Intervista a Mario Puleo, da EconGas Italia a EconGas Hungaria

BUDAPEST – Intervista a Mario Puleo, Managing Director di EconGas Hungária Kft., unità ungherese del gruppo austriaco EconGas società pioniera a livello europeo nell’ambito della liberalizzazione del settore gas naturale. Negli uffici della divisione ungherese di EconGas, in un prestigioso palazzo nella famosa Andrássy út, il viale più elegante di Budapest, parliamo della crescita del gruppo e delle caratteristiche del mercato energetico nel 2012 in Ungheria, Paese interessato da pesanti misure anti-crisi attivate lo scorso anno.



Di cosa si occupa EconGas?
Le nostre attività principali sono l’acquisto e la vendita di gas naturale a clienti con un importante consumo annuo, ma anche il trading su tutte le piazze commerciali europee.
Quante persone lavorano nell’azienda?
Il gruppo impiega circa 170 persone e il nostro organico è in continua crescita.
Come nasce EconGas?
Per unione dei suoi componenti austriaci con una delle più importanti transazioni mai avvenute in Austria in questo settore. EconGas comincia a operare nel gennaio del 2003, con quartier generale a Vienna. Nel 2005 nasce EconGas Italia S.r.l. con sede a Milano e nello stesso anno comincia a operare anche la filiale tedesca. Nel 2007 apre i battenti EconGas Hungária. I mercati a cui guardiamo per una prossima espansione sono paesi nel nord-ovest, centro e sud-est Europa. I nostri esperti preparano attualmente una possibile apertura in Croazia.
EconGas partecipa a un progetto lanciato nel 2008, quello per un importante gasdotto in Europa centro-orientale. Proprio lei ha partecipato nell’ottobre del 2010 all’inaugurazione dell’interconnettore tra Szeged e Arad, in Romania, un’infrastruttura CEE di 108 km. Può parlarci del contributo di EconGas a questa infrastruttura?
EconGas ha stipulato un contratto di trasporto a lungo termine per il gasdotto, di cui l’operatore di trasporto FGSZ Földgázszállító Zrt. ha costruito la porzione ungherese e Transgaz S.A. quella in Romania, un investimento totale stimato circa 70 milioni di euro. L’interconnettore amplia l’integrazione tra i mercati europei e porta avanti il processo di liberalizzazione della regione, punti che ci stanno molto a cuore e ci rendono fieri di essere tra le prime società di gas naturale a contribuire al suo trasporto nell’interconnettore Szeged-Arad.
Quali cambiamenti dell’ultimo decennio hanno modificato maggiormente il mercato energetico?
Sicuramente la liberalizzazione del mercato del gas da parte dell’UE. Per competere con i grandi come E.ON, ENI, GdF e MOL abbiamo una diversificazione del portafoglio al fine di massimizzare la sicurezza dell’approvvigionamento con contestuale mantenimento della competitività dei costi e stoccaggi in ogni paese, anche se il principale resta in Austria. Offriamo forniture a industriali, municipalità, compagnie di gas naturale e anche a centrali termoelettriche con servizi di alto livello, fortemente specializzati. Tutto questo ci rende competitivi in Europa. Siamo passati da un export quasi inesistente nel 2003 a fatturare oltre il 50% grazie alle esportazioni.
Ha sempre vissuto in Germania e in Austria, con diversi periodi in Italia, Francia ed Inghilterra. Dopo aver diretto per due anni EconGas Italia S.r.l. è diventato amministratore delegato di EconGas Hungária. Quali sono le peculiarità dell’Ungheria dal punto di vista di un CEO?
Sono in Ungheria da tre anni, la mia vita si divide tra Vienna, Budapest e Milano e ho avuto modo di conoscere un mercato complesso come quello ungherese. La crisi e le tasse extra non sono di certo facili da affrontare. Così l’Ungheria rischia di non offrire premesse stabili per investimenti a lungo termine. Nel 2010 il governo ha introdotto ulteriori tasse straordinarie questa volta della durata di tre anni su alcuni grandi settori (energia, telecomunicazioni e grande distribuzione). Quello che è peggio è che non sono state misure preannunciate con anticipo sufficiente a garantire alle imprese una pianificazione adeguata, anzi sono state addirittura misure retroattive! Le conseguenze si vedranno nei risultati e richiedono misure gestionali che certamente non promuovono ulteriori investimenti. In ogni caso, la nostra sede di Budapest sta crescendo grazie ad una conduzione commerciale sempre in grado di rispondere alle condizioni di mercato.
Quali sono i punti critici della gestione di un’attività in Ungheria?
Occorre stare molto attenti nella gestione di tre dimensioni manageriali e aziendali: nel disegno strategico del business, nella sua implementazione e nell’esecuzione delle attività operative. Inoltre bisogna affidarsi dei lavori e servizi competenti. In questo paese la forza lavoro è qualificata e precisa, bisogna selezionarla con cura e creare un gruppo ben bilanciato. Prodotti e servizi ad alto livello e un team eccellente sono le premesse per un successo duraturo nel settore.

Claudia Leporatti

Redazione Economia.hu

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