Revisione Economica Ungherese: Sviluppi Chiave al 5 Agosto 2025

Sintesi Esecutiva

Il 5 agosto 2025, l’economia ungherese presenta un quadro complesso, caratterizzato da una modesta crescita del PIL trainata principalmente dai servizi, ma con prospettive di crescita per l’anno in corso riviste al ribasso da diverse istituzioni. L’inflazione elevata continua a rappresentare una sfida significativa, erodendo il potere d’acquisto dei consumatori e influenzando la politica monetaria restrittiva della banca centrale. Sul fronte fiscale, i target di deficit per il 2025 sono stati rivisti al rialzo, segnalando una persistente pressione sulle finanze pubbliche.

A livello microeconomico, si osservano investimenti strategici e significative attività aziendali in settori chiave come l’automotive, l’energia e il commercio al dettaglio, indicando sacche di fiducia e potenziale di crescita. Tuttavia, il settore del commercio al dettaglio è frenato da un’inflazione che limita la spesa dei consumatori, nonostante l’aumento dei redditi reali. Le dinamiche del mercato del lavoro mostrano un certo ammorbidimento, con segnali di costi crescenti per le imprese. Le relazioni con l’Unione Europea e le questioni di governance rimangono fattori determinanti per la stabilità economica e l’accesso ai fondi.

PODCAST IN ITALIANO

1. Panorama Macroeconomico

Questa sezione esamina gli indicatori economici più ampi e le posizioni politiche che definiscono l’ambiente economico ungherese, come riportato o discusso il 5 agosto 2025.

1.1. Performance e Proiezioni del PIL

Nel secondo trimestre del 2025, il Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’Ungheria ha registrato una crescita modesta dello 0,2% su base annua, con una correzione per gli effetti stagionali e di calendario. I dati grezzi hanno mostrato un aumento dello 0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Su base trimestrale, la performance economica è aumentata dello 0,4% dopo le correzioni stagionali e di calendario. Per la prima metà del 2025, il PIL è rimasto invariato in termini grezzi e ha registrato una diminuzione dello 0,1% dopo le correzioni rispetto alla prima metà del 2024. Il settore dei servizi, in particolare l’informazione e la comunicazione, ha contribuito maggiormente a questa crescita, mentre l’industria e l’agricoltura hanno rallentato l’espansione complessiva.1

Le proiezioni per la crescita del PIL nel 2025 mostrano una notevole divergenza tra le diverse istituzioni, con una tendenza generale verso revisioni al ribasso. Il governo ungherese ha ridotto la sua previsione di crescita per il 2025 all’1%.3 Századvég Konjunktúrakutató stima una crescita del PIL dell’1,0% per il 2025, seguita da un 2,6% nel 2026, prevedendo che la crescita sarà trainata principalmente dall’aumento dei consumi, con una proiezione del 3,7% per quest’anno.4 ING Think ha rivisto al ribasso le sue previsioni, stimando una crescita del PIL dello 0,7% per il 2025 e del 2,5% per il 2026. Nonostante il PIL del secondo trimestre sia stato una “piccola sorpresa positiva”, il quadro generale rimane “deludente” a causa della stagnazione nella prima metà dell’anno, della diminuzione della fiducia delle imprese e dei consumatori, e di un outlook industriale meno favorevole.2 Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) proietta una crescita del PIL reale dell’1,4% per il 2025 5, mentre la Commissione Europea prevede un’accelerazione della crescita al 1,8% nel 2025 e al 3,1% nel 2026, con i consumi che dovrebbero rimanere il motore principale, sostenuti da una forte crescita del reddito reale.6

La disparità e la tendenza al ribasso nelle aspettative di crescita indicano una valutazione più cauta dell’outlook economico. La revisione al ribasso della previsione del governo all’1% è un segnale importante, suggerendo una visione più realistica e meno ottimistica rispetto alle proiezioni precedenti o a quelle di organismi esterni come il FMI o l’UE. Questa prudenza collettiva, nonostante la “piccola sorpresa positiva” del secondo trimestre 2, suggerisce che le debolezze strutturali sottostanti, in particolare nell’industria e nell’agricoltura 1, e le questioni di fiducia sono percepite come più influenti rispetto ai dati positivi a breve termine. Questo fornisce una comprensione più approfondita del sentimento economico prevalente e delle sfide.

Sebbene il consumo sia costantemente indicato come il principale motore della crescita del PIL per il 2025 4, i dati del settore del commercio al dettaglio 7 rivelano una notevole disconnessione: il reddito reale è aumentato di quasi il 10% nei primi cinque mesi del 2025, ma le vendite al dettaglio nette sono cresciute solo di un modesto 2%. Questo suggerisce che l’inflazione elevata (4,8% complessiva, con un 8,2% ancora più alto per gli alimentari e un 6,7% per l’energia in Ungheria, rispetto a un’inflazione media del 2% nell’UE 7) sta erodendo il potere d’acquisto dei consumatori e la fiducia, limitando l’impatto effettivo dell’aumento dei redditi sulla spesa. Questa dinamica indica una potenziale fragilità nel modello di crescita basato sui consumi.

Tabella 1: Indicatori Economici Chiave e Previsioni per l’Ungheria (2025)

IndicatoreUnità (%)Previsione del GovernoPrevisione FMIPrevisione Commissione UEPrevisione SzázadvégPrevisione ING Think
Crescita del PIL Reale%1.0 31.4 51.8 61.0 40.7 2
Indice dei Prezzi al Consumo%N/A4.9 5N/A4.6 44.0-5.0 2
Deficit di Bilancio% del PIL4.1 4N/A4.6 6N/A4.5-4.8 2

1.2. Inflazione e Politica Monetaria

Le proiezioni per l’inflazione dei prezzi al consumo nel 2025 si attestano al 4,9% secondo il FMI 5 e al 4,6% secondo Századvég.4 ING prevede che l’inflazione fluttuerà tra il 4,0% e il 5,0% su base annua per il resto del 2025.2 Sebbene la componente di fondo dell’inflazione mostri segni di moderazione, il tasso complessivo rimane al di sopra dell’obiettivo della banca centrale.8

Il governo ha implementato regolamenti sui margini di profitto e accordi con fornitori di telecomunicazioni e banche, con l’intento di spingere il tasso di inflazione al di sotto delle aspettative di mercato.4 Tuttavia, queste misure governative, pur mirando a controllare l’inflazione, potrebbero celare una tendenza di riprezzamento sottostante che risulta scomoda.2 Ciò suggerisce che le cifre sull’inflazione riportate o proiettate potrebbero non riflettere pienamente le pressioni sui costi nell’economia. Questo potrebbe portare a un rimbalzo dell’inflazione o alla sua persistenza una volta che tali misure saranno revocate, o se esse creeranno distorsioni nell’offerta, potenzialmente causando instabilità economica futura o una politica monetaria meno efficace.

Le tendenze inflazionistiche limitano il margine di manovra della banca centrale. La Banca Nazionale Ungherese (NBH) dovrebbe mantenere una posizione “hawkish almeno fino alla fine del 2025” a causa delle aspettative sui prezzi non saldamente ancorate, della volatilità del mercato e delle prospettive fiscali.2 Századvég prevede una riduzione massima di 25 punti base dal tasso base attuale del 6,5% nell’ultimo trimestre dell’anno, a condizione che l’ambiente geopolitico ed economico rimanga favorevole.4 La persistenza delle pressioni inflazionistiche e la necessità per la banca centrale di mantenere una posizione restrittiva limitano direttamente la sua capacità di tagliare i tassi di interesse in modo significativo. Questa restrizione sulla politica monetaria implica costi di indebitamento più elevati per le imprese e i consumatori, il che può frenare gli investimenti e rallentare ulteriormente la ripresa economica, creando un dilemma politico in cui le politiche fiscali e monetarie potrebbero operare in direzioni opposte o affrontare gravi limitazioni.

1.3. Politica Fiscale e Prospettive di Bilancio

La legge di bilancio per il 2025, adottata dal Parlamento il 20 dicembre 2024, fissava un obiettivo di deficit del 3,7% del PIL.6 Tuttavia, il governo ha successivamente aumentato il suo obiettivo di deficit dal 3,7% al 4,1% del PIL a maggio 2025.4 La previsione autunnale 2024 della Commissione Europea proiettava un deficit complessivo che sarebbe rimasto elevato, al 4,6% del PIL nel 2025 e al 4,1% nel 2026.6 ING prevede un deficit compreso tra il 4,5% e il 4,8% del PIL entro la fine del 2025.2

La ripetuta revisione al rialzo dell’obiettivo di deficit di bilancio per il 2025 indica una sfida fiscale significativa e in peggioramento. Questo suggerisce che gli obiettivi iniziali del governo erano eccessivamente ottimistici o che spese impreviste e minori entrate stanno influenzando le finanze pubbliche, potenzialmente minando la credibilità fiscale e aumentando la vulnerabilità del paese a shock esterni. Le esigenze di finanziamento lordo, che si sono attestate in media intorno al 16% del PIL nel 2023-2024, dovrebbero rimanere intorno al 14% del PIL nel 2025.6 Un deficit maggiore implica un maggiore indebitamento, che a sua volta aumenta i costi di servizio del debito e solleva interrogativi sulla sostenibilità fiscale.

Con l’adozione del bilancio 2025 a novembre 2024, il governo ha presentato un Piano d’Azione di Politica Economica in 21 punti, che include ulteriori misure di stimolo che dovrebbero essere compensate da aumenti delle tasse, in particolare maggiori prelievi sulle transazioni finanziarie, una tassa straordinaria modificata sulle banche e aumenti delle accise.6 Tuttavia, vi sono rischi per il raggiungimento degli obiettivi fiscali sia a breve che a medio termine. Il FMI avverte esplicitamente che “fare affidamento sui tagli alla spesa in conto capitale per raggiungere gli obiettivi indebolirebbe la crescita e dovrebbe essere evitato”.9 Questo sottolinea un dilemma politico cruciale: come ridurre il deficit senza soffocare la crescita economica, specialmente considerando le già modeste proiezioni del PIL e la necessità di investimenti per guidare la ripresa a lungo termine.

1.4. Contesto Economico Esterno

L’economia ungherese opera in un “ambiente economico globale in continuo indebolimento”.4 La performance economica dei mercati di riferimento dell’Ungheria, in particolare la Germania (il suo principale mercato di esportazione), è decisiva per le sue esportazioni. Dalla precedente previsione, la Commissione Europea ha rivisto al ribasso le sue stime per i paesi europei, inclusa la Germania, influenzando negativamente le aspettative di esportazione dell’Ungheria.4 Le previsioni riviste di Századvég per il 2025 incorporano esplicitamente l’impatto economico della “guerra commerciale” e delle “conseguenze della guerra israelo-iraniana”, indicando una maggiore consapevolezza dei rischi geopolitici più ampi che influenzano le prospettive economiche.4

La vulnerabilità agli shock esterni è evidente, poiché la performance economica dell’Ungheria, in particolare le sue esportazioni, è altamente sensibile alla salute economica dei suoi principali partner commerciali. Se questi partner affrontano rallentamenti economici, ciò influisce direttamente sul volume delle esportazioni ungheresi e, di conseguenza, sulla crescita del PIL. La menzione esplicita di conflitti geopolitici sottolinea l’aumento della complessità e dell’imprevedibilità dei fattori esterni che possono rapidamente alterare le previsioni economiche.

Nonostante la debolezza generale dell’ambiente globale e il suo impatto sulle esportazioni, i rischi di finanziamento esterno dell’Ungheria sono stati mitigati da sviluppi favorevoli nei termini di scambio e da una diminuzione degli investimenti, che hanno aumentato il surplus delle partite correnti.6 Questo fornisce un certo grado di stabilità per il fiorino ungherese (HUF), che rimane sostenuto da un posizionamento favorevole e dal suo appeal di carry trade.2 Questa è una sfumatura importante, in quanto identifica una forma di resilienza: nonostante i venti contrari, la posizione finanziaria esterna dell’Ungheria è relativamente robusta, il che contribuisce a mantenere la stabilità valutaria e a ridurre la vulnerabilità agli shock finanziari esterni.

2. Approfondimenti Microeconomici e sul Business Locale

Questa sezione illustra le attività specifiche delle aziende, le performance settoriali e le tendenze economiche locali riportate il 5 agosto 2025, offrendo una visione granulare dell’economia ungherese.

2.1. Investimenti Chiave e Attività Aziendali

Nel settore energetico, MOL, una delle principali aziende petrolifere e del gas ungheresi, ha firmato un accordo commerciale sul petrolio con la compagnia petrolifera nazionale del Kazakistan, KazMunayGas (KMG), il 5 agosto 2025. Questo accordo segnala un continuo impegno commerciale internazionale e partnership strategiche per le principali imprese ungheresi.10 Nello stesso giorno, MET Group, una società energetica integrata con sede in Svizzera e con significative operazioni in Ungheria, ha annunciato il successo della messa in servizio e l’inizio delle operazioni commerciali del suo primo impianto solare in Germania. Sebbene il progetto si trovi in Germania, questo sviluppo riflette la direzione strategica più ampia e l’impronta internazionale delle aziende energetiche legate all’Ungheria nella transizione verde.10

Per quanto riguarda l’espansione del settore del commercio al dettaglio, Auchan Ungheria ha annunciato una nuova strategia il 5 agosto 2025, con l’ambizioso obiettivo di raddoppiare la propria quota di mercato. Questo indica un impegno significativo nell’espansione e nella competizione all’interno del panorama ungherese del commercio al dettaglio.11

Nell’industria automobilistica, l’ampliamento dello stabilimento Mercedes-Benz a Kecskemét procede secondo i piani.11 Questo sviluppo positivo si aggiunge all’aspettativa più ampia che grandi investimenti industriali, inclusi quelli di BMW, BYD e CATL, avranno un impatto positivo una tantum sulla performance degli investimenti nella seconda metà del 2025.4 Anche l’azienda svizzera Stobag, specializzata in soluzioni di protezione solare e dalle intemperie, sta ampliando il suo stabilimento in Ungheria con un investimento significativo.11

Nonostante la debolezza macroeconomica complessiva e le revisioni al ribasso delle previsioni del PIL, vi è una chiara evidenza di continui investimenti diretti esteri ed espansioni strategiche da parte di attori importanti in settori specifici come l’automotive, il commercio al dettaglio e la produzione specializzata. Ciò indica che l’Ungheria rimane una località attraente per alcuni tipi di investimenti industriali e commerciali, in particolare quelli allineati con le tendenze future come la produzione di veicoli elettrici e il consolidamento del mercato.

Sebbene il settore industriale nel suo complesso abbia inciso negativamente sulla crescita del PIL 1, l’aumento della quota di mercato delle auto elettriche a batteria (passata dal 12,5% nella prima metà del 2024 al 15,6% nella prima metà del 2025) offre un “barlume di speranza” per il settore industriale.2 Questo suggerisce che specifici sottosettori all’interno della produzione, in particolare quelli legati alla transizione verde e alla mobilità elettrica, stanno mostrando resilienza e potenziale di crescita futura, potenzialmente compensando i cali in aree industriali più tradizionali.

Tabella 2: Notizie Notevoli su Business e Investimenti (5 Agosto 2025)

Azienda/EntitàTipo di Attività/NotiziaSettoreDettaglio Chiave/ImpattoFonte (ID Snippet)
MOLAccordo commerciale sul petrolioEnergiaAccordo con KazMunayGas (Kazakistan)10
MET GroupCommissione impianto solareEnergia VerdePrimo impianto solare in Germania operativo10
Auchan UngheriaNuova strategiaCommercio al DettaglioObiettivo di raddoppiare la quota di mercato11
Mercedes-BenzEspansione dello stabilimentoAutomotiveL’ampliamento a Kecskemét procede come previsto11
StobagAmpliamento dello stabilimentoManifatturieroInvestimento significativo in Ungheria11

2.2. Settore del Commercio al Dettaglio e Immobiliare

Nel settore del commercio al dettaglio, sebbene il reddito reale sia aumentato di quasi il 10% nei primi cinque mesi del 2025, le vendite al dettaglio nette sono aumentate solo di un modesto 2%.7 Questa significativa disparità è principalmente attribuita all’inflazione ungherese relativamente alta (4,8% complessiva, con un 8,2% ancora più alto per gli alimentari e un 6,7% per l’energia), che erode la fiducia dei consumatori e frena la spesa.7 La notevole differenza tra la crescita del reddito reale e quella delle vendite al dettaglio nette evidenzia una sfida microeconomica cruciale: l’inflazione elevata sta di fatto “tassando” i guadagni aumentati dei consumatori, portando a una riduzione della spesa discrezionale e a una diminuzione della fiducia dei consumatori. Questo ha un impatto diretto sull’intero settore del commercio al dettaglio e mina l’efficacia del consumo come motore primario della crescita del PIL.

Si è osservata una crescita più robusta nei settori della moda, della salute e bellezza, della casa e del Food & Beverage (F&B), dove la domanda da parte degli inquilini per l’apertura di nuovi negozi è stata più forte rispetto al 2024.7

L’impatto delle politiche governative è evidente: alcuni prodotti sono soggetti a un tetto del 10% sul margine di profitto, e i rivenditori di prodotti per la drogheria, nonostante abbiano registrato una crescita delle vendite superiore alla media dal COVID, stanno ora risentendo degli effetti dei controlli sui prezzi imposti dal governo, il che ha portato a una riduzione dei costi e a un rallentamento delle aperture di nuovi negozi in risposta alla diminuzione dei profitti. Le modifiche alla “legge Plaza-stop”, sebbene attese, hanno creato incertezza tra sviluppatori, rivenditori e istituzioni finanziarie, rallentando i progetti di sviluppo del commercio al dettaglio, inclusi i parchi commerciali.7 Queste politiche, pur mirando a proteggere i consumatori dall’inflazione, potrebbero inavvertitamente soffocare gli investimenti, limitare la concorrenza e ostacolare la crescita del mercato in specifici segmenti del commercio al dettaglio, potenzialmente influenzando l’attrattiva di Budapest come destinazione per lo shopping di alto livello.

Il mercato del lusso in Ungheria affronta sfide, con l’ingresso di nuovi marchi di moda di lusso che rimane inferiore rispetto ad altri paesi dell’Europa centrale e orientale. La presenza di negozi non appropriati, come negozi di souvenir e drogherie, in strade di alto livello come Andrássy, sta allontanando i principali marchi di lusso, nonostante siano stati firmati contratti di locazione per marchi di gioielli di fascia alta e negozi di moda multimarca di lusso.7

Nel settore immobiliare commerciale, i tassi di sfitto, anche nei centri commerciali di categoria “B”, sono diminuiti, e la mancanza di nuova offerta di centri commerciali ha permesso ai canoni di rimanere stabili e, in alcuni casi, di aumentare, fornendo così entrate ai proprietari per modernizzare questi centri. Non sono previsti significativi progetti a uso misto a Budapest dopo l’apertura del Zugló Város Központ di Bayer, ma solo progetti residenziali e per uffici con unità commerciali al piano terra.7

Il programma “Home Start Credit” potrebbe coprire il 30-50% delle spese, indicando un significativo sostegno governativo per l’edilizia abitativa.10 Questo si collega al “boom immobiliare” alimentato dagli incentivi governativi e dagli investimenti esteri, che genera sfide in termini di accessibilità economica per i residenti locali e potenziali rischi di instabilità del mercato.8

2.3. Dinamiche del Mercato del Lavoro

Il mercato del lavoro ha mostrato un ammorbidimento, con una diminuzione dell’occupazione e un aumento delle segnalazioni di “licenziamenti nascosti”, poiché il settore aziendale affronta una stagnazione dopo tre anni. Ciò indica che i produttori ungheresi, pur spesso mantenendo i lavoratori, stanno diventando più sensibili ai costi a causa della diminuzione degli ordini e della ristrutturazione dei piani di produzione.2 La presenza di “licenziamenti nascosti” e un generale ammorbidimento indicano che le imprese sono sotto pressione significativa e cercano attivamente di ridurre i costi. Questo suggerisce che le cifre ufficiali sulla disoccupazione potrebbero non riflettere pienamente l’entità delle difficoltà del mercato del lavoro e che la salute del settore aziendale è precaria, con potenziali implicazioni per il consumo futuro e la stabilità economica complessiva.

Gli sviluppi del mercato del lavoro sono influenzati positivamente dai punti rilevanti del Nuovo Piano d’Azione di Politica Economica annunciato alla fine dell’anno scorso, come l’accordo salariale triennale, l’aumento del beneficio fiscale per le famiglie e l’esenzione dall’imposta sul reddito personale per le donne con figli.4

2.4. Settore Finanziario e Sostegno alle PMI

Il settore finanziario ungherese è caratterizzato da ampi cuscinetti di capitale e liquidità e da un solido portafoglio crediti, con i rischi emersi durante la recessione economica del 2023 che si sono attenuati.6 OTP Bank, il maggiore istituto di credito commerciale ungherese, ha riconosciuto i risultati di uno stress test del 2025 condotto dall’Autorità Bancaria Europea il 4 agosto 2025, un’informazione rilevante nel contesto del 5 agosto.10 La solidità del settore finanziario, evidenziata da forti cuscinetti e un solido portafoglio crediti, contrasta con le difficoltà affrontate da altre parti dell’economia. Questa stabilità è cruciale per il sistema economico complessivo, poiché un settore finanziario sano può continuare a fornire credito e facilitare le transazioni, fungendo da ammortizzatore chiave e consentendo una potenziale crescita futura.

Il Ministero dell’Economia Nazionale ha annunciato il 31 luglio 2025 che avrebbe allentato le condizioni di un programma di credito da 156 miliardi di HUF a sostegno delle PMI, una misura rilevante per il supporto economico in corso.10 L’allentamento delle condizioni per un significativo programma di credito per le PMI indica il riconoscimento da parte del governo del ruolo vitale che le piccole e medie imprese svolgono nella vitalità economica e nell’occupazione. Questo sostegno finanziario diretto mira a mitigare l’impatto negativo dell’ambiente economico difficile su un segmento critico dell’economia, promuovendo l’attività economica locale e l’occupazione.

3. Sfide e Opportunità

Questa sezione sintetizza le persistenti sfide economiche e le opportunità emergenti per l’Ungheria, basandosi sulle osservazioni macro e microeconomiche del 5 agosto 2025.

3.1. Sfide Persistenti

Le pressioni inflazionistiche rimangono elevate e stanno erodendo il potere d’acquisto dei consumatori, creando una significativa disconnessione tra la crescita del reddito reale e le vendite al dettaglio. La preoccupazione è che le misure sui prezzi stiano mascherando le tendenze inflazionistiche sottostanti, comportando rischi per le prospettive a lungo termine e un potenziale rimbalzo una volta che gli interventi saranno revocati.2

La sostenibilità fiscale è messa alla prova dalle revisioni al rialzo degli obiettivi di deficit di bilancio per il 2025 (dal 3,7% al 4,1% da parte del governo, con proiezioni esterne fino al 4,8%) e dalle costantemente elevate esigenze di finanziamento lordo, indicando una persistente pressione fiscale. Esiste il rischio che gli sforzi per raggiungere gli obiettivi fiscali possano comportare tagli alla spesa in conto capitale, che il FMI avverte potrebbero indebolire la crescita.2

La fiducia dei consumatori e delle imprese rimane bassa, contribuendo a vendite al dettaglio contenute e a un pessimismo economico generale. Il mercato del lavoro mostra segni di ammorbidimento, con un aumento delle segnalazioni di “licenziamenti nascosti”, suggerendo una sofferenza del settore aziendale che va oltre le cifre ufficiali sulla disoccupazione e un potenziale di ulteriori perdite di posti di lavoro.2

Nonostante alcuni sottosettori mostrino promesse, i settori industriali e agricoli più ampi continuano a pesare sulla performance del PIL, con una produzione in calo e un minor numero di ordini. Questo indica una difficoltà più ampia per le industrie tradizionali ad adattarsi e competere nel clima economico attuale.1

Le politiche come la “legge Plaza-stop” e i tetti ai margini di profitto creano incertezza e ostacolano lo sviluppo e gli investimenti nel commercio al dettaglio. Più in generale, le persistenti tensioni con l’UE sullo stato di diritto, le accuse di corruzione e le questioni relative all’elusione delle sanzioni 8 rappresentano rischi significativi per la credibilità internazionale, l’accesso a fondi UE cruciali e la stabilità economica complessiva a lungo termine e la fiducia degli investitori.

Le sfide che l’economia ungherese deve affrontare non sono isolate, ma formano una rete complessa e interconnessa, creando un circolo vizioso che esacerba le difficoltà economiche. Ad esempio, l’inflazione elevata (macro) erode direttamente la fiducia dei consumatori (micro) e il potere d’acquisto (micro), il che a sua volta frena le vendite al dettaglio (micro) e quindi mina la crescita del PIL trainata dai consumi (macro). Allo stesso modo, le persistenti pressioni fiscali (macro) potrebbero richiedere tagli alla spesa (decisioni politiche) che potrebbero indebolire ulteriormente la crescita economica (macro), in particolare se gli investimenti di capitale sono colpiti. Inoltre, le questioni di governance sottostanti (fattori politici) influenzano direttamente il rapporto dell’Ungheria con l’UE, potenzialmente incidendo sull’accesso a fondi UE vitali e sul sentimento generale degli investitori internazionali, influenzando così la stabilità macro e microeconomica.

3.2. Opportunità Emergenti e Aree di Resilienza

Nonostante la modesta crescita economica complessiva e i significativi venti contrari, settori specifici come i servizi e l’industria automobilistica (in particolare il nascente segmento dei veicoli elettrici) stanno mostrando una notevole resilienza e continuano ad attrarre investimenti sostanziali.2 Questi investimenti sono cruciali per modernizzare la base industriale e guidare la crescita futura delle esportazioni. Ciò suggerisce che l’economia ungherese sta subendo una trasformazione strutturale, con nuovi motori di crescita ad alto valore aggiunto che emergono anche mentre i settori tradizionali faticano. Questa prospettiva più equilibrata e sfumata del panorama economico evidenzia le aree che potrebbero guidare la ripresa futura.

Il settore dei servizi, in particolare l’informazione e la comunicazione, continua a essere un motore chiave della crescita del PIL, dimostrando resilienza e potenziale per un’ulteriore espansione. La performance di questo settore contribuisce a compensare le debolezze nelle aree industriali e agricole tradizionali.1

Il settore bancario mantiene ampi cuscinetti di capitale e liquidità, fornendo una base stabile per l’economia e mitigando i rischi finanziari. Questa stabilità è fondamentale per garantire un flusso continuo di credito e assorbire potenziali shock economici.6

Il governo sta attivamente implementando diverse misure politiche per sostenere il consumo e le PMI, dimostrando una posizione proattiva nell’attenuare le sfide economiche. I piani d’azione economica del governo, inclusi misure per sostenere la crescita dei salari reali, fornire benefici fiscali (ad esempio, aumento del beneficio fiscale per le famiglie, esenzioni dall’imposta sul reddito per le donne con figli) e offrire programmi di credito per le PMI, mirano a rafforzare la domanda interna e sostenere le imprese locali, fornendo uno stimolo all’attività economica.4

Nonostante la debolezza economica globale, i saldi esterni dell’Ungheria rimangono favorevoli, sostenuti da prezzi energetici più bassi e da una ridotta attività di investimento, che hanno contribuito a un aumento del surplus delle partite correnti. Questo fornisce un certo grado di stabilità per il fiorino ungherese e mitiga i rischi di finanziamento esterno.2 La combinazione di queste misure politiche e delle forze intrinseche dell’economia indica che, sebbene le sfide siano significative, l’economia non è priva di difese e questi fattori potrebbero contribuire a una ripresa più stabile e potenzialmente più rapida di quanto ci si potrebbe altrimenti aspettare.

4. Conclusione

Al 5 agosto 2025, l’economia ungherese si muove in un panorama complesso caratterizzato da una crescita modesta del PIL, trainata dai consumi, che è però messa alla prova da un’inflazione persistentemente elevata e da una fiducia dei consumatori in calo. Le pressioni fiscali sono evidenti negli obiettivi di deficit rivisti al rialzo, che richiedono una gestione attenta per evitare di compromettere la crescita a lungo termine.

Nonostante questi venti contrari macroeconomici, settori specifici come la produzione automobilistica, i servizi e alcuni segmenti del commercio al dettaglio continuano ad attrarre investimenti e a mostrare segni di resilienza. Il settore finanziario rimane stabile, fornendo un cuscinetto cruciale. Tuttavia, le incoerenze normative e le continue questioni di governance con l’UE presentano rischi significativi che potrebbero ostacolare la crescita e gli investimenti futuri.

Il sentimento generale è di cauto ottimismo, con una chiara consapevolezza che, sebbene la ripresa sia all’orizzonte, il suo ritmo e la sua sostenibilità dipenderanno fortemente dalla gestione efficace dell’inflazione, da una politica fiscale prudente e dalla risoluzione delle sfide strutturali e di governance.

FONTI

  1. Hungary’s GDP Grows 0.2% in Q2 2025, Services Drive Modest Expansion, accessed August 5, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/hungarys-gdp-grows-0-2-in-q2-2025-services-drive-modest-expansion/
  2. Monitoring Hungary: Recovery in sight, but weakness persists | articles | ING Think, accessed August 5, 2025, https://think.ing.com/articles/monitoring-hungary-recovery-in-sight-but-weakness-persists/
  3. Hungary’s government finally faces reality, cuts 2025 growth forecast to 1% – bne IntelliNews, accessed August 5, 2025, https://www.intellinews.com/hungary-s-government-finally-faces-reality-cuts-2025-growth-forecast-to-1-393579/
  4. Despite a continuously weakening global economic environment, domestic consumption growth continues to support Hungarian GDP expansion – Századvég, accessed August 5, 2025, https://szazadveg.hu/en/cikkek/despite-a-continuously-weakening-global-economic-environment-domestic-consumption-growth-continues-to-support-hungarian-gdp-expansion/
  5. Hungary and the IMF, accessed August 5, 2025, https://www.imf.org/en/Countries/HUN
  6. 2025 In-Depth Review Hungary – Economy and Finance, accessed August 5, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/document/download/ea70dad1-da8b-410c-a683-0789e405068c_en?filename=ip312_en.pdf&prefLang=hu
  7. Market Fundamentals Holding Back Entries by Major Luxury Fashion Brands – Budapest Business Journal, accessed August 5, 2025, https://bbj.hu/business/people/interview/market-fundamentals-holding-back-entries-by-major-luxury-fashion-brands/
  8. News del 11 luglio 2025 – YouTube, accessed August 5, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=0LaUYX0ygkg
  9. Hungary: Staff Concluding Statement of the 2025 Article IV Mission, accessed August 5, 2025, https://www.imf.org/en/News/Articles/2025/06/20/hungary-staff-concluding-statement-of-the-2025-article-iv-mission
  10. Budapest Business Journal: BBJ, accessed August 5, 2025, https://bbj.hu/
  11. UNGHERIA – Agenzia ICE, accessed August 5, 2025, https://www.ice.it/it/mercati/ungheria

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