Il governo ungherese starebbe pianificando il monopolio sulla vendita degli alcolici, per limitarne la vendita a negozi specializzati, in modo simile a quanto effettuato con il tabacco nel 2013. I giornali che riportano l’informazione, tuttavia, citano fonti non specificate “vicine al governo”.
Se la notizia verrà confermata, potrebbe essere una nuova rivoluzione commerciale, estetica e sociale. Dal prossimo anno l’Ungheria subirebbe una riorganizzazione completa del mercato degli alcolici, di cui il consumo è di 13 litri pro capite secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (dato 2013). L’opposizione ha subito chiesto una conferma in merito da parte dell’Ufficio del Primo Ministro e al Ministero dell’Economia. Le polemiche sono state sollevate anche dal partito socialista, che paventa la chiusura di 100mila piccoli negozi e bar, con la conseguente emorragia di posti di lavoro. Secondo il partito di centro-sinistra E-PM, inoltre, una svolta simile porterebbe a un aumento del mercato nero. A questo proposito la formazione democratica porta l’esempio del monopolio del tabacco, denunciando appunto l’aumento delle vendite illegali che avrebbe portato. I socialisti, in modo più incisivo, hanno chiesto al governo di negare i piani in merito, minacciando di combattere altrimenti per “salvare i posti di lavoro degli ungheresi e la loro salute”. Il Napi Gazdaság lo aveva scritto già a maggio, ma la questione sarebbe più articolata e sistematica di quanto reso noto all’epoca e potrebbe portare a una rete di negozi, proprio come successo con le sigarette e i prodotti a base di tabacco.
Claudia Leporatti
Redazione Economia.hu