L’economia ungherese, al 23 luglio 2025, si presenta come un quadro complesso di cauta ripresa, caratterizzata da pressioni inflazionistiche persistenti e incertezze globali. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto una politica monetaria rigorosa, mentre le previsioni di crescita del PIL per il 2025 sono state riviste al ribasso. Il consumo interno emerge come il principale motore di crescita, sostenuto dall’aumento dei salari reali. Sul fronte microeconomico e locale, si registrano sviluppi significativi come l’avanzamento della costruzione della fabbrica BYD a Szeged e le acquisizioni internazionali di Videoton. Il panorama fiscale rimane impegnativo, con deficit di bilancio elevati e costi di servizio del debito consistenti, mentre il governo continua a implementare misure di stimolo e di generazione di entrate, mantenendo al contempo una posizione ferma su alcune politiche energetiche dell’UE.
PODCAST IN ITALIANO
I. Politica Monetaria e Stabilità Finanziaria
Decisioni e Posizione della Banca Nazionale Ungherese (MNB) al 23 Luglio 2025
Il Consiglio Monetario della Banca Nazionale Ungherese (MNB), riunitosi il 22 luglio 2025, ha deciso di lasciare il tasso base invariato al 6,50%, con effetto dal 23 luglio 2025. Questa decisione ha mantenuto anche il tasso sui depositi overnight al 5,50% e il tasso sui prestiti garantiti overnight al 7,50%.1 La MNB ha dichiarato esplicitamente che tale scelta è in linea con il suo approccio “orientato alla stabilità”, sottolineando la necessità di mantenere condizioni monetarie restrittive a causa dei rischi legati all’ambiente inflazionistico e alle tensioni geopolitiche e commerciali in corso.1
Un aggiustamento tecnico degno di nota annunciato dalla MNB è stata la riduzione del coefficiente di riserva obbligatoria dal 10% all’8%, con effetto dal 1° agosto 2025. Questa misura è volta ad allinearsi al graduale calo dell’eccesso di liquidità nel sistema bancario registrato nella prima metà dell’anno. La MNB ha chiarito che questo aggiustamento tecnico è neutro nel suo impatto complessivo sulla trasmissione monetaria e non implica un cambiamento nella continua posizione restrittiva della politica monetaria. La parte non remunerata delle riserve obbligatorie rimarrà al 2,5% della base di riserva.1
L’adozione di questa misura, pur essendo presentata come un aggiustamento tecnico, riflette un approccio sfumato della MNB alla gestione della liquidità. L’intento è quello di prevenire un inasprimento involontario delle condizioni finanziarie che si verificherebbe se la MNB consentisse alla liquidità di ridursi senza interventi, a seguito della scadenza di precedenti programmi monetari straordinari. Questo evidenzia una crescente sofisticazione nella calibrazione della politica monetaria da parte della MNB, che cerca di mantenere l’ambiente di tassi di interesse restrittivi necessario per la disinflazione, garantendo al contempo che il sistema bancario disponga di liquidità operativa sufficiente per funzionare efficacemente ed evitare qualsiasi stretta creditizia indesiderata. Per gli investitori, ciò indica un impegno della MNB nella lotta all’inflazione, ma anche un’attenzione alla stabilità finanziaria, suggerendo un percorso di normalizzazione dei tassi più a lungo termine anziché aggressivo.
In una conferenza stampa successiva alla decisione, il governatore della MNB, Mihály Varga, ha confermato che la guida prospettica dei responsabili politici è rimasta invariata a luglio. Ha riconosciuto il “significativo impatto” delle restrizioni sui prezzi nel mitigare l’inflazione, ma ha osservato che “la forte riprezzatura e le aspettative di inflazione delle famiglie sono rimaste elevate”, anche se le aspettative di prezzo delle imprese si sono moderate. I dati ad alta frequenza indicano una performance economica contenuta nel secondo trimestre.1 La MNB prevede che l’inflazione rimarrà al di sopra della sua banda di tolleranza per il resto del 2025, con un calo persistente che dovrebbe riportarla all’interno della banda all’inizio del 2026 e raggiungere l’obiettivo del 3% all’inizio del 2027.2
Nonostante la MNB mantenga un tasso base elevato e una posizione di “condizioni monetarie restrittive”, le sue stesse previsioni indicano che l’inflazione rimarrà al di sopra della banda di tolleranza per il resto del 2025. Le osservazioni del governatore Varga riguardo alla “forte riprezzatura e alle elevate aspettative di inflazione delle famiglie” sottolineano ulteriormente la sfida. La persistenza dell’inflazione, anche in un contesto di politica monetaria restrittiva, sembra essere radicata nella robusta domanda interna (consumi vivaci) 2, nelle forti dinamiche salariali e potenzialmente nella volatilità dei prezzi delle materie prime. Sebbene le restrizioni sui prezzi imposte dal governo abbiano avuto un certo effetto 1, non hanno completamente frenato lo slancio inflazionistico sottostante. Questo implica che la sola politica monetaria incontra notevoli ostacoli nel riportare rapidamente l’inflazione all’obiettivo. Suggerisce che le pressioni sul lato della domanda e le aspettative inflazionistiche sono abbastanza forti da contrastare gli sforzi della MNB, rendendo potenzialmente necessario un periodo più lungo di condizioni monetarie restrittive. Per le imprese e i consumatori, ciò significa una continua erosione del potere d’acquisto e costi più elevati, con un potenziale impatto sugli investimenti e sulla pianificazione economica a lungo termine.
Ambiente Inflazionistico e Previsioni
A maggio 2025, il tasso di inflazione annuale in Ungheria è salito al 4,4%, rispetto al 4,2% di aprile, superando leggermente le aspettative del 4,3%. L’inflazione core, che esclude voci volatili come alimentari ed energia, è scesa a un minimo di cinque mesi del 4,8% (dal 5% di aprile). Tuttavia, l’inflazione alimentare è aumentata al 5,9% a maggio dal 5,4% di aprile. Aumenti di prezzo sono stati registrati anche per bevande alcoliche e tabacco (7,3%), elettricità, gas e altri combustibili (5,3%) e beni di consumo durevoli (2,2%).4
Le previsioni per l’inflazione nel 2025-2026 mostrano una certa divergenza tra le istituzioni, ma con un chiaro consenso su un livello elevato:
- La MNB (rapporto di marzo 2025) ha alzato la sua previsione per l’inflazione media annuale nel 2025 al 4,5%-5,1% dal precedente 3,3%-4,1%.4
 - Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) (giugno 2025) proietta un’inflazione del 4,5% nel Q4 2025, con una graduale decelerazione verso l’obiettivo del 3% della MNB entro il 2027.4
 - L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) (giugno 2025) stima l’IPC al 4,9% per il 2025.4
 - L’Equilibrium Institute (previsione primavera 2025) prevede un tasso di inflazione medio del 4,1% nel 2025, in aumento al 5,0% nel 2026. Suggerisce un rallentamento temporaneo dovuto alla debole domanda interna e a una politica monetaria ancora relativamente restrittiva, ma avverte di una potenziale accelerazione nella seconda metà del 2026 se le politiche fiscali e monetarie stimoleranno la domanda.5
 - Il Ministro dell’Economia Márton Nagy (aprile 2025) ha previsto un’accelerazione temporanea dell’inflazione al 4,5% nel 2025, per poi scendere al 3,6% nel 2026 e raggiungere l’obiettivo del 3% della banca centrale dal 2027.6
 - La Commissione Europea (maggio 2025) proietta un’inflazione armonizzata (HICP) al 4,1% nel 2025, in diminuzione al 3,3% nel 2026. Ha notato che l’inflazione è aumentata nel Q1 2025 a causa degli aumenti delle accise, di un rimbalzo dell’inflazione alimentare e di un persistente slancio nell’inflazione dei servizi.7
 
Le previsioni sull’inflazione per il 2025, sebbene varino leggermente tra le diverse istituzioni, convergono tutte su un punto fondamentale: l’inflazione rimarrà significativamente al di sopra dell’obiettivo del 3% della MNB per l’anno in corso. Questa concordanza nelle proiezioni indica che le pressioni inflazionistiche sono profondamente radicate nell’economia ungherese e non sono semplicemente un fenomeno transitorio. Per le imprese, ciò si traduce in continue pressioni sui costi e incertezza nelle strategie di prezzo, mentre per le famiglie, i guadagni salariali reali potrebbero essere parzialmente erosi da persistenti aumenti dei prezzi, influenzando il potere d’acquisto e il comportamento di risparmio. Questa situazione complica sia la politica monetaria che quella fiscale, richiedendo un delicato equilibrio per evitare di soffocare la crescita pur mirando alla stabilità dei prezzi.
L’impatto delle restrizioni sui prezzi e delle misure governative è evidente. Il Ministro dell’Economia Márton Nagy ha dichiarato che i prezzi di 884 dei circa mille prodotti alimentari di base, soggetti a un tetto obbligatorio sui ricarichi, sono diminuiti in media del 18,1%. Il governo sta anche “andando nella direzione” di limitare le commissioni sui conti bancari al dettaglio ai livelli di fine 2024 ed è in trattative con le compagnie di telecomunicazioni per limiti di prezzo volontari, a seguito di aumenti “inaccettabili” nei prezzi dei servizi.6 Sebbene queste misure abbiano mostrato un certo successo in aree specifiche, come i prezzi alimentari 6, le previsioni complessive sull’inflazione rimangono elevate. L’intervento del governo, motivato dalla necessità politica di proteggere le famiglie dall’aumento dei costi e dai prezzi percepiti come “ingiustificati”, porta a una soppressione temporanea dei prezzi nei settori mirati. Tuttavia, tali interventi possono distorcere i segnali di mercato, potenzialmente portando a conseguenze indesiderate come carenze di offerta, riduzione degli investimenti nei settori regolamentati o un rimbalzo dei prezzi una volta che i controlli vengono revocati.7 Questo evidenzia una tensione fondamentale tra l’interventismo governativo e la disinflazione guidata dal mercato. Sebbene politicamente popolari, queste misure potrebbero non affrontare le cause profonde dell’inflazione (ad esempio, forte domanda, crescita salariale) e potrebbero creare un sistema di prezzi a due livelli, dove i settori regolamentati si comportano in modo diverso da quelli non regolamentati. Per gli investitori, ciò introduce un rischio normativo e incertezza, in particolare nei settori soggetti a intervento governativo.
Dinamiche del Tasso di Cambio del Fiorino
Il fiorino ungherese (HUF) è rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’euro il 23 luglio 2025, a seguito della decisione della Banca Nazionale Ungherese di mantenere il suo tasso di interesse chiave al 6,50%.3 Gli economisti di ING hanno notato che la riduzione del coefficiente di riserva obbligatoria è stata interpretata dai partecipanti al mercato come leggermente accomodante, nonostante la posizione invariata sui tassi di interesse, ma la coppia di valute EUR/HUF ha mostrato un movimento minimo. Gli analisti di ING mantengono una prospettiva neutrale sul fiorino, proiettando che l’EUR/HUF rimarrà probabilmente nell’intervallo 399-400 nei prossimi giorni.3
L’Equilibrium Institute prevede che il fiorino ungherese rimarrà sopravvalutato, anche se in misura decrescente, con il tasso di cambio EUR/HUF che dovrebbe oscillare tra 409 e 422 nel 2025. Essi osservano che il mantenimento del tasso di cambio reale al di sopra del suo livello di equilibrio ha un impatto negativo sia sugli esportatori che sui consumatori, raffreddando così l’economia e sostenendo la disinflazione.5
La stabilità del fiorino il 23 luglio 2025, nonostante l’aggiustamento tecnico del coefficiente di riserva da parte della MNB, suggerisce che il mercato attribuisce priorità all’impegno della banca centrale nel mantenere tassi di interesse elevati. Questa stabilità è cruciale per l’Ungheria, poiché la stabilità del tasso di cambio è un’area di crescente importanza per la MNB.5 La stabilità attuale deriva dalla coerente posizione restrittiva della MNB e dalle opportunità di carry attraenti offerte dai tassi di interesse elevati, che compensano eventuali segnali accomodanti minori derivanti dalla gestione della liquidità. L’effetto è una volatilità ridotta rispetto ad altre valute dell’Europa centrale e orientale. Sebbene la stabilità a breve termine sia positiva, la valutazione dell’Equilibrium Institute di un fiorino “sopravvalutato” 5 implica un potenziale freno a lungo termine alla competitività delle esportazioni. Ciò crea un dilemma politico: un fiorino più forte aiuta a combattere l’inflazione importata ma può ostacolare la crescita trainata dalle esportazioni. Per le imprese, ciò significa dover bilanciare costi di importazione stabili con condizioni di esportazione difficili, in particolare in un ambiente di domanda globale già debole.
Andamenti dei Prestiti (Famiglie e Imprese)
Il mercato dei prestiti in Ungheria è caratterizzato da una dualità: i prestiti alle famiglie hanno continuato a crescere a maggio, mentre la domanda di credito da parte delle imprese è rimasta contenuta.2 L’espansione dei prestiti alle famiglie è guidata dal miglioramento delle posizioni reddituali, dall’aumento dei prezzi nel mercato immobiliare e dai programmi di prestito agevolato attuali e di nuova introduzione.2 Questa tendenza potrebbe portare a un’espansione dei prestiti alle famiglie superiore alle aspettative, ma aumenta anche il rischio di una sopravvalutazione del mercato immobiliare.2 Si prevede una svolta nei prestiti alle imprese man mano che l’economia si riprenderà e l’incertezza diminuirà.2 Il governo ha pubblicato una bozza di decreto sul “Programma Home Start”, un regime di credito agevolato specificamente progettato per gli acquirenti della prima casa.11
La vivacità dei prestiti alle famiglie, alimentata da schemi agevolati governativi e dall’aumento dei redditi 2, contrasta con la stagnazione dei prestiti alle imprese.2 Questa divergenza nel mercato del credito è significativa. La forte domanda di prestiti da parte delle famiglie è causata da una combinazione di stimoli politici (Programma Home Start11) e dalla fiducia dei consumatori, spinta dalla crescita dei salari reali. L’effetto è una potenziale sopravvalutazione nel mercato immobiliare 2, che potrebbe comportare rischi per la stabilità finanziaria se non gestita. La domanda contenuta di prestiti da parte delle imprese è probabilmente dovuta all’incertezza economica in corso e agli elevati costi di finanziamento, che scoraggiano gli investimenti. Questa crescita disomogenea del credito suggerisce che la ripresa economica non è generalizzata. Sebbene il consumo delle famiglie sia attivamente stimolato, la mancanza di solidi investimenti aziendali potrebbe ostacolare i guadagni di produttività a lungo termine e la creazione di posti di lavoro nei settori produttivi. Il rischio di una bolla immobiliare, alimentata dal credito agevolato, è una preoccupazione significativa per la stabilità finanziaria e potrebbe creare vulnerabilità sia per le famiglie che per il settore bancario nel medio termine.
II. Crescita Economica e Performance Settoriale
Recente Performance del PIL e Proiezioni per il 2025-2026
Nel primo trimestre del 2025, l’economia ungherese ha registrato una contrazione dello 0,2% su base trimestrale, un risultato deludente che ha eguagliato le stime preliminari. Questo calo è stato in parte attribuito a una diminuzione della produzione industriale.2
Le previsioni per il PIL nel 2025-2026 mostrano una certa divergenza tra le diverse istituzioni:
- Il Ministero dell’Economia ungherese ha comunicato il 23 luglio 2025 un taglio delle sue previsioni sul PIL.12 Sebbene le cifre specifiche riviste per il 23 luglio non siano dettagliate negli estratti forniti, dichiarazioni precedenti del Ministro Márton Nagy (aprile 2025) indicavano una crescita del PIL del 2,5% per il 2025, e a marzo 2025 aveva affermato che la previsione del governo del 3% di crescita per l’anno stava diventando “sempre più realistica”. Tuttavia, un rapporto di giugno 2025 lo citava affermando che la crescita del PIL non avrebbe raggiunto il 2% nel 2025.6 Il “taglio” del 23 luglio suggerisce una revisione al ribasso rispetto a queste cifre più ottimistiche, in linea con la stagnazione del primo trimestre.
 - L’OCSE (giugno 2025) prevede una modesta crescita del PIL dello 0,9% per il 2025, con un’accelerazione al 2,4% nel 2026.4
 - Il FMI (giugno 2025) anticipa una modesta crescita trainata dai consumi dello 0,7% nel 2025, con un aumento al 2% nel 2026.4
 - La MNB (marzo 2025) stima una crescita del PIL per il 2025 tra l’1,9% e il 2,9%.4
 - L’Equilibrium Institute (primavera 2025) proietta una crescita del PIL del 2,0% nel 2025 e del 2,4% nel 2026, trainata dai consumi.5
 - La Commissione Europea (maggio 2025) prevede una crescita del PIL dello 0,8% nel 2025, con un’accelerazione al 2,5% nel 2026.7
 
La contrazione del PIL nel primo trimestre del 2025 e il taglio delle previsioni da parte del Ministero dell’Economia indicano una prospettiva a breve termine più difficile del previsto. Sebbene il consumo sia atteso come motore della ripresa, gli investimenti rimangono contenuti.2 La contrazione del primo trimestre e la debolezza degli investimenti sono attribuite a un ambiente economico incerto, ai tagli agli investimenti pubblici e a una domanda esterna fiacca.7 L’effetto è una ripresa più lenta e trainata dai consumi, che potrebbe non essere sostenibile senza una ripresa più robusta degli investimenti produttivi. Questo suggerisce che la ripresa economica dell’Ungheria è fragile e disomogenea. Un’eccessiva dipendenza dal consumo, potenzialmente alimentata dal debito delle famiglie, potrebbe creare squilibri se non accompagnata da investimenti robusti che aumentino la capacità produttiva e la competitività a lungo termine. La revisione al ribasso delle previsioni del Ministero dell’Economia sottolinea la consapevolezza di persistenti venti contrari, rendendo più difficile il percorso verso una crescita più forte.
Il consumo è costantemente identificato come il principale motore della crescita attesa, sostenuto da una forte crescita del reddito reale e dalla ricostruzione dei risparmi delle famiglie persi durante lo shock inflazionistico del 2024.2 Gli investimenti, tuttavia, sono diminuiti nel primo trimestre del 2025 a causa di un ambiente economico incerto e tagli agli investimenti pubblici, ma si prevede un rimbalzo nel 2026.7 Le esportazioni sono rimaste lente a causa della debole domanda dei partner commerciali, ma si prevede che si riprenderanno, spinte dal miglioramento della domanda esterna e dalle nuove capacità produttive derivanti da impianti finanziati da investimenti diretti esteri (IDE).7 Le esportazioni sono rimaste lente a causa della debole domanda dei partner commerciali e di un ambiente globale incerto.2 L’economia ungherese è fortemente orientata all’esportazione e profondamente integrata nelle catene di approvvigionamento globali.7 Il deterioramento del contesto economico europeo, le guerre commerciali in corso e le tensioni geopolitiche sono la causa di questa debolezza.7 L’effetto è una diretta limitazione delle prestazioni delle esportazioni ungheresi, che incide significativamente sul suo potenziale di crescita complessivo data la sua natura dipendente dal commercio. Ciò evidenzia la vulnerabilità intrinseca dell’Ungheria agli shock esterni. Sebbene nuovi impianti finanziati da IDE (come BYD) siano attesi per aumentare le esportazioni in futuro, la salute economica immediata rimane strettamente legata alla ripresa dei principali partner commerciali, in particolare la Germania.9 Il tema ricorrente dell'”incertezza” nel contesto globale suggerisce che i fattori esterni continueranno a rappresentare un freno significativo per i settori ungheresi orientati all’esportazione, rendendo necessaria una maggiore attenzione alla resilienza interna e alla diversificazione.
Sviluppi Industriali e Locali Chiave
La costruzione dell’impianto del produttore cinese di veicoli BYD a Szeged sta “procedendo secondo i piani”, come confermato da BYD Ungheria e da un commissario governativo il 23 luglio 2025. La produzione nel nuovo stabilimento dovrebbe iniziare alla fine del 2025, con una capacità annuale massima di 300.000 veicoli. Le voci di ritardi nella produzione o di un trasferimento in Turchia sono state esplicitamente smentite. BYD sta attivamente certificando 150 fornitori ungheresi ed europei per rafforzare ulteriormente la sua catena di approvvigionamento locale. L’impegno a lungo termine dell’azienda in Europa è ulteriormente dimostrato dalla decisione di trasferire la sua sede europea a Budapest, creando almeno 2.000 posti di lavoro altamente qualificati, e dall’annuncio di due programmi di ricerca e sviluppo su larga scala (per un totale di circa 250 milioni di euro) in collaborazione con università ungheresi, incentrati sulla tecnologia di guida assistita dall’intelligenza artificiale e sullo sviluppo della tecnologia del propulsore.11
L’impianto BYD a Szeged non è solo una struttura di produzione; implica la certificazione di 150 fornitori locali, il trasferimento della sede europea a Budapest (creando 2.000 posti di lavoro qualificati) e l’investimento di 250 milioni di euro in ricerca e sviluppo con le università ungheresi.11 Questa è la causa di una politica aggressiva di attrazione degli investimenti da parte dell’Ungheria e della sua posizione strategica all’interno delle catene di approvvigionamento automobilistiche europee. L’effetto è un contributo multifattoriale all’economia ungherese, che si estende oltre i posti di lavoro diretti nella produzione per includere lo sviluppo di competenze, il trasferimento tecnologico e il rafforzamento delle catene di approvvigionamento locali. Questo indica un investimento estero diretto di alta qualità che supporta la trasformazione economica e la resilienza a lungo termine. Suggerisce che l’Ungheria si sta posizionando con successo come hub per la produzione avanzata e la ricerca e sviluppo, in particolare nel settore in crescita dei veicoli elettrici. Questo tipo di investimento è cruciale per diversificare la base economica e migliorare la competitività oltre la produzione industriale tradizionale.
Il fornitore ungherese di servizi di produzione elettronica (EMS) Videoton ha ampliato la sua impronta internazionale acquisendo una partecipazione del 35% nel produttore tedesco di elettronica Limtronik, che ha anche una filiale negli Stati Uniti. Questa partnership strategica stabilisce la presenza produttiva di Videoton in Germania e negli Stati Uniti, consentendole di servire i segmenti industriali locali, garantire tempi di risposta brevi e rispettare i rispettivi quadri normativi. Questa espansione geografica è una risposta strategica ai “riallineamenti del commercio globale e all’evoluzione della base clienti”.12 L’espansione di Videoton in Germania e negli Stati Uniti attraverso un’acquisizione 19 è esplicitamente motivata dai “riallineamenti del commercio globale e dall’evoluzione della base clienti”.19 La causa è il mutevole panorama economico globale, inclusa la crescente importanza della produzione localizzata e delle catene di approvvigionamento diversificate. L’effetto è una maggiore competitività e resilienza per Videoton, stabilendo una presenza più vicina ai mercati chiave e riducendo l’eccessiva dipendenza dai siti di produzione dell’Europa orientale. Questa tendenza indica una maturazione delle imprese ungheresi, che passano dall’essere principalmente destinatarie di IDE a diventare attori internazionali attivi. Riflette un adattamento strategico alle incertezze geopolitiche e commerciali, dove stabilire un’impronta globale diventa essenziale per una crescita sostenuta e la mitigazione del rischio. Ciò potrebbe favorire una nuova generazione di imprese ungheresi competitive a livello globale.
Sebbene le incertezze nel settore automobilistico siano considerate un fattore di sensibilità per le prospettive economiche complessive 8, l’investimento di BYD e un recente traguardo raggiunto da Audi Hungaria nella produzione di motori 18 indicano un dinamismo continuo e un significativo investimento estero in questo settore chiave.
La produzione edilizia ungherese è cresciuta del 3,6% su base annua a maggio 2025, trainata principalmente da un’impennata dell’attività di ingegneria civile. Il settore immobiliare sta vivendo un’attività accresciuta, con i prezzi delle case in aumento nel 2024, sebbene la carenza di alloggi rimanga un problema.4
Altre notizie locali e microeconomiche del 23 luglio 2025 includono la firma di un Memorandum d’Intesa (MoU) tra la Borsa di Budapest (BSE) e la Borsa di Abu Dhabi (ADX) per approfondire le relazioni.11 Inoltre, Bristol Myers Squibb e l’Ambasciata degli Stati Uniti hanno co-ospitato un forum strategico sulla sanità a Budapest, a testimonianza dell’impegno a lungo termine di BMS nell’ecosistema sanitario ungherese.20
Piano d’Azione di Politica Economica del Governo
Con l’adozione del bilancio 2025 a novembre 2024, il governo ha presentato un piano d’azione di politica economica in 21 punti. Questo piano include varie misure di stimolo, che intendono essere compensate da aumenti delle tasse, in particolare maggiori prelievi sulle transazioni finanziarie, una tassa straordinaria modificata sulle banche e aumenti delle accise.8 Nuove misure politiche, come il Programma Demján Sándor e l’ampliamento dei benefici fiscali per le famiglie, dovrebbero dare un modesto impulso al PIL nell’anno in corso.9
Il governo sta attivamente sostenendo l’espansione delle piccole e medie imprese (PMI) rendendo i prestiti più accessibili e considerando ulteriori riduzioni fiscali, inclusa la potenziale elevazione della soglia di ammissibilità per l’imposta sulle piccole imprese (KIVA).10 Una significativa proposta di riforma fiscale mira a ridurre l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) per le famiglie con figli, con le madri di tre figli che diventeranno esenti dall’IRPEF a partire dal 1° ottobre. Questa politica dovrebbe beneficiare 250.000 famiglie e costare al bilancio statale 170 miliardi di fiorini all’anno.10
Il governo intende introdurre nuovi tetti di prezzo per le assicurazioni, seguendo misure simili per le tariffe e i prezzi delle telecomunicazioni e bancari. Il Ministro dell’Economia Márton Nagy ha criticato il settore assicurativo per aver contribuito all’inflazione dei servizi, che ha ristagnato al 10%, con i prezzi delle assicurazioni in aumento del 16,5%.6
Il piano d’azione di politica economica del governo per il 2025 combina misure di stimolo con aumenti delle tasse 8, con una chiara enfasi sui benefici fiscali per le famiglie e il sostegno alle PMI.9 L’obiettivo del governo è duplice: stimolare la crescita economica e sostenere le famiglie e le imprese vulnerabili, cercando al contempo di gestire i deficit fiscali. L’effetto è un mix di politiche complesso e potenzialmente contraddittorio. Questa strategia indica un governo che privilegia il benessere sociale e la domanda interna, in particolare in vista delle elezioni del 2026.5 Tuttavia, l’efficacia di queste misure nel promuovere una crescita sostenibile a lungo termine, specialmente data l’inflazione persistente e i deficit di bilancio elevati, rimane una questione critica. La dipendenza da “tasse sugli extraprofitti” potrebbe anche influire sul sentiment delle imprese e sugli investimenti nei settori interessati, creando potenzialmente disincentivi alla crescita nel lungo periodo.
Il Ministro degli Esteri Péter Szijjártó, il 23 luglio 2025, ha espresso la forte opposizione dell’Ungheria al piano REPowerEU, definendolo “il piano Zelensky”. Ha sostenuto che il divieto delle fonti energetiche russe “rovinerebbe la sicurezza energetica e la competitività ungherese” e moltiplicherebbe i costi delle utenze, sottolineando la posizione geografica ungherese di paese senza sbocco sul mare, che rende la diversificazione energetica più difficile. Ha anche notato che, nonostante miliardi di euro spesi per le interconnessioni, gli investimenti infrastrutturali insufficienti da parte di altri paesi significano che le capacità sono ancora inadeguate.16 La forte opposizione del Ministro degli Esteri Szijjártó al piano REPowerEU evidenzia una significativa divergenza politica con l’UE. La causa di questa posizione è la continua dipendenza dell’Ungheria dalle fonti energetiche russe e il suo percepito interesse nazionale nel mantenere costi delle utenze accessibili. L’effetto è un chiaro e pubblico disaccordo con la politica energetica dell’UE, che potrebbe portare a un ulteriore isolamento politico all’interno del blocco. Ciò sottolinea come le considerazioni geopolitiche influenzino direttamente la politica economica interna e il benessere dei consumatori in Ungheria. Sebbene mirata a proteggere i cittadini da costi più elevati, questa posizione potrebbe esporre l’Ungheria a rischi per la sicurezza energetica a lungo termine se i mercati energetici globali subissero significativi cambiamenti strutturali. Per gli osservatori internazionali, ciò segnala una continua posizione di politica estera indipendente che influisce sull’integrazione economica all’interno dell’UE.
Tabella 1: Indicatori Economici Chiave e Previsioni per l’Ungheria (2025)
| Indicatore | MNB (Mar 2025) | FMI (Giu 2025) | OCSE (Giu 2025) | Equilibrium Institute (Primavera 2025) | Min. Economia (Apr/Giu 2025, Taglio Lug 23) | Commissione UE (Mag 2025) | 
| Crescita PIL (%) | 1,9% – 2,9% | 0,7% | 0,9% | 2,0% | 2,5% (Apr), <2% (Giu), Taglio (Lug) | 0,8% | 
| Inflazione (%) | 4,5% – 5,1% | 4,5% (Q4) | 4,9% (IPC) | 4,1% | 4,5% (Apr) | 4,1% (IPCA) | 
| Disoccupazione (%) | N/D | N/D | N/D | 4,6% | N/D | 4,4% | 
III. Panorama Fiscale e Debito Pubblico
Proiezioni del Deficit di Bilancio e del Debito Pubblico per il 2025-2026
Il deficit di bilancio, dopo essere diminuito nel 2024 (stimato al 4,8% del PIL, dal 6,7% nel 2023), è previsto rimanere elevato nel 2025-26 da vari organismi internazionali.8 La Commissione Europea (previsione autunnale 2024) proietta un deficit complessivo che rimarrà elevato al 4,6% del PIL nel 2025 e al 4,1% nel 2026.8 Il FMI (giugno 2025) prevede che il deficit diminuirà solo leggermente al 4,8% del PIL nel 2025.4 L’OCSE (giugno 2025) prevede un deficit di bilancio del 4,2% del PIL nel 2025.4 La MNB (22 luglio 2025) afferma che, sebbene il deficit fiscale possa diminuire ulteriormente nel 2025 rispetto agli anni precedenti, la riduzione del debito pubblico nel 2025 è significativamente ostacolata dalla crescita economica contenuta.2 La legge di bilancio 2025 del governo (adottata a dicembre 2024) fissa un obiettivo di deficit più ambizioso del 3,7% del PIL. Tuttavia, esistono rischi per le proiezioni governative, derivanti da previsioni ottimistiche di PIL e investimenti, pressioni di spesa dovute all’elevata inflazione e un’incerta prospettiva esterna.8
Il rapporto debito pubblico/PIL è aumentato al 73,6% nel 2024 e dovrebbe aumentare al 74,1% nel 2025 (Commissione Europea7). Si prevede che diminuirà solo gradualmente, potenzialmente salendo a circa il 79% entro il 2030 se verranno attuate solo le misure legislative o ufficialmente approvate.2
Nonostante una riduzione del deficit di bilancio nel 2024, diverse istituzioni internazionali prevedono che rimarrà elevato nel 2025-26, superando l’obiettivo del governo.4 La riduzione del debito pubblico è ostacolata da una crescita economica contenuta 2, e i costi di servizio del debito sono i più alti dell’UE.4 Queste sfide fiscali persistenti sono causate da una combinazione di crescita economica più lenta del previsto, continue pressioni sulla spesa pubblica (ad esempio, salari pubblici, spese operative 15) e ipotesi potenzialmente ottimistiche nelle previsioni governative.8 L’effetto è che una parte significativa del bilancio statale è destinata al servizio del debito, limitando lo spazio fiscale per altre priorità. Ciò segnala una debolezza strutturale nelle finanze pubbliche ungheresi. L’elevato costo del servizio del debito rappresenta un continuo drenaggio, che potrebbe spiazzare investimenti produttivi o spesa sociale. Il divario tra gli obiettivi del governo e le previsioni esterne suggerisce un rischio di deragliamento fiscale, che potrebbe ulteriormente minare la fiducia degli investitori e potenzialmente portare a costi di indebitamento più elevati o a un fiorino più debole in futuro. L’assenza di una strategia fiscale completamente quantificata 8 solleva anche preoccupazioni sulla sostenibilità a lungo termine.
Piano Fiscale-Strutturale a Medio Termine del Governo
Il piano fiscale-strutturale a medio termine dell’Ungheria si impegna a un percorso di crescita della spesa netta che non superi il 4,3% nel 2025, puntando a una graduale diminuzione del debito pubblico generale dal 74% del PIL nel 2024 al 68,2% entro il 2028. Tuttavia, il piano non include una strategia fiscale completa e quantificata, e ci sono rischi significativi per il raggiungimento di questi obiettivi fiscali sia a breve che a medio termine.4
Costi di Servizio del Debito e Rischi
I costi di servizio del debito sono previsti rimanere i più alti nell’UE, con il tasso di interesse implicito sul debito pubblico che si avvicina al 6% nel 2025-26. Anche le esigenze di finanziamento lordo sono considerevoli, stimate intorno al 14% del PIL in media nel 2023-2024 e previste rimanere a livelli simili.4
La MNB mantiene una politica monetaria restrittiva per combattere l’inflazione, eppure gli interventi governativi (ad esempio, prestiti agevolati, tetti ai prezzi) sono noti per indebolire la sua trasmissione all’economia reale.8 Allo stesso tempo, la riduzione del debito pubblico è ostacolata da una crescita economica contenuta.2 La causa di questa situazione è una potenziale disallineamento o mancanza di piena coordinazione tra le politiche fiscali e monetarie. Le misure governative volte a stimolare la domanda o a controllare direttamente i prezzi possono contrastare gli sforzi della banca centrale per raffreddare l’economia e ridurre l’inflazione. L’effetto è un mix di politiche complessivo meno efficiente, che potrebbe prolungare il periodo di alta inflazione e alti tassi di interesse. Ciò suggerisce che i due pilastri chiave della politica economica in Ungheria potrebbero non essere completamente sincronizzati. L’attenzione del governo alla stimolazione della domanda a breve termine e alla protezione sociale, sebbene politicamente comprensibile, rende il compito della MNB di raggiungere la stabilità dei prezzi più arduo. Ciò potrebbe portare a un’allocazione meno ottimale del capitale e a un processo di aggiustamento economico più lento e prolungato, con un impatto sull’efficienza e sulla competitività complessive.
IV. Dinamiche del Mercato del Lavoro
Tasso di Disoccupazione e Andamenti dell’Occupazione
Il tasso di disoccupazione in Ungheria rimane basso.2 È aumentato leggermente al 4,5% nel 2024, ma si prevede che diminuirà gradualmente a circa il 4,3% entro il 2026.7 Nonostante la prevista ripresa economica, l’Equilibrium Institute prevede solo un modesto aumento dell’occupazione dello 0,0-0,1% all’anno, insieme a un leggero aumento della disoccupazione al 4,6% nel 2025, prima di scendere al 4,2% nel 2026. Sono emersi segnali di tensione, inclusa una diminuzione del numero di occupati nel quarto trimestre del 2024.5 La popolazione ungherese di cittadini ungheresi è in costante declino, un problema aggravato da tassi di natalità record e da un aumento dell’emigrazione verso altri paesi dell’UE (37,8% del calo demografico tra il 2014 e il 2024). Ciò comporta significative conseguenze economiche e sociali, come la carenza di manodopera.21
Crescita Salariale e il suo Impatto sui Consumi
La crescita salariale è rallentata a maggio.2 Tuttavia, la crescita salariale nominale dovrebbe rimanere elevata nel 2025 e nel 2026, spinta da un ulteriore aumento del 9% del salario minimo nel 2025, dalla rigidità del mercato del lavoro e dagli aumenti salariali nel settore pubblico.7 I salari reali medi nel settore competitivo dovrebbero aumentare del 3,8% nel 2025 e del 3,4% nel 2026, secondo l’Equilibrium Institute.5 Questa crescita dei salari reali, unita al fatto che le famiglie hanno ricostituito i risparmi, dovrebbe essere un fattore chiave a sostegno del consumo delle famiglie.5
Il mercato del lavoro ungherese è caratterizzato da bassa disoccupazione e crescita salariale elevata.2 Questa crescita salariale è un motore primario del consumo.5 Tuttavia, l’Ungheria affronta una significativa sfida a lungo termine dovuta al declino demografico e all’aumento dell’emigrazione, che porta a carenze di manodopera.21 La causa delle attuali pressioni salariali è la rigidità del mercato del lavoro, esacerbata dalla diminuzione della popolazione in età lavorativa. L’effetto è un forte consumo, che sostiene il PIL a breve termine. Tuttavia, l’implicazione più ampia è che questa crescita salariale, pur stimolando la domanda, alimenta anche le pressioni inflazionistiche 7 e può erodere la competitività dei costi.15 Il declino demografico rappresenta una minaccia fondamentale per il potenziale economico a lungo termine, in quanto limita il bacino di manodopera disponibile e il potenziale di crescita. Ciò crea un paradosso in cui i guadagni economici a breve termine derivanti dai consumi sono oscurati da una minaccia strutturale incombente nel mercato del lavoro. Sebbene le politiche governative come il sostegno alle famiglie mirino ad affrontare i tassi di natalità, l’emigrazione rimane un significativo drenaggio di capitale umano. Ciò suggerisce che, senza una strategia globale per attrarre e trattenere la forza lavoro, il potenziale di crescita economica dell’Ungheria affronterà crescenti vincoli, portando potenzialmente a una maggiore dipendenza dall’automazione o dalla manodopera straniera in futuro.
V. Fattori Esterni e Contesto Geopolitico
Posizione dell’Ungheria sulla Politica Energetica dell’UE (REPowerEU)
Il 23 luglio 2025, il Ministro degli Esteri Péter Szijjártó ha ribadito la forte opposizione dell’Ungheria al piano REPowerEU, etichettandolo in modo controverso come “il piano Zelensky”. Ha sostenuto che il divieto delle fonti energetiche russe “rovinerebbe la sicurezza energetica e la competitività ungherese” e porterebbe a una moltiplicazione dei costi delle utenze per i cittadini ungheresi. Szijjártó ha sottolineato la geografia ungherese di paese senza sbocco sul mare, che rende la diversificazione energetica più difficile, e ha osservato che, nonostante miliardi spesi per le interconnessioni, gli investimenti infrastrutturali insufficienti da parte di altri paesi significano che le capacità sono ancora insufficienti.16
Impatto del Commercio Globale e delle Tensioni Geopolitiche
La Banca Nazionale Ungherese ha citato le politiche commerciali e le tensioni geopolitiche come fattori chiave che rendono necessario un “approccio cauto e paziente” alla politica monetaria.1 L’incertezza nel contesto economico globale, dovuta a nuove ondate di guerre commerciali, al deterioramento del contesto economico europeo e alla guerra in Ucraina, continua a pesare sui piani di crescita dell’Ungheria.9
Conclusioni
L’economia ungherese al 23 luglio 2025 si trova in una fase di ripresa cauta ma complessa. La Banca Nazionale Ungherese mantiene una politica monetaria restrittiva, con tassi di interesse elevati, nel tentativo di domare un’inflazione che si dimostra persistente e superiore all’obiettivo per il 2025. La decisione di ridurre il coefficiente di riserva obbligatoria è un aggiustamento tecnico volto a gestire la liquidità del sistema bancario senza compromettere la stretta monetaria complessiva.
La crescita del PIL ha mostrato una contrazione nel primo trimestre del 2025, portando a revisioni al ribasso delle previsioni governative. Il consumo interno, sostenuto dalla crescita dei salari reali, è il principale motore della ripresa, ma gli investimenti e le esportazioni rimangono deboli, rendendo la ripresa fragile e vulnerabile alle incertezze esterne. La forte dipendenza dell’Ungheria dalle esportazioni la espone ai venti contrari del contesto economico globale e alle tensioni geopolitiche.
Sul fronte microeconomico, gli investimenti diretti esteri strategici, come la fabbrica BYD a Szeged, mostrano un potenziale significativo per la trasformazione economica a lungo termine, integrando profondamente le catene di approvvigionamento locali e stimolando l’innovazione. Parallelamente, l’espansione internazionale di aziende ungheresi come Videoton indica una maturazione del panorama aziendale locale, che si adatta alle dinamiche commerciali globali.
Il quadro fiscale rimane impegnativo, con deficit di bilancio elevati e costi di servizio del debito tra i più alti dell’UE. Le misure di stimolo del governo, sebbene mirate a sostenere famiglie e PMI, potrebbero non essere pienamente allineate con gli obiettivi di stabilità dei prezzi della MNB, creando potenziali inefficienze nella politica economica complessiva. La posizione ferma dell’Ungheria sulla politica energetica dell’UE sottolinea inoltre le tensioni tra gli interessi economici nazionali e le direttive europee.
Infine, il mercato del lavoro, pur mantenendo un basso tasso di disoccupazione e una crescita salariale robusta, affronta sfide strutturali a lungo termine legate al declino demografico e all’emigrazione. Questo pone un limite al potenziale di crescita futura e alimenta pressioni inflazionistiche.
In sintesi, l’Ungheria sta navigando in un ambiente economico complesso, cercando di bilanciare la stabilità macroeconomica con la crescita e il sostegno sociale, il tutto in un contesto globale incerto e con sfide strutturali interne che richiedono attenzione strategica a lungo termine.
FONTI
- National Bank Policymakers Leave Base Rate on Hold at 6.5% – Budapest Business Journal, accessed July 23, 2025, https://bbj.hu/economy/finance/mnb/national-bank-policymakers-leave-base-rate-on-hold-at-6-5/
 - Press release on the Monetary Council meeting of 22 July 2025 | MNB.hu, accessed July 23, 2025, https://www.mnb.hu/en/monetary-policy/the-monetary-council/press-releases/2025/press-release-on-the-monetary-council-meeting-of-22-july-2025
 - Hungarian forint holds steady as central bank maintains rates at 6.50%, accessed July 23, 2025, https://ng.investing.com/news/forex-news/hungarian-forint-holds-steady-as-central-bank-maintains-rates-at-650-93CH-2020192
 - Panoramica Economica Ungherese – 23 Giugno 2025, accessed July 23, 2025, https://economia.hu/panoramica-economica-ungherese-23-giugno-2025/
 - The Equilibrium Institute’s economic forecast for Hungary | Egyensúly Intézet, accessed July 23, 2025, https://egyensulyintezet.hu/en/the-equilibrium-institutes-economic-forecast-for-hungary-spring2025/
 - Economy Minister Puts GDP Growth Over 3% in H2 2025 – Budapest Business Journal, accessed July 23, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/economy-minister-puts-gdp-growth-over-3-in-h2-2025/
 - Economic forecast for Hungary – European Commission – Economy and Finance, accessed July 23, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/economic-surveillance-eu-economies/hungary/economic-forecast-hungary_en
 - 2025 In-Depth Review Hungary – Economy and Finance, accessed July 23, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/document/download/ea70dad1-da8b-410c-a683-0789e405068c_en?filename=ip312_en.pdf&prefLang=hu
 - Hungary Monthly Briefing: Hungarian Economy in a Global Context. Trends in 2025, accessed July 23, 2025, https://china-cee.eu/2025/06/30/hungary-monthly-briefing-hungarian-economy-in-a-global-context-trends-in-2025/
 - Minister for National Economy: 2025 Is Hungary’s Economic Breakthrough Year, accessed July 23, 2025, https://www.hungarianconservative.com/articles/current/hungary-economy-2025-outlook-breaktrough/
 - Construction of BYD Plant in Hungary ‘Proceeding on Schedule’ – Budapest Business Journal, accessed July 23, 2025, https://bbj.hu/business/
 - Economy – Portfolio.hu, accessed July 23, 2025, https://www.portfolio.hu/en/economy?page=1692
 - Latest news – Portfolio.hu, accessed July 23, 2025, https://www.portfolio.hu/en/latest-news
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 - Foreign Minister says REPowerEU is ‘the Zelensky plan’ – About Hungary, accessed July 23, 2025, https://abouthungary.hu/news-in-brief/foreign-minister-says-repowereu-is-the-zelensky-plan
 - Construction of BYD Plant in Hungary ‘Proceeding on Schedule’ – Budapest Business Journal, accessed July 23, 2025, https://bbj.hu/business/industry/automotive/construction-of-byd-plant-in-hungary-proceeding-on-schedule/
 - Rumors of BYD Production Delay in Hungary Dismissed, accessed July 23, 2025, https://hungarytoday.hu/rumors-of-byd-production-delay-in-hungary-dismissed/
 - Hungarian EMS provider Videoton acquires stake in Limtronik – Evertiq, accessed July 23, 2025, https://evertiq.com/design/2025-07-23-hungarian-ems-provider-videoton-acquires-stake-in-limtronik
 - Bristol Myers Squibb, U.S. Embassy Host Strategic Healthcare Forum – Budapest Business Journal, accessed July 23, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/analysis/bristol-myers-squibb-u-s-embassy-host-strategic-healthcare-forum/
 - Inside Viktor Orbán’s Failure to Achieve His Demographic Goal : r/europe – Reddit, accessed July 23, 2025, https://www.reddit.com/r/europe/comments/1m45v1v/inside_viktor_orb%C3%A1ns_failure_to_achieve_his/