Manifestazione studentesca nel tardo pomeriggio di ieri a Budapest contro l’eliminazione di diversi corsi di studi, inclusa nella bozza di riforma universitaria, la “Legge Nazionale sull’Educazione Superiore”. “O ritirate la proposta o continueremo la protesta ad oltranza”: questo l’ultimatum dei manifestanti.
Un’azione che sembra essere andata a segno: congelata subito la preannunciata chiusura di alcuni indirizzi di studi. Ed è notizia di questa mattina che il Ministero ha dato “3 ore” alle università per riorganizzare i loro corsi di laurea in Relazioni Internazionali (uno dei percorsi formativi che avrebbe dovuto essere eliminato).
Un ampio e lungo corteo di studenti ha attraversato il centro di Budapest alle 18.30 circa del 22 aprile, al grido di “Non molliamo!” e rivendicando a viva voce il diritto di scegliere il loro futuro in modo libero. Erano circa 1000, soprattutto studenti della facoltà di Scienze Sociali della ELTE, uno dei maggiori atenei della capitale. Un’azione che sembra essere andata a segno: immediato il ritiro dalla proposta di diversi provvedimenti, in particolari quelli sulla chiusura di alcuni indirizzi di studi. Tra queste ultimi Studi Internazionali, Comunicazione, e l’accorpamento delle suddivisioni della facoltà di Psicologia. Si sono uniti alla protesta anche ragazzi più giovani, quelli della la scuola superiore tecnica Raoul Wallenberg, specializzata in ambito sanitario. Il governo ha deciso di utilizzare la grande sede della scuola per l’università statale e, anziché individuare una sede alternativa alla Raoul, ha previsto lo scorporo degli studenti in diverse altre scuole. Gli studenti si proclamano contrari in quanto lo smembramento andrebbe a corrodere la qualità della formazione professionale dell’istituto e chiedono dunque una struttura adeguata.
Claudia Leporatti
Redazione Economia.hu