Aggiornamento: Soros attenderà la promulgazione della legge “Stop Soros” per decidere l’eventuale ricollocazione della storica sede di Budapest
Venerdì era trapelata la notizia parla della decisione di chiudere degli uffici di Budapest di Open Society ricollocandoli a Berlino, mentre Orbán professava la sua intenzione di proseguire la lotta contro il filantropo a prescindere dall’ubicazione.
La fondazione, nata a Budapest nel 1984, porterà la sua sede a Vienna e in seguito a Berlino. Secondo il Die Presse il presidente di OS Patrick Gaspard è stato a Budapest ieri per informare i 100 dipendenti dell’organizzazione che le operazioni saranno spostate fuori dai confini ungheresi. Durante la sua intervista radiofonica del venerdì, Orbán ha scherzato: “la gente capirà se non verso lacrime di coccodrillo”. Soros è stato nel mirino di Fidesz durante l’intera campagna elettorale che ha visto il leader della Fidesz riconfermato al potere. A inizio anno il governo ha messo in cantiere un pacchetto di leggi ribattezzato “Stop Soros”, la cui approvazione dovrebbe avvenire durante il mandato appena inaugurato. Open Society non commenta né pubblica notizie sulla chiusura: la pagina Facebook dell’ONG è aggiornata regolarmente con notizie dal mondo, ma non vi è menzione del ritiro da Budapest. Nonostante Soros, nato in Ungheria ma naturalizzato americano, non fosse candidato alle elezioni, la campagna della Fidesz ha insistito sul suo coinvolgimento nella politica magiara. I candidati di opposizione, secondo la retorica del partito vincitore, sarebbero stati legati al magnate come pedine nelle sue mani. Pochi giorni fa in una conferenza stampa in Lussemburgo, il ministro degli Esteri uscente Péter Szijjártó ha dichiarato che il miliardario sarebbe in colloquio con Bruxelles per punire l’Ungheria e gli ungheresi per aver votato Fidesz.
Redazione Economia.hu