Ungheria vs immigrati clandestini: quadro della situazione

Fidesz, il partito del primo ministro ungherese Viktor Orbán, ha intenzione di presentare un disegno di legge che chiuda i confini meridionali del Paese all’immigrazione clandestina.

 

Orbán ha inoltre criticato il sistema di quote  proposto dall’UE per gestire l’immigrazione affermando che “è al limite con la follia”. Intanto imperversa la polemica sui cartelloni pubblicitari contro l’immigrazione, che recitano slogan come “Se vieni in Ungheria non puoi prendere i posti di lavoro degli ungheresi” (ma anche “Se vieni in Ungheria devi rispettare la nostra cultura” e “Se vieni in Ungheria devi rispettare le nostre leggi”).  I più attivi think-tank per i diritti umani del Paese, Kétfarkú Kutyapárt (“il partito del cane a due code”) e Vastagbőr hanno avviato una raccolta di fondi per togliere i manifesti, che nel frattempo sono stati vandalizzati da alcuni esponenti di Egyutt, uno dei principali partiti di centro-sinistra. La campagna ha già raccolto 11 milioni di fiorini (dato aggiornato al 10 giugno) che vengono utilizzati per affiggere dei manifesti di reazione dal messaggio semplice ed eloquente: “Sorry for our Prime Minister”. Oggi Orbán ha approfittato dell’assemblea generale dell’Unione Banche Arabe per dichiarare che l’Ungheria è un Paese aperto e amichevole, dove non sussistono ostacoli agli investimenti esteri. 

Gli investitori stranieri, ha aggiunto il pm, creano lavoro in Ungheria e per questo motivo sono nostri amici. La sicurezza è di ottimo livello, ha proseguito, e la “cultura del rispetto” è diffusa nel Paese, nonostante in questa parte del mondo il rispetto sta iniziando a svanire.
L’Ungheria ha fatto sapere di voler intraprendere azioni volte a rafforzare il confine con la Serbia, per arginare il flusso di migranti e richiedenti asilo.
A capo del caucus del partito conservatore Antal Rogán ha dichiarato infatti che il gruppo parlamentare della Fidesz sta considerando la preparazione di una legge per la chiusura del confine meridionale per alcune questioni legali, spiegando che “in pratica questo significa che potremmo passare una legge che coloro che entrano in Ungheria da un Paese sicuro, da uno stato di transito sicuro, non possono presentare domanda per asilo politico qui”. La maggior parte dei richiedenti asilo, ricorda la Reuters, arrivano in Ungheria da Kosovo, Afghanistan e Syria. Secondo la legge internazionale, sottoscritta dalla stessa Ungheria, qualsiasi individuo ha diritto a chiedere asilo.

Riguardo alla consultazione nazionale (i questionari spediti via posta e possono essere compilati anche online) il portavoce del governo Zoltán Kovács ne ha parlato in una conferenza stampa convocata sabato scorso, riferendo che per ora 400mila cittadini ungheresi hanno risposto al questionario. Secondo Kovács le 200mila risposte visionate e catalogate per ora mostrano che la maggioranza si aspetta un azione più determinata da parte dell’Ungheria in materia di immigrazione.

Nei giorni scorsi era intervenuto sulla questione anche l’ex primo ministro Ferencs Gyurcsány, affermando che accogliere i 700 rifugiati assegnati all’Ungheria dall’UE rientra nella responsabilità umanitaria e cristiana del Paese, sottolineando che ogni anno lo stato riceve 2,3 miliardi di euro in fondi comunitari e che quindi sarebbe comunque l’unione a finanziare l’accoglienza e l’integrazione delle 700 persone.

Claudia Leporatti

Redazione Economia.hu

spot_img

Articoli recenti

Redazione
Redazione
La Redazione di Economia.hu e si avvale delle competenze dei professionisti dello studio di consulenza ITL Group, che dal 1995 supporta le aziende italiane della loro crescita in Ungheria. Editor-in-chief: Irene Pepe Leggi di piú nel Chi siamo >https://economia.hu/chi-siamo/

Altri articoli che potrebbero interessare

Instagram

Articoli più recenti