Rapporto Economico: Analisi del contesto ungherese l’11 settembre 2025

Sintesi Esecutiva: L’Economia Ungherese l’11 settembre 2025 – Resilienza e sfide in un contesto di divergenza

L’economia ungherese, in data 11 settembre 2025, si presenta in una fase di transizione e contraddizione, caratterizzata da una notevole resilienza a livello microeconomico che convive con una persistente debolezza macroeconomica. Sebbene il quadro generale indichi una crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) modesta e un’inflazione che rimane al di sopra degli obiettivi, si osservano chiari segnali di adattamento strategico e dinamismo in settori chiave.

Il panorama macroeconomico è dominato da una crescita debole, con una previsione ufficiale per il 2025 ridotta a circa l’1%, ben al di sotto degli obiettivi iniziali.1 Questo rallentamento, sebbene parziale, ha comunque permesso all’Ungheria di evitare una recessione tecnica nel secondo trimestre, grazie al contributo positivo del settore delle costruzioni.3 Nel frattempo, l’inflazione si attesta tra il 4% e il 4,5%, superando l’obiettivo del 3% della Banca Nazionale Ungherese (MNB).1 In risposta, la MNB ha mantenuto il tasso di riferimento al 6,5%, il più alto nell’Unione Europea, una decisione che riflette una politica monetaria prudente e orientata alla stabilità.1

A livello microeconomico e settoriale, il quadro è più incoraggiante. Il mercato del lavoro si mantiene su livelli record, con un’occupazione di 4,7 milioni di persone e una disoccupazione stabile intorno al 4,3%.1 La crescita salariale, vicina al 10% su base annua, sostiene i consumi interni, anche se ciò non si è ancora pienamente tradotto in una forte crescita del PIL, suggerendo sfide di competitività o produttività.1 Un segnale di particolare rilievo proviene dal settore delle piccole e medie imprese (PMI), con la quota di ricavi da esportazione che è risalita al 12% nel secondo trimestre, indicando una ripresa dell’attività orientata all’estero, in parte spinta dalla debolezza della domanda interna.6

Le notizie di giornata evidenziano inoltre mosse strategiche significative. La scoperta di un nuovo giacimento di petrolio da parte di MOL vicino a Galgaheviz è considerata un contributo rilevante alla sicurezza energetica e alla riduzione della dipendenza dalle importazioni del paese.8 Al contempo, la MNB ha lanciato il programma “Minősített Vállalati Hitel” per fornire prestiti agevolati alle PMI, un’iniziativa che mira a stimolare l’investimento in un contesto di tassi di interesse elevati.9

Il presente rapporto analizza in dettaglio le interconnessioni tra questi elementi, esplorando la divergenza tra la politica monetaria restrittiva della MNB e quella più accomodante della Banca Centrale Europea (BCE), il delicato equilibrio tra stabilità fiscale e spesa pubblica, e il modo in cui le decisioni politiche e le sfide geopolitiche continuano a modellare il futuro economico dell’Ungheria.

PODCAST IN ITALIANO

Performance Macroeconomica e Analisi della Politica Monetaria

PIL e il paradosso della crescita

I dati economici più recenti indicano che l’economia ungherese ha mostrato una crescita modesta nel secondo trimestre del 2025. Le cifre ufficiali riportano un aumento dello 0,1% o 0,2% su base annua 3, con un incremento del 0,4% rispetto al trimestre precedente.3 Questa dinamica, sebbene debole, è stata sufficiente a evitare che il paese entrasse in una recessione tecnica, una condizione che la vicina Italia ha invece sperimentato, con una contrazione dello 0,1% nello stesso periodo.11 Le previsioni ufficiali per la crescita del PIL per l’intero 2025 sono state riviste significativamente al ribasso, attestandosi intorno all’1%, molto al di sotto degli obiettivi iniziali.1

Un aspetto rilevante in questo scenario è la divergenza tra la crescita economica complessiva e le dinamiche del mercato del lavoro. Con 4,7 milioni di persone occupate e un tasso di disoccupazione stabile al 4,3%, il mercato del lavoro ungherese si mantiene su livelli record.1 Inoltre, la retribuzione lorda media ha superato i 700.000 fiorini (circa 1.700 euro), con una crescita vicina al 10% rispetto all’anno precedente.1 In un’analisi economica convenzionale, un mercato del lavoro così forte e una crescita salariale robusta dovrebbero alimentare i consumi interni e, di conseguenza, spingere una crescita del PIL ben più sostenuta. Il fatto che la crescita economica sia invece così debole suggerisce una sfida strutturale, come una bassa produttività o un’efficace erosione del potere d’acquisto da parte dell’inflazione, che impedisce al dinamismo del mercato del lavoro di tradursi pienamente in una maggiore produzione economica. La dipendenza della crescita ungherese dai consumi interni, come evidenziato in precedenti analisi, si mostra come un pilastro fragile e vulnerabile a shock esterni, in particolare a causa della recessione in Germania, un partner commerciale vitale.13

Pressioni inflazionistiche e la posizione della Banca Centrale

La persistenza dell’inflazione rimane una delle principali preoccupazioni per la politica monetaria ungherese. I dati di agosto mostrano un’inflazione al 4,3%, mentre altri report la collocano in un intervallo tra il 4% e il 4,5%.1 Questi valori continuano a superare l’obiettivo di stabilità dei prezzi del 3% fissato dalla Banca Nazionale Ungherese (MNB).1

Di fronte a queste pressioni, la MNB ha deciso di mantenere il tasso di interesse di riferimento al 6,5% per l’undicesimo mese consecutivo, una mossa in linea con le aspettative del mercato.5 Questa decisione, presa all’unanimità dal Consiglio Monetario, sottolinea l’impegno della banca centrale a una politica “stability-oriented” in un contesto di incertezza economica globale.4 Il tasso del 6,5% è il più alto tra i paesi dell’Unione Europea 1, riflettendo la necessità di contenere le aspettative di inflazione e rafforzare la stabilità del fiorino.

Questa politica si distingue in modo netto da quella della Banca Centrale Europea (BCE). La BCE, nella sua riunione dell’11 settembre, ha mantenuto invariati i suoi tassi di riferimento (tasso sui depositi al 2,00%, tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,15%, e tasso sui prestiti marginali al 2,40%).14 Il mantenimento di un tasso di interesse ungherese significativamente più alto rispetto all’Eurozona crea un differenziale favorevole, il che ha contribuito alla stabilizzazione del fiorino intorno al livello di 400 per euro.5 Se da un lato ciò può attrarre capitali esteri, dall’altro l’alto costo del denaro a livello interno rende più onerosi i prestiti per imprese e consumatori, potenzialmente frenando gli investimenti privati e la domanda interna. A questo proposito, il lancio del nuovo programma “Minősített Vállalati Hitel” della MNB, volto a fornire prestiti agevolati alle PMI per gli investimenti 9, rappresenta un tentativo di superare questa limitazione, iniettando liquidità in specifici settori dell’economia nonostante il contesto di tassi elevati.

Conti fiscali ed esteri

I dati economici presentano un quadro misto per quanto riguarda i conti pubblici. Sebbene un inatteso surplus di bilancio a giugno abbia offerto un barlume di speranza, il deficit cumulato per il primo semestre dell’anno e l’aumento della spesa pubblica continuano a indicare una situazione fiscale precaria, sotto l’attenta osservazione dell’UE.13 Questa instabilità interna si contrappone a un quadro più solido per i conti esteri, dove l’Ungheria ha registrato un avanzo di conto corrente e un saldo commerciale positivo, segnali di una maggiore stabilità economica complessiva.1

La divergenza tra la tenuta dei conti esterni e la precarietà di quelli interni suggerisce una distinzione tra un settore privato ungherese che si mostra dinamico e competitivo a livello globale, come dimostrato dall’avanzo commerciale, e un settore pubblico che affronta sfide di bilancio e tensioni con l’Unione Europea. Le persistenti accuse di corruzione e i conflitti sullo stato di diritto con Bruxelles 13, insieme a questioni come il rimborso dei costi per la protezione dei confini 16, costituiscono un rischio per la stabilità e la credibilità internazionale del paese.

Sviluppi Settoriali e Microeconomici

Il dinamismo delle imprese e delle PMI

Un indicatore chiave della resilienza microeconomica ungherese è il notevole recupero dei ricavi da esportazione per le piccole e medie imprese. Secondo i dati del K&H SME Confidence Index per il secondo trimestre del 2025, la quota di fatturato derivante dalle esportazioni è risalita al 12% 6, invertendo un precedente calo dal 15% al 10%.7

Questo spostamento verso le esportazioni non è una semplice coincidenza, ma una risposta strategica da parte delle imprese a sfide persistenti nel mercato interno, tra cui la scarsa domanda, la carenza di manodopera e l’aumento di tasse e contributi.6 La diminuzione della percentuale di PMI che non esportano affatto, scesa di 6 punti percentuali al 64% 6, indica un crescente orientamento internazionale, con circa un terzo dei leader di PMI che ora si dedicano ad attività legate all’esportazione.7 Questo adattamento del settore privato alle condizioni di mercato avverse dimostra una capacità di navigazione che contribuisce in modo significativo alla stabilità economica complessiva del paese.

Industrie strategiche: Energia e manifattura

L’11 settembre 2025 è stato segnato da un’importante notizia nel settore energetico. L’azienda ungherese di petrolio e gas MOL ha annunciato la scoperta di un nuovo giacimento di petrolio a 2.400 metri di profondità, vicino alla città di Galgaheviz, nel nord dell’Ungheria.4 La scoperta è stata salutata come un contributo significativo alla sicurezza degli approvvigionamenti del paese, poiché la produzione interna riduce la dipendenza dalle importazioni.8 In un contesto di incertezza geopolitica e di dibattiti sulla politica energetica, come le dichiarazioni del ministro degli Esteri Péter Szijjártó riguardo alla diversificazione come attrazione di nuove fonti e non sostituzione di quelle esistenti 17, questo evento assume un’importanza strategica fondamentale.

Nel settore manifatturiero, pur in un contesto di calo della produzione industriale nel secondo trimestre 10, il comparto dell’automotive e dell’elettronica mostra una notevole resilienza, sovraperformando le tendenze regionali.13 Un ulteriore sviluppo di rilievo è l’acquisizione dell’azienda automobilistica Raba da parte del gruppo 4iG.2 Questa mossa strategica, che vede un’azienda tecnologica e di telecomunicazioni acquisire un’impresa industriale tradizionale, indica un potenziale sforzo di integrazione verticale o di modernizzazione tecnologica del settore. Tali acquisizioni e scoperte non sono eventi isolati, ma risposte proattive a lungo termine volte a rafforzare l’economia ungherese contro le vulnerabilità esterne, dal costo dell’energia alla dipendenza tecnologica.

Analisi integrata e prospettive future

Sintesi delle principali contraddizioni

L’analisi dei dati disponibili per l’11 settembre 2025 rivela una serie di contraddizioni che definiscono il panorama economico ungherese. La più evidente è la disconnessione tra un mercato del lavoro florido, con occupazione e salari in crescita, e una crescita del PIL stagnante.1 Questo divario suggerisce una ripresa “job-rich but productivity-poor”, che fatica a tradurre il dinamismo del lavoro in un aumento della produttività economica complessiva. La debolezza della domanda interna citata dalle PMI 7 e la dipendenza da investimenti esteri che non hanno ancora avuto un pieno impatto sottolineano la fragilità di una ripresa basata principalmente sui consumi.13

Un’altra significativa divergenza è quella tra i conti pubblici e quelli esterni. Il surplus commerciale e di conto corrente 1 indica un settore privato competitivo a livello internazionale, mentre il deficit di bilancio e le continue tensioni con l’UE 13 indicano le sfide del settore pubblico. Questo squilibrio suggerisce che, mentre l’economia privata ungherese si dimostra capace di adattarsi e competere, il settore pubblico è vincolato da decisioni di spesa e da frizioni politiche che ne limitano la stabilità.

Infine, la politica monetaria della MNB rappresenta un ulteriore punto di contrasto. La decisione di mantenere tassi elevati al 6,5% 5 è una mossa necessaria per combattere l’inflazione e stabilizzare il fiorino, ma va contro il trend più accomodante della BCE e rende costoso il finanziamento interno. Il programma di credito “Minősített Vállalati Hitel” della MNB è un esempio di come la banca centrale stia cercando di aggirare le conseguenze negative di questa politica, fornendo supporto mirato all’economia reale.

Prospettive

Sulla base delle notizie di oggi, l’outlook per l’economia ungherese presenta sia rischi che opportunità. I rischi principali includono il perdurare di un’inflazione al di sopra del target, la dipendenza dagli shock esterni come la recessione in Germania, e le persistenti tensioni politiche con l’UE. Tuttavia, la resilienza del mercato del lavoro, la ripresa delle esportazioni da parte delle PMI, gli investimenti strategici in settori chiave come l’energia e l’automotive e le politiche mirate della MNB per sostenere l’economia reale offrono una base per un ottimismo cauto. L’outlook a lungo termine è rafforzato dalla fiducia della MNB che i tassi di interesse possano normalizzarsi in futuro, con proiezioni che indicano un trend di normalizzazione tra il 2026 e il 2027.5 La capacità del paese di gestire le sue contraddizioni interne e di navigare il complesso contesto internazionale sarà determinante per il suo percorso di crescita.

FONTI

  1. News del primo settembre 2025 – YouTube, accessed September 11, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=MdFZiqFU95Q
  2. Hungary’s government finally faces reality, cuts 2025 growth forecast to 1% – bne IntelliNews, accessed September 11, 2025, https://www.intellinews.com/hungary-s-government-finally-faces-reality-cuts-2025-growth-forecast-to-1-393579/
  3. Le news del 2 settembre 2025 – YouTube, accessed September 11, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=Bk3C7m0CJb8
  4. Economy – Budapest Business Journal, accessed September 11, 2025, https://bbj.hu/economy/
  5. Hungary Base Rate – Trading Economics, accessed September 11, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/interest-rate
  6. SME Export Revenues Recover to 12%, K&H Index Shows – Budapest Business Journal, accessed September 11, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/analysis/sme-export-revenues-recover-to-12-kh-index-shows/
  7. More and more domestic SMEs are turning to the possibility of exporting – Trademagazin, accessed September 11, 2025, https://trademagazin.hu/en/egyre-tobb-hazai-kkv-fordul-az-exportalas-lehetosege-fele/
  8. Hungary uncovers new oil field – Mehr News Agency, accessed September 11, 2025, https://en.mehrnews.com/news/236336/Hungary-uncovers-new-oil-field
  9. Aláírták a Minősített Vállalati Hitel első szerződését | MNB.hu, accessed September 11, 2025, https://www.mnb.hu/sajtoszoba/sajtokozlemenyek/2025-evi-sajtokozlemenyek/alairtak-a-minositett-vallalati-hitel-elso-szerzodeset
  10. L’economia dell’Ungheria cresce dello 0,1% nel Q2, cala la produzione industriale Da Investing.com, accessed September 11, 2025, https://it.investing.com/news/economic-indicators/leconomia-dellungheria-cresce-dello-01-nel-q2-cala-la-produzione-industriale-93CH-2979811
  11. Banca d’Italia – Il sito ufficiale della Banca Centrale Italiana, accessed September 11, 2025, https://www.bancaditalia.it/
  12. MutuiOnline.it: Bce verso una pausa, tassi fermi anche a settembre – Economia e Finanza, accessed September 11, 2025, https://finanza.repubblica.it/News/2025/09/04/mutuionline_it_bce_verso_una_pausa_tassi_fermi_anche_a_settembre-81/
  13. News del 11 luglio 2025 – YouTube, accessed September 11, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=0LaUYX0ygkg
  14. Monetáris politikai döntések – European Central Bank, accessed September 11, 2025, https://www.ecb.europa.eu/press/pr/date/2025/html/ecb.mp250911~6afb7a9490.hu.html
  15. ECB Rate Decision: What to Expect – Morningstar, accessed September 11, 2025, https://global.morningstar.com/en-gb/economy/ecb-rate-decision-what-expect-sept-11
  16. About Hungary – Latest news about Hungary, accessed September 11, 2025, https://abouthungary.hu/
  17. Ungheria: Szijjarto, diversificazione significa nuove fonti energia, non sostituzione esistenti, accessed September 11, 2025, https://www.agenzianova.com/news/ungheria-szijjarto-diversificazione-significa-nuove-fonti-energia-non-sostituzione-esistenti/
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