La crisi deve essere analizzata guardando al futuro, in modo da coglierne gli effetti positivi su paesi come l’Ungheria e la Russia. L’Europa centrale ed orientale, infatti, sta attraversando un periodo complesso che tuttavia non si è tradotto in un calo di opportunità per chi desidera fare un buon investimento. I settori ipiù proficui sono l’immobiliare, il finanziario, il manifatturiero e l’agroalimentare.
Certo i problemi sono molti, a partire dal deficit e dalla svalutazione della moneta in paesi che, come l’Ungheria, sono ancora fuori dalla zona Euro. L’aspetto positivo è che la crisi ha messo a dura prova tutti i settori in difficoltà, portando in primo piano la necessità di nuove riforme. Gli interventi sono già iniziati e, grazie anche ai fondi messi a disposizione da FMI, UE e Banca Centrale, l’Ungheria potrebbe non solo riprendersi, ma anche adottare l’Euro nei tempi previsti. In un’intervista su Repubblica, Varel Freeman, vicepresidente della BERS (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo) incoraggia gli investimenti nell’Est Europeo, ricordando che le economie di questi paesi sono giovani e non potranno che crescere. Sul rischio di un blocco dovuto alla crisi, Freeman argomenta che tra 10 anni questo periodo”sarà storia” e chi non avrà investito nell’Est lo rimpiangerà.
Claudia Leporatti
Redazione Economia.hu