Negli ultimi mesi, l’economia ungherese ha affrontato una serie di sfide e trasformazioni che coinvolgono diversi settori chiave. In primo piano, il turismo attorno al Lago Balaton continua a soffrire a causa dei cambiamenti climatici e della stagionalità ridotta, penalizzando uno dei principali motori economici del paese. Dall’altro lato, l’aumento del traffico all’aeroporto di Budapest segna un recupero positivo per il settore aereo, un indicatore di crescita post-pandemia.
Il governo ungherese ha dovuto gestire anche questioni legate all’inflazione e all’aumento dei prezzi degli alimenti, che hanno subito un incremento del 100% negli ultimi sei anni. Questa dinamica ha pesato sul potere d’acquisto dei consumatori, con un impatto diretto sulle famiglie e sulle aziende del settore agroalimentare.
In parallelo, il sistema di restituzione delle bottiglie sta subendo modifiche importanti, con l’introduzione di nuovi sistemi automatizzati nei supermercati per migliorare l’efficienza del riciclaggio. Anche le politiche immobiliari sono al centro dell’attenzione, con le nuove restrizioni imposte a Airbnb nel distretto di Terézváros a Budapest, una risposta alle preoccupazioni dei residenti sulla sostenibilità del turismo a breve termine.
Inoltre, la politica monetaria e fiscale rimane un tema delicato: il forint continua a subire pressioni rispetto all’euro e al dollaro, e il deficit di bilancio pone ulteriori interrogativi sulla stabilità a lungo termine. Le preoccupazioni relative alla competitività dell’Unione Europea, come sottolineato nel rapporto Draghi, si riflettono anche in Ungheria, con il primo ministro Orbán Viktor che si è espresso sulla necessità di adottare nuove strategie per sostenere la crescita economica del paese in un contesto globale sempre più complesso.
Queste tendenze economiche rappresentano un crocevia importante per il futuro dell’Ungheria, dove la resilienza e l’adattamento saranno fattori chiave per affrontare le sfide interne e globali.