I. Sintesi Esecutiva e Manovre di Politica Economica in Primo Piano
Il panorama economico ungherese dell’11 novembre 2025 è stato dominato da annunci di politica economica che segnalano una doppia pressione: una crescita marginale in un contesto di stagnazione e una risposta fiscale e regolatoria aggressiva da parte del governo. La notizia più significativa riguarda la dichiarazione del Ministro dell’Economia Nazionale, Nagy Márton, che ha delineato una manovra fiscale per il 2026, incentrata su un aumento della tassazione sul settore bancario. Questa mossa mira a finanziare sgravi fiscali aziendali e a sostenere programmi di prestito agevolato per le piccole e medie imprese (PMI).1
In parallelo, il Ministero ha confermato una revisione al rialzo degli obiettivi di deficit di bilancio, portandoli al 5% del Prodotto Interno Lordo (PIL) per entrambi gli anni 2025 e 2026, una giustificazione resa necessaria dal rallentamento delle entrate fiscali dovuto alla crescita economica fiacca.1
Sul fronte dei prezzi, nonostante un’inflazione rallentata ma ancora significativa (4.3% a ottobre), il governo ha scelto di prolungare e ampliare i controlli amministrativi sui margini di profitto al dettaglio fino a febbraio 2026.2 Questo prolungamento segnala la difficoltà del mercato ungherese di raggiungere una stabilità dei prezzi autosufficiente. La giornata è stata inoltre caratterizzata da un acuirsi del conflitto con il settore bancario, in seguito al ricorso presentato da OTP Bank e altri istituti contro l’obbligo di installazione di sportelli automatici (ATM) nei piccoli comuni.3
PODCAST IN ITALIANO
II. Panorama Macroeconomico, Pressione Fiscale e Riorientamento del Bilancio (Macro-Policy Shift)
II.1. Dati sulla Crescita del PIL e il Contesto di Stagnazione
I dati rilasciati relativi al terzo trimestre (Q3) del 2025 hanno evidenziato una crescita economica debole. Il PIL ungherese è cresciuto dello 0.6% su base annua (Y/Y), secondo i dati destagionalizzati e corretti per il calendario. Tuttavia, l’analisi sequenziale rivela una stagnazione del PIL rispetto al trimestre precedente.1
Nei primi tre trimestri del 2025, l’espansione economica complessiva si è limitata a un marginale 0.2% Y/Y su base aggiustata.1 Questo andamento conferma le fragilità strutturali emerse già nel corso dell’anno. Si osserva che l’economia ha lottato per ritrovare lo slancio da metà 2022, con il primo trimestre (Q1) del 2025 che aveva registrato addirittura una contrazione dello 0.4% su base annua.5 Questo contesto di crescita intermittente e sostanziale stagnazione sfida apertamente le proiezioni governative iniziali che speravano in una rapida accelerazione economica nel 2025.5
Il persistere della stagnazione, unito a indicatori di fiducia imprenditoriale cauti, cali negli investimenti e i limiti posti alla spesa per infrastrutture finanziate dallo Stato a causa dei vincoli fiscali, suggerisce che la ripresa attesa non si è materializzata.5
II.2. La Revisione del Deficit e le Pressioni sul Bilancio
Di fronte alla crescita più lenta del previsto, che ha inevitabilmente pesato sulle entrate fiscali, il Ministro Nagy Márton ha annunciato una revisione del target di deficit. L’obiettivo sarà innalzato al 5% del PIL per il 2025 e sarà mantenuto a quel livello anche per il 2026.1
La giustificazione ufficiale per questa espansione fiscale è la necessità di mantenere gli impegni sociali e salariali assunti dal governo, nonostante il rallentamento economico.1 L’immediata conseguenza di questa pressione fiscale è la ricerca attiva di risparmi all’interno dei ministeri, una misura di austerità mirata a preservare l’equilibrio fiscale in un ambiente dove il deficit target è significativamente elevato.1
Il mantenimento di un target di deficit al 5% per due anni consecutivi in un periodo di crescita economica marginale solleva seri dubbi sulla stabilità fiscale a medio termine. Tale approccio indica una debolezza strutturale persistente nella generazione di entrate. Se l’Ungheria non riesce a raggiungere un’accelerazione robusta della crescita del PIL nel 2026, l’onere del debito pubblico è destinato ad aumentare rapidamente, peggiorando la percezione di sostenibilità fiscale tra gli investitori internazionali.
II.3. L’Aumento della Tassa Bancaria (Bankadó) e l’Imposta sugli Extraprofitti
Per finanziare i programmi di sostegno economico e gli sgravi fiscali alle imprese, il governo ha scelto di intensificare la tassazione settoriale. È stata proposta una revisione significativa della tassa speciale sul settore bancario (bankadó), argomentando che il settore finanziario ungherese rimane “altamente redditizio”.1
Dettagli Tecnici della Proposta 2026:
La proposta di Nagy Márton prevede, a partire dal 2026, un aumento dell’aliquota sul reddito bancario che supera i 20 miliardi di fiorini (circa 60 milioni di dollari USA) dal 20% all’aggressivo 30%.1 Per gli utili inferiori a questa soglia, si applicherà un’aliquota del 10%.
Inoltre, viene ridotta la quota delle obbligazioni fiscali bancarie che può essere compensata (offset) attraverso l’acquisto di titoli di stato ungheresi. Questo sconto obbligazionario sarà ridotto dal 50% al 30%.1
Questo aumento del bankadó non è semplicemente una misura di bilancio, ma un chiaro segnale politico. Il governo continua a preferire l’utilizzo delle imposte settoriali speciali (extraprofitadó) come strumento primario di ingegneria economica e ridistribuzione fiscale. La mossa mira a finanziare direttamente un nuovo programma di taglio dell’imposta sulle società e a mantenere i prestiti agevolati per le PMI (fissati al 3%).1 Sebbene questa strategia riduca il rischio politico interno (poiché evita tagli alla spesa sociale o aumenti delle imposte sui consumi), aumenta notevolmente il rischio regolatorio e fiscale percepito dagli investitori nel settore finanziario, potenzialmente limitando l’afflusso di capitale necessario per stimolare la crescita strutturale.
Tabella II.A: Riepilogo delle Proposte di Tassazione Bancaria (Nagy Márton, 11/11/2025) per il 2026
| Parametro | Tasso Attuale (2025) | Tasso Proposto (Dal 2026) | Implicazione |
| Aliquota Sopra Soglia (Extraprofit > 20 B HUF) | 20% | 30% | Aumento significativo per le grandi banche |
| Aliquota Sotto Soglia | N/A (Standard) | 10% | Tassazione base più strutturata |
| Offset Obbligazionario (Max) | 50% | 30% | Riduzione dell’incentivo all’acquisto di debito pubblico |
| Target di Deficit (PIL) | Circa 4.5% (Precedente 2025) | 5.0% (2025 & 2026) | Segnale di pressione fiscale dovuto a crescita lenta 1 |
III. Inflazione e Interventi Amministrativi: L’Estensione del Price Cap (Microeconomia Retail)
III.1. Dati KSH sull’Inflazione e l’Occupazione (Settembre-Ottobre 2025)
Secondo i dati dell’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) riferiti a ottobre 2025, l’inflazione dei prezzi al consumo (CPI) su base annua si è attestata al 4.3%.2 L’aumento dei prezzi alimentari è stato leggermente inferiore, con un incremento del 3.9% Y/Y.2 Nonostante questi numeri siano lontani dai picchi precedenti, il tasso del 4.3% è ancora considerato elevato, specialmente in un contesto di stagnazione economica.
In termini di mercato del lavoro, i dati KSH più recenti, relativi a settembre 2025, mostrano un tasso di occupazione robusto, pari al 75.2%.7
III.2. Prolungamento e Ampliamento dei Controlli Amministrativi
Per contrastare gli “aumenti ingiustificati dei prezzi” e aiutare le famiglie ad affrontare l’alto costo della vita, il governo ha annunciato il prolungamento del price cap sul margine di profitto al dettaglio.2
Questa misura, che limita i margini di profitto dei rivenditori al 10% su articoli selezionati, è stata estesa fino al 28 febbraio 2026.2 Originariamente introdotta a marzo 2025, l’intervento è stato ulteriormente ampliato. A partire dal 1° dicembre 2025, la lista dei prodotti soggetti a controllo, che già copriva oltre 1.000 referenze in 30 categorie (incluse uova, burro e detergenti), verrà estesa per includere 14 nuovi articoli alimentari, tra cui paté di fegato di maiale, formaggio fuso, mele, pere e prugne.2
Il Ministero dell’Economia Nazionale sostiene che i controlli amministrativi abbiano avuto successo, citando cali medi dei prezzi del 27.6% nelle drogherie e del 20% nei negozi di alimentari da quando la misura è stata implementata.2
III.3. Analisi dell’Efficacia e Rischio Stagflazione
Il prolungamento del price cap per quasi un anno intero (marzo 2025 – febbraio 2026) è emblematico di una mancata transizione verso una stabilità dei prezzi basata sulle forze di mercato. Il ricorso continuo al controllo amministrativo su un paniere di prodotti in espansione genera inefficienze e distorsioni significative nel settore retail, elementi che possono scoraggiare gli investimenti e limitare l’innovazione a medio termine.
L’analista di Erste Bank, Janos Nagy, ha espresso cautela, avvertendo del rischio di stagflazione.2 L’inflazione superiore al 4%, combinata con la stagnazione economica, è particolarmente preoccupante, specialmente perché gran parte del paniere dei consumi è già sotto una qualche forma di controllo amministrativo. L’analista prevede un’inflazione media annuale attorno al 4.5% e sottolinea che la combinazione di crescita zero e aspettative inflazionistiche elevate tra i consumatori crea un quadro economico difficile.2
La pressione sui margini di profitto nel settore retail è aggravata anche dalle dinamiche competitive. La potenziale espansione in Ungheria e nella regione V4 del discounter russo Mere (Basket Plus) intensifica la pressione sui prezzi. I price caps, sebbene nominalmente a favore dei consumatori, rendono la vita operativamente insostenibile per i dettaglianti locali, costretti a competere con attori low-cost in un ambiente di margine artificialmente compresso. Le forze strutturali, come i costi energetici e salariali interni che guidano l’inflazione di fondo, non sembrano essere state risolte, richiedendo l’uso prolungato di misure di emergenza.
| Tabella III.A: Dati Economici Chiave e Controlli sui Prezzi (Novembre 2025) |
| Indicatore |
| — |
| Inflazione CPI (Y/Y) |
| Crescita PIL (Y/Y) |
| Durata Price Cap Margine |
| Rischio Analizzato |
IV. Il Conflitto Regolatorio nel Settore Finanziario (Micro-Policy Banking)
IV.1. Il Ricorso Costituzionale sull’Obbligo ATM
La tensione tra il governo ungherese e il settore finanziario ha raggiunto un nuovo livello l’11 novembre 2025, con la formalizzazione del ricorso alla Corte Costituzionale (AB) da parte di OTP Bank e altri istituti di credito.3
Il ricorso contesta la costituzionalità della legge che impone l’installazione obbligatoria di sportelli automatici (ATM) in tutte le località, inclusi i piccoli comuni, anche laddove tali operazioni risultino economicamente non sostenibili.4 Secondo le istituzioni ricorrenti, tale obbligo rappresenta una restrizione sproporzionata ai diritti fondamentali di proprietà e di impresa garantiti dalla Costituzione ungherese.
IV.2. La Risposta Ferma del Ministro Nagy Márton
La reazione del Ministro Nagy Márton al ricorso è stata immediata e intransigente. Il Ministro ha utilizzato i social media per affermare che il prelievo di contante non è un servizio discrezionale, ma un “servizio di base” che deve essere garantito a ogni cittadino ungherese, indipendentemente dalla sua residenza.3
Nagy Márton ha equiparato la disponibilità degli ATM a un servizio essenziale, paragonabile al “conto corrente di base” già in vigore.4 Ha ribadito che il governo mantiene un’aspettativa “ferma e invariata” che gli ATM siano presenti ovunque nel Paese e che i cittadini possano continuare a prelevare fino a 300.000 HUF gratuitamente.4
Questo scontro evidenzia la forte preferenza della politica economica ungherese per il mantenimento di una “società del contante” e la volontà di imporre oneri di servizio universale al settore bancario per obiettivi di inclusione sociale e, implicitamente, di controllo. In un periodo di crescente digitalizzazione, l’Ungheria sta rafforzando l’infrastruttura del contante per ragioni di politica sociale. La risposta del Ministro, che eleva l’obbligo operativo a “diritto fondamentale”, trasforma l’onere in un requisito quasi costituzionale, aumentando drasticamente il rischio di ingerenza statale percepito dagli investitori nel settore finanziario.
Il fatto che questo scontro regolatorio si intensifichi nello stesso giorno in cui viene annunciato l’aumento della tassa sugli extraprofitti bancari (Sezione II.3) crea un ambiente operativo per le banche estremamente ostile e imprevedibile. Le banche si trovano a dover assorbire sia un aumento significativo della pressione fiscale, che riduce la loro capacità di investimento, sia costi operativi imposti per servizi non redditizi, come l’obbligo ATM.1
V. Politica Energetica e Autonomia: Risultati della Produzione Domestica di Idrocarburi
V.1. Crescita Record nell’Estrazione Domestica (Q1-Q3 2025)
In un’ottica di rafforzamento della sicurezza energetica nazionale, il Ministero dell’Energia (EM) e l’Autorità di Vigilanza delle Attività Regolamentate (SZTFH) hanno comunicato risultati eccezionali nell’estrazione interna di idrocarburi nei primi tre trimestri del 2025.10
La produzione interna di petrolio greggio e gas naturale ha continuato a superare i livelli dell’anno precedente.
- Petrolio Greggio (Kőolaj): L’estrazione ha superato le 867.000 tonnellate. Questo dato rappresenta un aumento di oltre il 12% rispetto allo stesso periodo del 2024. Poiché il 2024 aveva già stabilito un record ventennale (superando 1 milione di tonnellate), i dati attuali indicano che il 2025 potrebbe diventare “l’anno più forte del secolo” per l’estrazione di petrolio.10 La quantità proveniente dalle aree in concessione ha registrato un aumento di quasi il 30%, con un notevole incremento nelle aree di Drávapalkonya e Dány e l’avvio di una significativa produzione a Bázakerettye.10
- Gas Naturale (Földgáz): Entro la fine del terzo trimestre, l’estrazione dai giacimenti domestici ha raggiunto quasi 1.5 miliardi di metri cubi, un aumento del 2.7% rispetto all’anno precedente.10
V.2. Ruolo degli Incentivi Regolatori e Sicurezza degli Approvvigionamenti
La crescita della produzione di gas naturale è stata parzialmente attribuita alla regolamentazione della rendita mineraria agevolata (kedvezményes bányajáradék), introdotta all’inizio del 2025.10 Questo incentivo fiscale ha sostenuto l’espansione, in particolare la produzione di gas naturale di origine non convenzionale, che è quasi raddoppiata rispetto ai primi nove mesi del 2024.10
L’obiettivo strategico dichiarato è chiaro: massimizzare la dipendenza dalle fonti energetiche disponibili a livello nazionale per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento dei consumatori interni.10
V.3. Risoluzione delle Incertezze sui Permessi per Centrali Elettriche
A dimostrazione di un approccio pragmatico per rimuovere ostacoli burocratici che intralciano la strategia energetica, il governo ha emesso un progetto di legge (11/11/2025) mirato a risolvere l’incertezza normativa riguardante i permessi per le centrali elettriche su terreni di terzi.12
Il problema era sorto a causa di un emendamento del 2024 alla Legge sull’Elettricità che richiedeva, per la domanda di permesso di costruzione, un accordo di “servitù d’uso” (haszálati szolgalom). Questo strumento non è riconosciuto dal diritto civile ungherese, paralizzando di fatto numerosi progetti.12
Il nuovo progetto di legge affronta direttamente il problema: ora, un promotore può richiedere un permesso se detiene un diritto che assicuri il sito e l’operazione della struttura, elencando esplicitamente diritti come il diritto d’uso fondiario, il diritto di costruzione, una servitù (più chiara) o un diritto di uso per scopi pubblici.12 Questo rapido intervento normativo conferma che l’autonomia energetica è una priorità strategica, per la quale si agisce con tempestività per facilitare gli investimenti e la costruzione di capacità interna.
| Tabella V.A: Produzione Domestica di Idrocarburi (Q1-Q3 2025) |
| Risorsa |
| — |
| Petrolio Greggio |
| Gas Naturale |
VI. Riforme Strutturali e Sociali: Il Futuro del Sistema Pensionistico
VI.1. Verso un Sistema Pensionistico Flessibile (Gennaio 2026)
Le discussioni sulla riforma del sistema pensionistico ungherese hanno acquisito concretezza l’11 novembre 2025. È stato ampiamente riportato che, a partire da gennaio 2026, il sistema sarà significativamente rimodellato, con la rimozione del rigido limite di età di 65 anni per il pensionamento di vecchiaia.13
Questa modifica segna il passaggio a un quadro normativo che probabilmente incoraggerà una maggiore flessibilità o che legherà il pensionamento in modo più diretto all’anzianità contributiva (almeno 20 anni di servizio).14 Le nuove regole interesseranno in primo luogo la coorte di nati nel 1961, che andrà in pensione nel 2026.15
L’eliminazione del limite rigido dei 65 anni è un segnale che il governo riconosce la necessità di affrontare le sfide demografiche incentivando i lavoratori anziani a prolungare la loro permanenza nel mercato del lavoro. Questa mossa è fondamentale per mantenere la sostenibilità del sistema e per mitigare la carenza di forza lavoro in un mercato già caratterizzato da un alto tasso di occupazione.7
VI.2. La Correzione Pensionistica Straordinaria di Novembre 2025
Sul fronte dell’assistenza sociale immediata, è stata confermata l’erogazione di un supplemento pensionistico straordinario (Nyugdíjkiegeszites) per il mese di novembre 2025.16
Questa misura è stata introdotta per correggere la differenza tra l’aumento pensionistico stimato all’inizio dell’anno e il tasso di inflazione effettivo registrato. La correzione è stata fissata all’1.6% e verrà erogata in un’unica soluzione.17
A titolo di esempio, un pensionato che riceve una pensione mensile di 500.000 HUF riceverà un supplemento unico di 88.000 HUF. Tale importo si aggiunge all’aumento mensile permanente di 8.000 HUF (corrispondente all’1.6%).17 Questa manovra rappresenta un bilanciamento strategico: da un lato, fornisce un sollievo finanziario immediato e politicamente popolare agli elettori anziani contro l’erosione del potere d’acquisto causata dall’inflazione persistente, e dall’altro lato, procede con le necessarie riforme strutturali a lungo termine per la sostenibilità del sistema.
VII. Micro-Economia, Commercio, e Sostenibilità Aziendale
VII.1. Performance ESG e Riconoscimento Internazionale nel Settore Immobiliare
A livello di microeconomia aziendale e di conformità agli standard internazionali, il centro commerciale Allee di Budapest ha continuato a distinguersi nel settore immobiliare per la sua performance di sostenibilità (ESG).
Nel 2024 (ultima valutazione disponibile e ampiamente citata l’11/11/2025), Allee si è classificato tra le prime dieci in Europa nella categoria Retail del GRESB (Global Real Estate Sustainability Benchmark), un punto di riferimento globale per la valutazione ESG immobiliare, ottenendo un punteggio di 92 su 100.18
Questo risultato riflette l’impegno costante dell’operatore, Multi Hungary Management Kft., che ha investito circa mezzo miliardo di fiorini in progetti di sostenibilità dal 2018 e che ha integrato i criteri ambientali, sociali e di governance nella sua strategia operativa a lungo termine.19
L’eccellenza negli standard ESG raggiunta da alcuni attori privati, spesso orientati verso investitori istituzionali e norme UE (come dimostrato da Allee), contrasta con l’approccio settoriale del governo (ad esempio, l’aumento della tassa bancaria e gli obblighi ATM). Laddove il settore privato mira alla trasparenza e alla gestione del rischio ESG, la politica economica statale tende a intervenire in modi che possono essere percepiti come arbitrari o non allineati ai principi di governance aziendale aperta, creando un ambiente operativo polarizzato.
VII.2. Dinamiche nel Commercio al Dettaglio e Contesto Normativo
Il settore del commercio al dettaglio è sottoposto a una doppia pressione: da un lato, l’intervento statale tramite l’estensione dei price caps (Sezione III), e dall’altro, l’intensificarsi della concorrenza low-cost. La presenza e la potenziale espansione del discounter russo Mere (Basket Plus) in Ungheria e nella regione V4 mantiene un forte elemento di pressione sui prezzi e sui margini, anche al netto delle regolamentazioni governative.
In termini di contesto legale e burocratico, benché la riforma energetica per sbloccare i permessi 12 rappresenti un passo pragmatico, un report internazionale evidenzia che il clima regolatorio generale sull’indipendenza dei media rimane teso. L’incertezza generata dalla minaccia, anche se accantonata, di una “legge sugli agenti stranieri” crea un ambiente di incertezza legale e politica che, sebbene non sia un fattore economico diretto, influisce sulla percezione del rischio paese da parte degli investitori e sull’attrattiva del mercato.20
VIII. Conclusioni e Outlook Prospettico
L’analisi degli sviluppi economici ungheresi dell’11 novembre 2025 rivela un paese che sta gestendo i postumi di una prolungata stagnazione attraverso una politica di intervento statale mirato e un significativo allentamento fiscale.
L’economia, caratterizzata da una crescita annua del solo 0.6% nel Q3 2025, non riesce a generare entrate sufficienti, forzando il governo ad accettare un deficit del 5% del PIL per due anni consecutivi. Invece di ricorrere a misure di austerità generalizzate, l’esecutivo ha scelto di indirizzare la pressione fiscale sul settore più redditizio, la finanza, aumentando drasticamente la bankadó al 30% per le grandi entità, al fine di finanziare la ripresa delle PMI e mantenere la base elettorale attraverso programmi sociali e salariali.1
Questa strategia evidenzia una politica economica dove il controllo amministrativo è privilegiato rispetto all’ortodossia di mercato: l’estensione dei price caps fino a febbraio 2026 e l’imposizione di oneri di servizio universale (obbligo ATM) al settore bancario, nonostante il ricorso costituzionale, sono chiari esempi di questa tendenza.2
Principali Indicatori di Rischio per il 2026:
- Rischio Fiscale Sostenuto: Il mantenimento di un elevato deficit al 5% in un contesto di crescita marginale espone l’Ungheria a una crescente vulnerabilità del debito a medio termine se la ripresa non si materializza rapidamente.
- Rischio Regolatorio Finanziario: L’escalation del conflitto con il settore bancario, manifestato dall’aumento della tassazione e dall’imposizione di obblighi operativi non redditizi, innalza il costo del capitale e l’incertezza operativa per gli istituti di credito.
- Rischio Stagflazione: Il perdurare di un’inflazione sopra il 4% in concomitanza con la stagnazione economica, come avvertito dagli analisti di Erste Bank, suggerisce che i controlli amministrativi sui prezzi stanno mascherando, piuttosto che risolvendo, le pressioni inflazionistiche sottostanti.
Fattori di Resilienza:
Nonostante i rischi, la politica di autonomia energetica sta producendo risultati tangibili. La crescita record nell’estrazione domestica di petrolio e gas, supportata da incentivi e da una rimozione pragmatica degli ostacoli normativi (come nel caso dei permessi per le centrali elettriche), fornisce un cuscinetto strategico essenziale contro le vulnerabilità geopolitiche e la dipendenza dalle importazioni.10 Inoltre, l’avvio delle riforme pensionistiche per introdurre maggiore flessibilità nel 2026 indica un tentativo di affrontare le sfide demografiche a lungo termine, bilanciato dalla correzione pensionistica straordinaria di novembre 2025, che garantisce sostegno sociale nell’immediato.13
FONTI
- Hungary mulls higher bank tax to fund corporate relief, SMEs loan, accessed November 11, 2025, https://english.news.cn/europe/20251111/4053a5e38e4d4791899d5808e1022b41/c.html
- Hungary extends profit margin cap to more products as inflation stays above 4 pct, accessed November 11, 2025, https://english.news.cn/20251111/0b7bb5755383444781a2c174803f4908/c.html
- Nagy Márton élesen reagált az OTP váratlan húzására, accessed November 11, 2025, https://www.portfolio.hu/bank/20251110/nagy-marton-elesen-reagalt-az-otp-varatlan-huzasara-798756?amp
- Keményen üzent a bankoknak Nagy Márton: készülhet a magyar lakosság, nagy változás jön, accessed November 11, 2025, https://www.penzcentrum.hu/megtakaritas/20251111/kemenyen-uzent-a-bankoknak-nagy-marton-keszulhet-a-magyar-lakossag-nagy-valtozas-jon-1188454/amp
- Hungary’s economy contracts in Q1, casting doubt on government’s growth targets, accessed November 11, 2025, https://www.intellinews.com/hungary-s-economy-contracts-in-q1-casting-doubt-on-government-s-growth-targets-378843/
- accessed January 1, 1970, https://index.hu/gazdasag/2025/11/11/kormany-bankado-bejelentes-nagy-marton-ngm-extraprofitado/
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- Tovább nőtt a hazai kitermelés földgázból és kőolajból, accessed November 11, 2025, https://hirado.hu/belfold/cikk/2025/11/11/tovabb-nott-a-hazai-kitermeles-foldgazbol-es-koolajbol
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- Januártól jelentősen átalakul a nyugdíjrendszer, eltűnik a 65 éves korhatár is – Economx.hu, accessed November 11, 2025, https://www.economx.hu/belfold/nyugdijkorhatar-65-ev-megszunik-rugalmas-rendszer.819088.html
- Ki mehet nyugdíjba 2025-ben, 2026-ban, 2027-ben és 2028-ban? – Officina.hu, accessed November 11, 2025, https://officina.hu/belfoeld/303-ki-mehet-nyugdijba
- Nyugdíj 2026: A nyugdíjba vonulás szabályai megváltoznak 2026. január 1-től, accessed November 11, 2025, https://nyugdijtudakozo.hu/nugdij-2026-a-nyugdijba-vonulas-szabalyai-megvaltoznak-2026-januar-1-tol/
- accessed January 1, 1970, https://index.hu/gazdasag/2025/11/11/nyugdijkiegeszites-kulonbozet-zsiga-robert-nyugdijasok-atlagnyugdij/
- Nyugdíjkorrekció 2025 november: mekkora nyugdíjkiegészítésre számíthatnak idén a nyugdíjasok? – Officina.hu, accessed November 11, 2025, https://officina.hu/belfoeld/264-nyugdijkorrekcio-nyugdij-kiegeszites
- Az Allee fenntarthatósági törekvései nemzetközi szinten is kiemelkedőek (x) – Portfolio.hu, accessed November 11, 2025, https://www.portfolio.hu/premium/20241105/az-allee-fenntarthatosagi-torekvesei-nemzetkozi-szinten-is-kiemelkedoek-720249
- Az Allee és bérlőinek fenntarthatósági- és zöld törekvései, accessed November 11, 2025, https://allee.hu/az-allee-es-berloinek-fenntarthatosagi-es-zold-torekvesei
- CPJ, partners highlight escalating press freedom threats in Hungary, accessed November 11, 2025, https://cpj.org/2025/11/cpj-partners-highlight-escalating-press-freedom-threats-in-hungary/