Nella giornata di oggi il comitato olimpico ungherese ha riferito di aver ricevuto una lettera, scritta in russo e in inglese, contenente minacce terroristiche legate alle Olimpiadi invernali di Sochi, in Russia.
Un messaggio simile sarebbe stato ricevuto anche dall’omologo sloveno e, in Italia, dal Coni. Sarebbe tuttavia la beffa di cattivo gusto di un mitomane, rassicura Zsigmond Nagy, a capo delle relazioni internazionali del Comitato Olimpico a Budapest.
Poche ore fa Zsolt Borkai, presidente del comitato magiaro per le olimpiadi, aveva riferito all’agenzia di stampa di aver preso sul serio la minaccia notificandola tra l’altro al Comitato Olimpico internazionale e agli organizzatori russi. Il messaggio, aveva specificato Borkai, invitava esplicitamente a restare a casa, a non partecipare alle olimpiadi. Immediata l’allerta alle unità anti terrorismo.
Allerta internazionale
Nei giorni scorsi, ricordano i giornali, un gruppo islamico ha diffuso in rete un video minacciando possibili attentati contro i giochi di Sochi, per cui l’allarme terrorismo è stato alzato da diverse settimane.
Mail al Coni
Una comunicazione a mezzo posta elettronica sarebbe invece stata recapitata in Italia, al Coni, che ha reagito con una nota in cui esprime “fiducia e serenità” da parte del Comitato Olimpico Nazionale Italiano verso “le misure di sicurezza che sono state garantite dagli Organizzatori al CIO, alle Federazioni Internazionali e ai Comitati Olimpici”.
Allarme rientrato
E intanto le prime rassicurazioni arrivano proprio dall’Ungheria: Zsigmond Nagy, direttore delle relazioni internazionali del compitato olimpico locale, ha dichiarato alla Reuters: “Sono molto felice di comunicare tutti che sia il comitato olimpico internazionale che gli organizzatori di Sochi hanno concordato, in seguito alle analisi delle lettere, che la minaccia non è reale”. “Questa persona ha inviato messaggi di ogni tipo a diversi membri della famiglia olimpica” ha aggiunto Nagy riferendosi al possibile mitomane che, ha aggiunto Nagy riferendosi al CIO come fonte, sarebbe qualcuno che non vive in Russia e ha già effettuato in passato beffe di questo genere.
Redazione Economia.hu