuto, poiché le conseguenze finora imprevedibili della guerra in Ucraina rendono le prospettive incerte.

Secondo il primo comunicato dell’Ufficio centrale di statistica (KSH), il volume della produzione industriale ungherese a Gennaio di quest’anno è stato dell’8,9% in più rispetto all’anno scorso. Secondo KSH, sono state la maggior parte delle sottosezioni manifatturiere ad incrementare la crescita.

Dopo un calo di sei mesi, la produzione di mezzi di trasporto è nuovamente aumentata, sebbene la produzione di computer, prodotti elettronici e ottici sia praticamente stagnante. Rispetto ai prodotti alimentari, alle bevande e al tabacco, la produzione è cresciuta al di sopra della media industriale.

Performance industriali imprevedibili.

Péter Virovácz, analista senior di ING Bank, ha affermato che l’industria ungherese ha visto un inizio d’anno estremamente positivo, con una crescita a Gennaio superiore alle aspettative.

L’industria automobilistica ha svolto un ruolo centrale nelle prestazioni eccellenti. Nel primo mese e mezzo dell’anno si parlava di una diminuzione della scarsità di pezzi industriali, ma la guerra ha posto fine a questo sviluppo positivo in un minuto.

Con la chiusura degli stabilimenti di produzione in Ucraina, un numero crescente di fabbriche automobilistiche in Europa sta esaurendo i pezzi. Inoltre, una parte significativa degli appalti europei proviene dalla Russia, provocando una consistente carenza di alluminio, nichel e palladio. Tutto ciò rallenterà ulteriormente la capacità produttiva industriale in tutta Europa.

L’analista ha specificato che si potrà assistere ad un livello di chiusura industriale più basso rispetto a quello osservato durante la crisi pandemica da coronavirus. La performance industriale di quest’anno è, quindi, imprevedibile e chiaramente si andrà incontro ad un altro anno complicato.

Gábor Regős, capo dell’attività macroeconomica di Századvég Gazdaságkutató Zrt., ha osservato che la performance positiva è dipesa dal fatto che le interruzioni dell’offerta e la carenza di microchip si sono leggermente attenuate.

Sulla base dei dati di gennaio, il settore potrebbe dare un contributo positivo allo sviluppo economico nel primo trimestre e il suo contributo alla crescita potrebbe essere favorevole durante tutto l’anno.

Allo stesso tempo, molti sono i rischi derivanti dalla guerra russo-ucraina come la fluttuazione della domanda, le difficoltà di approvvigionamento o le interruzioni della catena di approvvigionamento.

Le grandi aziende internazionali hanno cercato di accorciare le loro catene di approvvigionamento sulla scia della pandemia, ma ciò sta solo rendendo la produzione più costosa.

Orsolya Nyeste, analista senior di Erste Bank, è rimasta sorpresa dall’aumento della produzione industriale rispetto al mese precedente, poiché gli analisti avevano previsto una stagnazione.

Tuttavia, la prospettiva è ora incerta. I dati di gennaio suggeriscono che le tensioni sull’offerta potrebbero essersi leggermente attenuate e questo ha aiutato maggiormente la produzione di veicoli.

Rischi al ribasso

Un’altra questione importante sulla scia della guerra riguarda la domanda che potrebbe indebolirsi a causa della scarsa fiducia riposta dalle imprese e dai consumatori. Nonostante il forte slancio del momento, le prospettive si sono offuscate. Più la guerra persisterà, più è probabile che compaiano rischi al ribasso.

Oltre la domanda, anche i tassi di interesse sono sotto i riflettori in tutta la regione. Infatti, mentre il fiorino ungherese e lo zloty polacco sono crollati ai minimi storici sulla scia dell’invasione russa, le banche centrali insistono sull’aumento dei tassi di interesse.

Dall’inizio della guerra, il fiorino ha perso quasi il 9% rispetto all’euro e ha raggiunto il minimo storico il 7 marzo 2022, quando un euro è stato scambiato per quasi 400 fiorini.

Il Consiglio monetario ha ampliato il suo margine di manovra sulla politica monetaria, che è cruciale nella situazione attuale. La Banca Centrale ungherese ha aggiunto che, se necessario, è pronta a continuare a rispondere in modo rapido e flessibile ai rischi delle materie prime e dei mercati finanziari derivanti dal contesto in rapida evoluzione, modificando il tasso sui depositi a una settimana.

Tuttavia, come affermato da alcuni economisti di Unicredit : “Lo zloty, il fiorino e la corona ceca rischiano di rimanere deboli nonostante i tentativi delle rispettive banche centrali di contenere le perdite, attraverso una politica monetaria interna più restrittiva o un intervento di mercato aperto”.

Fonte: Budapest business journal

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