3 dicembre 2024: recessione tecnica, sfide salariali e incertezza economica dominano l’agenda ungherese ed europea

L’Ungheria entra in recessione tecnica con un calo del PIL dello 0,8% nel terzo trimestre 2024
Il 3 dicembre 2024, l’Ufficio Centrale di Statistica ungherese (KSH) ha confermato che nel terzo trimestre del 2024 il PIL dell’Ungheria è diminuito dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, indicando una recessione tecnica. Questo calo è attribuito principalmente alla contrazione del settore industriale, con una diminuzione del 4,4%, e in particolare del manifatturiero, sceso del 6,2%. Anche l’agricoltura ha registrato una significativa flessione del 14,9%, mentre il settore dei servizi ha mostrato una crescita dell’1,9%, trainata da istruzione, trasporti e comunicazioni. Nonostante questi dati, il governo ha espresso ottimismo riguardo alla ripresa economica, prevedendo una crescita del PIL tra il 3% e il 6% nel 2025, sostenuta da politiche fiscali espansive e investimenti infrastrutturali.

Mercatini di Natale a Budapest: stipendi fino a 1 milione di fiorini per i venditori di kürtőskalács
Al mercato natalizio davanti alla Basilica di Santo Stefano a Budapest, una posizione per la preparazione del kürtőskalács offre uno stipendio netto di 500.000 fiorini al mese, con la possibilità di raggiungere 1.000.000 di fiorini grazie a bonus legati alle vendite. La domanda di personale per i mercatini di Natale è elevata, con offerte che includono salari giornalieri fino a 60.000 fiorini per specifiche mansioni.

Indagine Grafton: il 70% dei lavoratori ungheresi pronto a cambiare impiego per salari più alti
Il 3 dicembre 2024, un’indagine della Grafton Recruitment ha rivelato che la maggioranza dei lavoratori impiegatizi in Ungheria è aperta a cambiare lavoro, principalmente a causa di insoddisfazione salariale. Nel 2024, gli aumenti salariali per questi lavoratori si sono attestati tra il 6% e il 10%, con previsioni di incrementi tra il 5% e l’8% per il 2025, appena sopra l’inflazione prevista del 3-4%. Settori come la finanza hanno visto aumenti fino al 20%, mentre l’IT ha registrato una stagnazione salariale. La ricerca evidenzia che il 70% dei dipendenti è disposto a cambiare lavoro, con il 90% di coloro che hanno ricevuto aumenti inferiori al 5% particolarmente propensi al cambiamento. Oltre alla retribuzione, fattori come l’equilibrio tra vita lavorativa e privata e le opportunità di carriera influenzano le decisioni dei lavoratori. Le aziende stanno rispondendo offrendo benefit come l’assicurazione sanitaria per attrarre e mantenere i talenti.

Accordo tra NGM e MKIK per rafforzare le PMI attraverso il Programma Demján Sándor
Il 3 dicembre 2024, il Ministero dell’Economia Nazionale ungherese (NGM) e la Camera di Commercio e dell’Industria Ungherese (MKIK) hanno siglato un accordo di collaborazione volto a rafforzare le piccole e medie imprese (PMI) attraverso il Demján Sándor Program. Questo programma mira a raddoppiare le dimensioni delle PMI ungheresi mediante finanziamenti di capitale, prestiti agevolati e sovvenzioni a fondo perduto. Nagy Elek, presidente dell’MKIK, ha sottolineato l’importanza di una cooperazione costruttiva con il governo per migliorare la competitività delle imprese, affrontando sfide come la debole domanda di mercato, la carenza di manodopera qualificata e l’eccessiva burocrazia. Il ministro dell’Economia, Márton Nagy, ha ribadito l’impegno del governo nel sostenere le PMI, riconoscendo il ruolo cruciale dell’MKIK nell’implementazione efficace del programma.

Moody’s ritira il rating “Baa3” di MOL; S&P conferma “BBB-” con outlook stabile
Il 3 dicembre 2024, Moody’s ha ritirato il rating “Baa3” con outlook positivo assegnato a MOL, una delle principali compagnie petrolifere e del gas dell’Europa centrale. La decisione è stata presa per motivi interni all’agenzia e non riflette preoccupazioni sulla solidità finanziaria o sulla governance di MOL. È importante notare che, al momento del ritiro, il rating di MOL era considerato di qualità d’investimento. Parallelamente, altre agenzie di rating, come S&P Global Ratings, hanno recentemente confermato il rating “BBB-” con outlook stabile per MOL, indicando una continua fiducia nella stabilità finanziaria dell’azienda.

Ondata di fallimenti in Svezia: oltre 10.000 aziende previste in bancarotta entro fine 2024
La Svezia sta affrontando una grave ondata di fallimenti aziendali, con oltre 10.000 imprese previste in bancarotta entro la fine del 2024, un livello mai visto dagli anni ’90. Secondo Creditsafe i Sverige AB, nei primi undici mesi dell’anno, 9.197 società a responsabilità limitata hanno dichiarato fallimento, segnando un aumento del 24% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 64% rispetto a due anni fa. Henrik Jacobsson, CEO di Creditsafe, attribuisce questa crisi in parte alle sospensioni fiscali temporanee concesse durante la pandemia, che ora si stanno rivelando una “bomba a orologeria” per molte aziende.

Carlos Tavares si dimette da CEO di Stellantis; azioni in calo dell’8%
Il 1° dicembre 2024, Carlos Tavares ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato di Stellantis con effetto immediato, a seguito di divergenze strategiche con il consiglio di amministrazione. Durante il suo mandato, iniziato nel gennaio 2021 con la fusione tra PSA e Fiat Chrysler, Tavares ha affrontato sfide significative, tra cui un calo del 20% delle vendite e una riduzione del 50% dei profitti nel terzo trimestre del 2024. In risposta alle sue dimissioni, Stellantis ha istituito un comitato esecutivo ad interim presieduto da John Elkann, con l’obiettivo di nominare un nuovo CEO entro la prima metà del 2025. La notizia ha avuto un impatto immediato sul mercato azionario, con una diminuzione dell’8% del valore delle azioni di Stellantis. La società ha ribadito il suo impegno nel perseguire gli obiettivi finanziari e strategici precedentemente stabiliti, nonostante le sfide attuali.

Fondi UE per l’Ungheria bloccati dal 26 giugno; solo il 56% dei 21,8 miliardi di euro accessibile
Al 3 dicembre 2024, l’Ungheria non ha ricevuto fondi dall’Unione Europea dal 26 giugno dello stesso anno. Dei 21,8 miliardi di euro previsti per il periodo 2021-2027, solo il 56% è attualmente accessibile a causa di questioni in sospeso. Finora, sono stati erogati circa 1,8 miliardi di euro, pari all’8,3% del totale. Nonostante ciò, l’Ungheria si colloca tra i primi dieci Stati membri per utilizzo dei fondi. Il Ministero dell’Amministrazione Pubblica e dello Sviluppo Territoriale ha dichiarato che oltre 12 miliardi di euro sono disponibili per essere integrati nell’economia nazionale.

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